Da alcune settimane i mass media servi dei padroni non fanno altro che celebrare l’acquisizione da parte di Fiat del 100% del gruppo Chrysler.
La verità è che il gruppo Fiat si prepara a trasferirsi armi e bagagli oltreoceano: i primi a pagarne le conseguenze qui in Italia saranno gli stabilimenti in cui si producono auto “utilitarie”, e in secondo luogo tutte le attività legate al comparto “ricerca e sviluppo”, dove già è in atto una massiccia fuga verso l’estero. In sostanza, nella migliore delle ipotesi, nel giro di pochi mesi in Italia rischiano di restare solo le “produzioni di nicchia” (Ferrari, auto di lusso e poco altro)…
Altro che rientro dei cassintegrati:
Qui stanno preparando una nuova macelleria sociale!
Intanto, il governo Letta e i sindacati servi del padrone stanno portando a termine l’ennesimo assalto ai diritti e alle libertà sindacali con la firma dell’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio scorso, col quale si vuole estendere a tutte le aziende il “modello Pomigliano” (peraltro già dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale, a dimostrazione di quanto valgano le leggi quando si tratta di tutelare i profitti…) che sancisce l’epurazione di tutti i sindacati non firmatari e l’introduzione di misure duramente repressive contro chiunque osi opporsi alla volontà del padrone.
La decisione della CGIL di Camusso di sottoscrivere tale accordo non ci sorprende minimamente, è solo l’ennesima conferma di come questo pseudo-sindacato sia parte integrante del sistema di potere e delle logiche di sfruttamento perpetrate da padroni e governo, dunque un nemico di classe degli operai!
Mentre le migliaia di cassintegrati, da Pomigliano a Mirafiori (per non parlare dell’Irisbus di Valle Ufita o di Termini Imerese…) sono stati definitivamente dimenticati dalla Fiat e dai sindacati servi del padrone, per chi è dentro continua a regnare la totale incertezza del futuro: i periodi di lavoro a ritmi schiavistici si alternano con nuove ore di cassa integrazione, il tutto a discrezione dei vertici aziendali i quali, dopo aver eliminato ogni opposizione operaia in fabbrica, fanno quello che vogliono e impongono il loro strapotere.
Che il piano Marchionne non sia stato altro che un enorme truffa a danno degli operai oramai lo sanno tutti, e lo riconoscono persino gli stessi sindacalisti prezzolati di FIM-UILM e UGL che vivono sul libro paga dell’azienda!
Ma non tutti hanno abbassato la testa!
Ci sono operai che non si sono arresi!
In un clima sociale oramai esplosivo, con 6 milioni di disoccupati, 10 milioni di precari e cassintegrati che sopravvivono con meno di 800 euro al mese e centinaia di migliaia di nullatenenti e senzatetto, gli operai del gruppo Fiat hanno il dovere di riprendere in mano lo strumento della lotta e della mobilitazione per fermare Marchionne e costruire un opposizione di classe ai governi nazionali e locali che in nome dei diktat dell’UE stanno imponendo attacchi senza precedenti ai livelli salariali passando a carrarmato su ogni diritto e garanzia sociale residua.
Non saranno certo gli inciuci tra Renzi e la Fiom di Landini a risollevare le sorti degli operai del gruppo Fiat: solo con la lotta e il protagonismo operaio è possibile invertire la rotta!
Per tornare a far paura al padrone bisogna però uscire dal recinto della propria fabbrica e del proprio stabilimento: è necessario dar vita a un collegamento stabile tra gli operai di tutte le fabbriche del gruppo Fiat che siano disponibili alla lotta e organizzare iniziative congiunte e autorganizzate in tutti gli stabilimenti
No agli accordi-truffa sulla pelle degli operai Fiat
Reintegro a salario pieno di tutti i cassintegrati e licenziati
Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: lavorare tutti lavorare meno
Diamo vita a una vera cassa di resistenza operaia a sostegno delle lotte
Lavoro o non lavoro: salario garantito per tutti i disoccupati.
Chi lotta può vincere…
Chi non lotta ha già perso!
UNITI SI VINCE
Comitato di lotta Cassintegrati e Licenziati FIAT e terziarizzate