Libano: dopo i massacri, le truppe ONU, Italia in testa. Come gli avvoltoi.
Tremila
soldati italiani stanno sbarcando in Libano. I mass media
inneggiano alla “missione di pace” e all’abilità del
Gorverno Prodi-D’Alema di “alzare il profilo internazionale”
dell’Italia infilandosi tra le macerie. La pace sulla bocca dei
cannoni? contro chi spareranno per “portare la pace”?
Noi
diciamo un forte NO!Non
è una missione di pace, ma di influenza imperialista, foriera
di nuove guerre.
I
pacifisti di ieri sono oggi i più entusiasti fans delle truppe
armate fino ai denti. Ma basta un berretto ONU a tramutare i
falchi in colombe? L’ONU è comandata dalle potenze
imperialiste. Può agire solo quando esse sono d’accordo,
è impotente quando si scontrano: per questo non potrà
mai impedire una guerra imperialista. Anche questa volta ha
lasciato bombardare le popolazioni civili per un mese, e ha
adottato una “risoluzione” ambigua per il cessate il fuoco solo
quando è sembrato conveniente a tutte le grandi potenze e allo
stesso Israele (che continua a bloccare porti e aeroporti libanesi,
mentre la Siria ha sospeso le forniture di elettricità).
Nonostante
le enormi distruzioni e un migliaio di morti civili, Israele,
tra contrasti interni, ha mancato l’obiettivo di smantellare le
milizie Hezbollah in Libano, armate dall’Iran. Iran e Siria
hanno cantato vittoria, sperando di veder aumentato il proprio potere
contrattuale, a poco prezzo (a pagare è stato il proletariato
libanese).
Le
potenze europee vedono uno spazio per ristabilire proprie aree di
influenza separatamente dagli USA, presentandosi come “pacieri”
sotto l’ombrello ONU. Le truppe ONU potranno sparare
per difendersi… anche preventivamente. Missione di pace con licenza
d’uccidere. E i reati contro i civili non saranno punibili dalle
autorità libanesi.
Il
governo italiano, in perfetta continuità con tutti i
governi del passato, da quelli liberali a quelli fascisti,
democristiani, craxiani, e berlusconiani prosegue nella tradizionale
politica di interventismo mediterraneo dell’imperialismo
italiano: ieri con l’aggressione coloniale, oggi col berretto
ONU e la benedizione UE e USA.
I
grandi gruppi industriali e le grandi banche vedono la
penetrazione militare come uno strumento per consolidare le loro
posizioni: “da tempo i nostri militari sono… un asset
nazionale quanto la moda, le macchine utensili… è
consigliabile che la missione di pace abbia un forte sostegno
popolare… qualcosa di simile all’affetto per la nazionale in
Germania”, scrive il Sole-24 Ore del 25/8. Il tifo per il
cannone, dopo quello per il pallone: alimentato ad arte dai mass
media, è proprio quello che ha sostenuto tutti i grandi
macelli del passato.
Anche
gli ex pacifisti sono ora arruolati.
Forse
ci si dimentica l’analoga missione dell’82, quando i soldati
italiani lasciarono sguarnita l’area dei campi di Sabra e Chatila
permettendo il massacro dei profughi palestinesi inermi da parte
delle milizie cristiano-maronite, allora appoggiate dalla Siria,
sotto il vigile sguardo delle forze israeliane.
In
palio c’è anche il business della ricostruzione
(creato dalle bombe israeliane), che ha già fatto salire alle
stelle le azioni delle grandi imprese di costruzione libanesi
controllate da sunniti e drusi (il cinismo del capitale: mille morti
proletari e un milione di sfollati valgono bene una messe di
profitti).
Mentre
Stati Uniti e Gran Bretagna e di fatto anche la Germania si
tengono le mani libere, con le loro flotte pronte a intervenire, la
partita libanese è parte della più grande partita per
il controllo del Medio Oriente giocata, oltre che con
l’occupazione dell’Irak, anche col braccio di ferro con l’Iran
sul nucleare. Una partita tra le borghesie locali e tra gli
imperialismi, in cui USA, GB, Francia, Russia, Cina e Germania, con
il convitato di pietra Giappone, usano le ambizioni iraniane per
portare avanti ciascuno i propri interessi a scapito degli altri. Una
partita infida, a carte coperte, che non mancherà di produrre
nuovi massacri.
Nessuna
pace potrà durare finché il Medio Oriente resterà
alla mercé degli interessi delle avide borghesie nazionali e
degli imperialismi; solo il proletariato, liberato dall’influenza
del nazionalismo potrà portare pace lottando per una società
senza classi. Non il pacifismo, ma la lotta contro il capitalismo.
Solo
una coerente opposizione all’imperialismo del proprio paese, che ne
rigetti le missioni militari sia a fianco degli USA che degli europei
potrà rafforzare le posizioni internazionaliste.
E’
necessario unire le forze di chi in Italia si oppone all’imperialismo
italiano.
No alle
missioni militari dell’imperialismo italiano, in Libano e altrove!