Napoli: cariche della polizia sotto la sede della Rai al presidio per la Palestina e le giornate di lotta del 23 e 24 febbraio

Riceviamo dal Pungolorosso e pubblichiamo questa denuncia:

Mimì Ercolano, coordinatrice provinciale del SI Cobas, compagna della TIR

E’ successo oggi (13 febbraio) a Napoli, ma non è questione di Napoli.

Se la polizia picchia e ferisce chi dimostra contro l’infame informazione Rai che copre, legittima il genocidio in corso in Palestina, e fa propaganda per le giornate di lotta del 23 e del 24 contro il massacro colonialista e sionista a Gaza e Rafah e contro tutte le guerre del capitale, a cominciare da quella tra NATO e Russia in Ucraina; se al compagno Eduardo Sorge la questura consegna un avvertimento preventivo che qualunque cosa succeda di “improprio” nel corso della manifestazione sarà sua la responsabilità (vedi sotto); è perché il governo Meloni ha deliberato di attuare una stretta repressiva e intimidatoria sulle iniziative previste nei prossimi giorni in tutta Italia. Iniziative che culmineranno nello sciopero per la Palestina e contro tutte le guerre del capitale indetto per il 23 febbraio dal SI Cobas, forse raccolto da altri segmenti del sindacalismo di base, e nella manifestazione nazionale di sabato 24 a Milano su questi stessi obiettivi, e – come ricordano i comunicato di Iskra e del SI Cobas – “in contemporanea con quelle che si terranno in numerosi paesi di tutti i continenti” – in contemporanea e in coordinamento.

Già il 27 gennaio avevamo avuto un saggio di questa stretta con il divieto di manifestare per la Palestina nel “giorno della memoria”, la memoria adulterata e a senso unico del suprematismo occidentale; poi ne abbiamo avuta una conferma nei giorni scorsi con la decisione della questura di Milano di negare piazza Duomo per la grande manifestazione del 24 febbraio con motivi pretestuosi; ora le manganellate e le intimidazioni preventive di Napoli… (anche a Torino, sempre sotto la Rai, la polizia ha tenuto lo stesso atteggiamento aggressivo).

Il solo modo per respingere al mittente queste intimidazioni è rafforzare al massimo ed estendere la mobilitazione il più possibile al di là del perimetro dei già convinti e già pronti; martellare con la nostra propaganda e agitazione non solo contro la criminalità dello stato sionista, ma anche contro la criminalità e l’ipocrisia del governo Meloni che con Tajani critica verbalmente Israele per i suoi “eccessi”, mentre lo stato e l’esercito israeliano continuano impuniti il loro massacro ed i loro “eccessi” anche grazie alle armi, alle informazioni, alla complicità organica dello stato, delle imprese, delle università, dei mass media italiani. E l’opposizione? Ma perché c’è un’opposizione parlamentare a questa politica bellicista e d’ordine? (Red.)