Francia, Lavoro, Scuola
REPUBBLICA Sab. 11/3/2006 Giampiero Martinotti
Proteste in 84 università in tutto il Paese, ferita una ragazza handicappata.
Domani de Villepin in tv per difendere la riforma
Occupazione e barricate degli
studenti. "No ai contratti precari"
PARIGI – Cantano Bella Ciao e uno di loro suona
Bach, non sono molti, ma sono decisi a tutto per ottenere il ritiro del
nuovo contratto per i giovani appena varato dal parlamento e ieri hanno
occupato la Sorbona. E´ la prima volta dal Maggio ‘68, anche se le due
vicende non hanno alcuna parentela, come riconoscono gli stessi protagonisti:
«Nel 1968 i giovani trovavano un lavoro, noi no. Il movimento deve restare
apolitico».
Pur essendo pochi, gli studenti conoscono la forza dei simboli e ieri sono
riusciti a prendere di sorpresa le forze dell´ordine e ad entrare nello storico
palazzo universitario da alcune finestre. Sono circa duecento dice la polizia.
Altri due-trecento, all´esterno, hanno eretto tre mini-barricate sul boulevard
Saint-Michel, fatte essenzialmente di transenne. I simboli, insomma, ci
sono tutti. E in tutto il paese le manifestazioni si moltiplicano: su 84
università, almeno una quarantina sono teatro di agitazioni (a Nanterre una
ragazza handicappata è rimasta leggermente ferita in un parapiglia).
Una mobilitazione che comincia a preoccupare il governo e soprattutto la sua
maggioranza, che a un anno dalle elezioni presidenziali non vuol mettersi
contro tutta la gioventù. Dominique de Villepin, che ha personalmente
voluto la riforma, si gioca tutto e di fronte alla crescente contestazione ha
deciso di intervenire domani sera con un´intervista televisiva al tg delle
otto.
Ieri gli studenti hanno tentato di aggirare i cordoni della polizia per tutta
la giornata. Venti di loro avevano passato già due notti dentro la Sorbona, ma
le forze dell´ordine hanno voluto impedire che altri li raggiungessero: qualche
tafferuglio, un sit-in improvvisato che ha fatto impazzire il traffico in tutto
il Quartiere latino, l´appello del sindaco, il socialista Bertrand Delanoe,
che ha preso le difese degli studenti e chiesto alle forze dell´ordine di non
caricare i giovani. Poi, a fine pomeriggio, una telefonata anonima ha
lanciato un´allerta alla bomba, costringendo il rettore a far uscire il
personale dalla Sorbona. Gli studenti, probabilmente all´origine della
chiamata, hanno approfittato di qualche attimo di disorganizzazione e sono
entrati dalle finestre. Hanno tenuto un´assemblea e si sentono in posizione di
forza: «Il governo sa che se usa la violenza, la riforma sarà ancor più
impopolare». In caso di intervento della polizia, i giovani si atterranno a una
«difesa attivamente non violenta».
La crescita del movimento è una pessima notizia per il primo ministro. Finora
la mobilitazione era stata relativamente forte in provincia, il coinvolgimento
della capitale e del suo simbolo universitario accentua la pressione. Certo,
gli studenti che manifestavano ieri a Parigi erano pochissime centinaia, ma
tutti i sondaggi dicono che i francesi sono in grande maggioranza favorevoli al
ritiro della riforma voluta da Villepin. Per combattere la disoccupazione
giovanile, il primo ministro ha deciso di introdurre un contratto speciale, il
Cpe (contratto di prima assunzione), che consente alle aziende di licenziare i
neo-assunti senza motivo durante i primi due anni. Una scelta che ha
suscitato qualche perplessità anche fra gli imprenditori.
Di fronte all´amplificarsi del movimento (nuovi cortei sono previsti giovedì e
sabato prossimi in tutte le città del paese), Villepin ha poche carte in mano.
Il primo ministro vuol dare qualche garanzia sull´applicazione della riforma.
Dovrebbe in particolare proporre ai sindacati una verifica fra un anno per
vedere gli effetti del provvedimento. Troppo poco, forse. Il movimento tende
a crescere, la sinistra lo appoggia e con questa vicenda ha trovato una leva
per tornare alla ribalta. In un paese depresso, spaventato dalla
mondializzazione e dalla crisi del Welfare State, minato da venticinque anni
dalla disoccupazione di massa qualsiasi movimento può essere l´occasione per
esprimere la frustrazione profonda dei francesi.
REPUBBLICA Dom.
12/3/2006 Giampiero Martinotti
Il governo sceglie la linea dura sulla protesta contro la riforma dell´accesso
al lavoro. Oggi de Villepin in tv
Parigi, la battaglia della Sorbona
Tra
gli studenti cacciati nella notte dall´intervento della polizia
PARIGI – «Avremo solo quel che sapremo prenderci».
Lo slogan sulla cancellata che protegge la cappella della Sorbona in restauro
ha un sapore sessantottino. Eppure, i ragazzi che da giorni si battono
contro i nuovi contratti di lavoro precari non hanno niente in comune con i
loro genitori, se non un simbolo: l´occupazione della più celebre università
europea. Alle quattro di notte, le poche centinaia di studenti che si
trovavano all´interno dell´edificio sono stati cacciate fuori senza tanti
complimenti dalle forze dell´ordine. In meno di un quarto d´ora, i ragazzi si
sono ritrovati per strada. Qualche scontro, qualche gruppetto che ha spaccato
le vetrine di un McDonald, molta amarezza per l´intervento delle forze
dell´ordine.
Ieri mattina erano in pochi sulla piazza della Sorbona. Dietro di loro il
grande edificio è circondato da poliziotti e gendarmi, le strade adiacenti sono
chiuse al traffico. «Che bisogno c´era di buttarli fuori», dice Blanche,
secondo anno di Lettere, una sigaretta dietro l´altra. «Mi dà sui nervi tutta
questa polizia. Noi vogliamo solo il ritiro del Cpe (il contratto per i giovani
al primo impiego, ndr.), non chiediamo altro». E la politica? Blanche fa
spallucce: «Sì, fra noi tanti sono di sinistra, ma la maggioranza non è
politicizzata».
Inutile parlare, a lei e agli altri che stazionano senza saper bene cosa
fare, dei tafferugli della notte, provocati soprattutto da un centinaio di
giovani che sono entrati alla Sorbona da una finestra: «Ci sono sempre quelli
che vogliono sfasciare tutto, ma non hanno niente a che vedere con noi», dice
David. E non si dica che sono oggettivamente pochi: «Non ha letto i sondaggi?».
In effetti, quasi il 60 per cento dei francesi chiede che la riforma sia
cancellata: gli studenti in rivolta sono una minoranza, ma si sentono sostenuti
da un paese spaventato dalla crescita della precarietà.
Poche ore dopo, all´interno dell´università, il ministro della Pubblica
istruzione, Gilles de Robien, fa la voce grossa contro i «teppisti». Porta i
giornalisti a vedere i danni provocati nella notte: «Ecco quel che succede
quando si invita all´agitazione», dice tenendo in mano un libro antico
stracciato. «La Sorbona è inutilizzabile», tuona il rettore che gli sta al
fianco. In realtà, i danni sono limitati. Certo, ci sono parecchi tavoli e
sedie rovesciate, lattine e bottiglie rotte, qualche computer finito male, ma
in passato si è visto di peggio.
L´uscita del ministro non piace al leader del sindacato studentesco, Bruno
Juilliard, vicino alla sinistra socialista: «Il ministro è un piromane,
cerca di farci passare per teppisti, ma non siamo noi a essere violenti».
Secondo Juilliard, lo sgombero della Sorbona è un atto «inammissibile,
illegittimo e scandaloso». Un´idea più o meno condivisa da sinistra e
centristi, che hanno chiesto al governo di ritirare la riforma e di discutere
con i sindacati.
Per il momento, il governo non vuol cedere, ma la tensione è testimoniata da
due fatti: il ministro dell´Interno, Nicolas Sarkozy, ha anticipato il suo
rientro dalle Antille e il primo ministro, Dominique de Villepin, ha deciso di
non partecipare al vertice franco-tedesco di martedì a Berlino. E´ il segno
che il governo si prepara ad affrontare una settimana difficile, con due
giornate di manifestazioni, giovedì e sabato. Stasera il primo ministro parla
al tg delle otto e dovrebbe tendere la mano, offrire un dialogo per
l´applicazione del nuovo contratto, che dà alle aziende la possibilità di
licenziare i neo-assunti senza motivo nei primi due anni di lavoro. Ma gli
studenti hanno già detto che non basta, che per discutere ci vuole il ritiro
del provvedimento, già varato dal parlamento.
Una ventina di università su 84 erano ieri più o meno bloccate. Le tredici
della capitale funzionano normalmente, tranne le quattro ospitate nella
Sorbona, diventata la simbolica posta in gioco delle ultime ore. Villepin e
Sarkozy hanno deciso di comune accordo l´evacuazione. L´edificio era presidiato
da un migliaio di agenti, fuori, sul boulevard Saint-Michel, parecchie
centinaia di ragazzi hanno fatto festa per sostenere gli occupanti. Poi, dalle
finestre della Sorbona sono piovuti sulle forze dell´ordine sedie, tavoli,
estintori, scale e gli ufficiali hanno dato l´ordine di caricare. C´è voluto
poco per aver ragione della timida resistenza degli occupanti: qualche
barricata di sedie e tavoli non poteva bastare per frenare l´avanzata delle
forze dell´ordine in assetto anti-guerriglia. Lacrimogeni nel cortile, qualche
manganellata: è bastato un quarto d´ora per mettere tutti fuori. I più calmi,
che ascoltavano musica in un anfiteatro, sono usciti da soli.