In Russia non esistono solo i fanatici nazionalisti che tutti i mezzi di comunicazione di massa ci mostrano con grande abbondanza di particolari. Esiste anche, per ora estremamente minoritaria, un’opposizione che inizia a scendere in piazza per cercare di bloccare il dilagante militarismo. Su essa circolano scarse notizie, tuttavia in queste ultime settimane ci sono state importanti mobilitazioni che rompono il quadro, in apparenza uniforme, di una società schierata senza riserve a favore del nazionalismo più becero.
Domenica 2 marzo a Mosca un migliaio di persone hanno tentato di manifestare urlando slogans contro la guerra e l’intervento militare in Ucraina. La polizia è intervenuta e sono state arrestate 50 persone (secondo altre fonti 100). Sempre il 2 marzo circa 500 manifestanti sono scesi in piazza a San Pietroburgo e anche qui ci sono stati numerosi arresti.
Sabato 8 marzo c’è stata a San Pietroburgo una manifestazione internazionalista contro la guerra indetta da organizzazioni marxiste e anarchiche. I numeri non sono stati molto elevati (circa 500 partecipanti), cosa emblematica della estrema debolezza del movimento rivoluzionario in Russia come altrove. Tale manifestazione ha comunque evidenziato il coraggio e la determinazione di questi compagni che sono scesi in piazza a dispetto di un imponente apparato repressivo e delle vessazione e gli insulti lanciati nei loro confronti dai nazionalisti presenti ai lati della manifestazione.
Tale mobilitazione ha anticipato la ben più corposa manifestazione che si è tenuta sabato 15 marzo a Mosca. A quest’ultima si calcola abbiano partecipato circa 50.000 persone. La sua caratterizzazione politica è stata marcatamente pacifista e antigovernativa. I manifestanti chiedevano una soluzione pacifica del conflitto e una maggiore libertà di informazione. Le parole d’ordine erano “ Non toccate l’Ucraina”, “No alla guerra”, “No al referendum sotto la minaccia delle armi”.Nella maggioranza dei manifestanti quindi era assente la spiccata caratterizzazione anticapitalista che aveva caratterizzato il corteo di San Pietroburgo della settimana precedente. Gli internazionalisti erano comunque presenti, anche se come forza nettamente minoritaria, alla manifestazione di Mosca di sabato scorso.
L’augurio che facciamo loro è che , anche grazie al loro intervento nel movimento di opposizione al nazionalismo guerrafondaio, si rafforzi anche in Russia una tendenza proletaria internazionalista capace di avere una influenza significativa sulla classe lavoratrice, la sola classe della società che può condurre fino in fondo la lotta contro il militarismo degli stati borghesi.
Combat – Comunisti per l’Organizzazione di Classe