Oil for food, sotto inchiesta il braccio destro di Formigoni

ITALIA, POLITICA, IRAQ

REPUBBLICA Lun. 27/3/2006   MARCO MENSURATI

Il segretario particolare del governatore lombardo
indagato per corruzione internazionale dal pm Robledo

Rota tradito da un fax
Avrebbe aiutato il manager inquisito della Cogep nella regia delle tangenti

MILANO – Fabrizio Rota, segretario particolare e braccio
destro del Governatore della Lombardia Roberto Formigoni, è stato iscritto al
registro degli indagati della Procura di Milano con l´accusa di corruzione
internazionale. L´inchiesta è nata dallo scandalo Oil for food
, quello dei
barili di petrolio venduti dal regime di Saddam Hussein a uomini politici di
tutto il mondo in cambio di pressioni filo irachene in ambito internazionale.

La svolta è arrivata dopo il ritrovamento, durante una perquisizione all´industriale
del petrolio Saverio Catanese, di un fax inviato da Rota a Marco Mazzarino De
Petro, amico di Formigoni anche lui indagato per corruzione internazionale. Nel
documento Rota disegna uno schema di partecipazione di Candonly
– la
società estera su cui, come da disposizioni di De Petro, i Catanese avevano
versato negli anni ingenti somme di denaro – in Cogep, la società dei
Catanese segnalata da Formigoni presso il governo di Bagdad per l´assegnazione
di 24 milioni di barili di greggio
. Con quel fax in mano la procura è ora
in grado di dimostrare che le due società non erano distinte l´una dall´altra,
ma erano intimamente connesse e che i soldi passati dall´una all´altra erano
una distribuzione di utili.
Ancora una volta tutto ruota intorno alla Cogep, la società da cui è partita
l´indagine sulla pista italiana di Oil for food. Che prese il via quando gli
investigatori trovarono un altro fax, questa volta inviato direttamente da
Formigoni a Tarek Aziz, numero due del regime di Bagdad. Era l´otto giugno del
1998: «Eccellenza – scriveva Formigoni – in seguito al nostro incontro avvenuto
a Roma, del quale le sono grato, poiché so che Somo (la compagnia petrolifera
di Stato irachena, ndr) sta firmando nuovi contratti, mi lasci ricordarle i
nomi delle società petrolifere italiane che le ho segnalato: una è la Cogep e
l´altra è la Nrg Oil. Molte grazie per quello che sarà in grado di fare».
Letto il fax Alfredo Robledo, il pm che coordina le indagini decise di tenere
un profilo basso e di non iscrivere al registro degli indagati Roberto
Formigoni. Tuttavia avviò una serie di accertamenti per capire quali fili
legassero la Cogep alla Regione Lombardia. Si scoprì così che sempre nel 1998
De Petro fece numerosi viaggi in Iraq al termine dei quali Cogep firmò i contratti.

Cogep pagò tutti gli interlocutori dell´ottimo affare. Versò una cospicua somma
al governo di Saddam Hussein sui conti indicati da Bagdad, e poi versò parecchi
altri soldi sui conti correnti della Candonly, una società strutturata in
maniera molto complessa (ci sono in sostanza tre Candonly, una in Olanda, una
in Inghilterra e una in Irlanda) e amministrata da un prestanome inglese. Ma
chi c´era dietro la Candonly? E perché quel muro di società a schermare
proprietà e attività?
A dare una parziale risposta a queste domande salta fuori la copia del fax
sequestrato a Catanese. Un documento che traccia uno schema che prevede la
stipula di un contratto di partecipazione per il 45 per cento di Candonly in
Cogep. Ed è proprio in questa veste, nella veste di socio di Cogep, ovvero
della società che avrebbe corrotto i funzionari iracheni, che gli inquirenti
sono ora interessati alla Candonly. E a Rota, il cui ruolo effettivo è ancora
tutto da chiarire.
Lo schema suggerito da Rota a De Petro, nei mesi successivi all´invio del fax,
è diventato contratto ed è stato operativo per qualche tempo, poi è stato
ritoccato per volontà dei Catanese che hanno preferito adottare un sistema per
loro più conveniente: quello dei tre centesimi di dollaro al barile.

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