Iran, Nucleare, Russia, WTO
REPUBBLICA Ven. 10/3/2006 Giampaolo Visetti
La svolta martedì, durante la visita di Lavrov a
Washington
Entro l´anno il via libera
all´adesione della Russia
MOSCA – Il nucleare iraniano costringe Russia e
Usa a una tregua e a uno scambio. Il patto, mentre a Vienna l´Aiea
affrontava la corsa di Teheran alla bomba atomica, è stato siglato martedì
alla Casa Bianca. Il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, è stato
ricevuto secondo il protocollo riservato ai capi di Stato. Importanza della
partita, e voglia di un disgelo a tempo. Al termine del colloquio
Lavrov-Bush, Mosca ha dato il via libera al deferimento dell´Iran al consiglio
di sicurezza dell´Onu. Ritirata la proposta dell´arricchimento di una quantità
limitata di uranio da parte di Teheran. Sancita a Washington, la soluzione è
stata diffusa poi a Vienna. Ora il Cremlino, per restare ago della bilancia,
chiede il rinvio delle sanzioni e l´esclusione dell´opzione militare. Il
cedimento russo ha indotto anche la Cina ad allinearsi.
Per Putin la contropartita è ricca. Bush ha promesso «molta prudenza»
sull´Iran e si è impegnato a concedere il via libera, entro l´anno e prima
dell´Ucraina, all´ingresso della Russia nella Wto. Il dossier iraniano,
primo problema per gli Usa, innesca però un negoziato più ampio con la Russia. Per
Bush, in Medio Oriente, l´appoggio di Putin è vitale. Mosca non rinuncia al
ruolo di mediatore in esclusiva con Teheran, ma pure con Hamas. Appoggia la
Siria e, grazie ad una posizione ambigua, risulterà preziosa per il ritiro dall´Iraq.
Il presidente Usa ha così chiesto a Lavrov di «attenuare il sostegno» ai nemici
degli Stati Uniti. In cambio, oltre all´accelerazione della pratica Wto, ha
promesso di «smorzare i toni» e di salvare il G8 di luglio, a San Pietroburgo,
sotto presidenza russa. Senatori Usa, sia democratici che repubblicani,
chiedono infatti di farlo saltare, di «dare una lezione a Putin» tornando al
G7. Se Mosca non punterà i piedi sull´Iran, Washington si distrarrà
sull´arretramento della democrazia in Russia, sulla violazione dei diritti
umani nella guerra cecena, sulla voglia di imperialismo energetico del Cremlino
e sulla sua campagna per riacquisire influenza sulle ex repubbliche sovietiche.
Ma dietro alla tregua c´è dell´altro. Bush e Putin cominciano il conto alla
rovescia del secondo mandato, e un po´ di calma conviene ad entrambi. Per i
giornali russi, durante il braccio di ferro all´Aiea Cremlino e Casa Bianca
hanno parlato anche di petrolio, gas ed elezioni. Gli Usa hanno messo sulla
bilancia le prossime votazioni in Bielorussia e Ucraina. Mosca sostiene il
regime di Lukashenko a Minsk e le forze che a Kiev lottano per una
contro-rivoluzione, Washington finanzia i leader democratici e filo-occidentali.
«La domanda è stata – confidano al Cremlino – come comportarsi davanti ad uno
scoppio di violenza». Risposta: invito a metodi pacifici, nessuna interferenza.
Strada spianata così anche sull´energia. Con la crisi iraniana gli Usa
temono il prezzo-record del petrolio, che la Russia si augura. «Putin ha
fatto capire – dicono a Mosca – che le compagnie americane non saranno escluse
dall´affare».