PacchettoINsicurezza

Un attacco a TUTTI i lavoratori

Un regalo alla criminalità

E’ stato recentemente approvato al Senato il famoso (famigerato) "Pacchetto sicurezza", che prevede una forte restrizione degli spazi di immigrazione regolare e quindi una forte spinta verso la clandestinità. Si restringono le possibilità per i ricongiungimenti familiari, il diritto d’asilo, l’ingresso e la permanenza non solo per i cittadini extracomunitari, ma anche per la permanenza degli stessi cittadini comunitari (con buona pace degli accordi europei per la libera circolazione nella UE): gli immigrati comunitari che non abbiano reddito dimostrabile e residenza possono essere “allontanati”, cioè rispediti nel paese da dove sono fuggiti perché non riuscivano più a viverci, dopo 15 giorni di CPT, lanciando così la “caccia al povero” mentre i reati finanziari restano generalmente impuniti; e se venissero internati i borghesi che hanno yacht e ville di lusso ma reddito non dimostrabile?

Viene inoltre rafforzato l’apparato repressivo: è in programma una vasta costruzione di CPT (che si chiameranno “centri di identificazione e di espulsione”), dove la permanenza massima viene alzata da 2 a 18 mesi (trasformandoli in vere e proprie carceri); ai sindaci vengono dati ampi poteri per sgomberi e ordine pubblico (a Milano è già partita la schedatura etnica nei campi nomadi); mobilitato l’esercito contro l’emergenza criminalità nelle zone ad alta immigrazione (cioè per fiancheggiare le retate contro gli irregolari). E ora l’odiosa proposta delle impronte digitali ai bambini rom: si torna alle leggi su base razziale.

E’ una vera e propria offensiva di terrorismo di stato resa popolare dalla continua campagna di criminalizzazione del proletariato immigrato, tesa a far percepire gli immigrati sempre più come una minaccia e a renderli più ricattabili nei rapporti di lavoro. Una campagna promossa sia dai mass-media, sia dai politici di destra e di sinistra. Una campagna basata su luoghi comuni e calunnie: gli immigrati aumenterebbero la criminalità, sarebbero intrinsecamente pericolosi per gli altri… Peccato che il Rapporto sulla criminalità in Italia nel 2006 del ministero degli Interni faccia giustizia di queste calunnie: mentre negli ultimi due decenni la quota di popolazione straniera o nata all’estero si è moltiplicata da poche centianaia di migliaia a più di 3,5 milioni, gli omicidi si sono ridotti a poco più di un terzo (una nota per i fautori della “tolleranza zero” e della “legge e ordine”: a parte gli anni ’90-’91 dell’escalation mafiosa, il massimo storico degli omicidi vi fu nel 1930, quando regnava l’”ordine” fascista, vedi tabella in basso).

La sicurezza personale non appare certo minacciata dall’immigrazione!

Fra i reati contro il patrimonio aumenta la quota che viene commessa da immigrati irregolari. Il motivo è ovvio: più difficoltà ha un lavoratore ad inserirsi nel mondo del lavoro, più aumenta la necessità di infrangere la legge per vivere. Vale a dire: non è la forte immigrazione, ma l’impossibilità di regolarizzarsi a causa delle leggi che lo impediscono ad aumentare la manodopera per la criminalità. Quindi, queste misure repressive forniranno manodopera più ricattabile ed a prezzi stracciati non solo a padroncini e caporali, ma anche a trafficanti di droga e criminali vari!

E’ questa la "sicurezza" che vogliono ottenere?

Solo opponendosi alle leggi anti-immigrati i lavoratori italiani possono contrastare l’allargarsi della concorrenza al ribasso su salari e condizioni di lavoro.

La cosa grottesca è che mentre spinge i nuovi immigrati verso la delinquenza e ne ostacola l’integrazione, il Parlamento prepara una norma su misura per salvare il premier dai soliti impicci giudiziari e un disegno di legge per estendere l’immunità delle alte cariche politiche: più repressione per i lavoratori, ma più impunità per i politici borghesi, il tutto nel nome della “legalità”!

Come comunisti, non ci stupisce che la giustizia sia… più uguale per alcuni che per altri, né che alcuni borghesi concepiscano la politica come un’estensione dei propri affari privati. Per noi il vero conflitto non è fra legalità e illegalità o fra gli interessi “pubblici” (cioè di tutta la classe dominante) e quelli di questo o quel capitalista che ricopre incarichi politici, ma quello fra capitale e lavoro, fra la causa degli sfruttatori e quella degli sfruttati che coincide con quella dell’umanità intera.

Sappiamo che la vera equità e la vera lotta al crimine sono un’utopia e un inganno in una società divisa in classi, dove una persona ha fama e potere non in base a quello che fa, ma a quanto possiede (prescindendo da come lo abbia guadagnato: col lavoro, lo sfruttamento, il furto o l’omicidio). Un’etica che metta al primo posto la collaborazione fra gli uomini anziché l’arrivismo individuale non è possibile se non in una società senza classi.

 
In quanto comunisti:

denunciamo questa nuova legislazione che serve a controllare il proletariato straniero sottoponendolo a un regime terroristico e a indebolire così il potere contrattuale di tutti i lavoratori, italiani o stranier;
contrastiamo la propaganda che semina l’ostilità fra stranieri e italiani, immigrati regolari e irregolari, indirizzando le tensioni sociali verso una lotta fratricida fra proletari invece che fra sfruttati e sfruttatori.
lavoriamo per organizzare insieme i lavoratori italiani e immigrati contro gli attacchi xenofobi e la difesa degli interessi comuni contro i propri sfruttatori.

Sosteniamo tutte le iniziative che stanno maturando in questa direzione.

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