Nel totale silenzio dei media, tutti tesi ad amplificare ogni battuta della sceneggiata elettorale, sabato 24 febbraio il SI Cobas organizza una manifestazione a Roma “Contro sfruttamento, razzismo e repressione! Per un fronte di lotta anticapitalista!” motivando che “Le conquiste e i diritti si strappano con la lotta; in sua assenza il voto non può che portare illusioni e delusioni”.
Nella piattaforma di lotta, obiettivi economici e politici condivisibili, su orario, salario, salario garantito, casa, immigrazione, sanità, istruzione, contro la guerra, le spese militari e la repressione.
Pensiamo sia una iniziativa importante, anche per la collocazione alla vigilia delle elezioni che rimarca la strada dell’organizzazione e della lotta rispetto a quella della delega elettorale e parlamentare. Non si tratta di slogan parolai come spesso sentiamo a sinistra, ma del tentativo di proiettare sul terreno politico lotte vere che quasi quotidianamente il SI Cobas sta conducendo soprattutto nel settore della logistica ma non solo, nelle quali migliaia di lavoratori in gran parte immigrati, organizzandosi e lottando a testa alta, sfidando la repressione padronale e poliziesca, passano dal subire uno sfruttamento senza freni alla conquista di condizioni di lavoro dignitose. La manifestazione di sabato è preceduta, venerdì 23 febbraio, da uno sciopero nazionale della logistica e trasporto merci, per un contratto migliorativo e la non applicazione del contratto bidone firmato dai confederali.
È una strada, quella della lotta politica di classe e anticapitalista, che la manifestazione vuole indicare a tutti i lavoratori e ai giovani, e che il nostro collettivo da sempre sostiene, in alternativa a una ubriacatura elettoralistica, che ha visto la proliferazione di liste anche a sinistra, che non rappresentano alcun movimento di lotta reale.
Anche se censurata dai mass media quella di Roma, con migliaia di partecipanti di cui una maggioranza di lavoratori immigrati, sarà la più chiara risposta al razzismo virulento profuso a piene mani dalle destre fino agli episodi di caccia all’immigrato, e sul quale c’è una rincorsa elettorale tra M5S e centro-sinistra.
Detto questo, e apprezzando il coraggio politico e lo sforzo organizzativo del SI Cobas, dobbiamo rilevare il dato del relativo isolamento in cui si svolge la manifestazione. Nessun altro “sindacato di base” (tranne uno spezzone del sindacato anarchico USI AIT) ha accolto la proposta del SI Cobas, qualcuno con l’ammissione che la partecipazione è impedita dalla presenza al loro interno di fautori dell’una o dell’altra lista elettorale. Tra i movimenti organizzati, solo alcuni che non sono stati travolti dalla sbornia elettoralistica (tra cui area Infoaut e qualche movimento per la casa e dei disoccupati). Mentre auspichiamo che anche lavoratori organizzati in altri sindacati o non organizzati partecipino alla manifestazione di Roma, non ci nascondiamo che la strada della ripresa di un movimento di classe in Italia (e nel mondo) non è in discesa.
Passata la sbornia elettorale occorrerà che i sindacati non concertativi riprendano il filo dell’unità d’azione avviato (zoppicando) con gli ultimi scioperi “generali”, puntando non ad “egemonie” su piccole minoranze di lavoratori già politicizzati ma ad attrarre la massa dei lavoratori, che non trova più difesa delle loro condizioni nei sindacati confederali, sempre più ridotti a fornitori di servizi e a intermediari con le aziende. Dandosi la prospettiva di un unico sindacato di classe.
Oltre il sindacato, occorre lavorare nei quartieri per dare una prospettiva organizzata ai milioni di proletari, disoccupati o che subiscono sfruttamento in lavori precari e malpagati, disagio abitativo e non riescono a prospettare un futuro migliore ai figli.
Questa è la strada lungo la quale far crescere anche il movimento politico comunista e internazionalista, per farla finita con il capitalismo e i nazionalismi, scorciatoie non ce n’è.
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