L’Europa contro la Bielorussia «Voto irregolare, ora le sanzioni»

EUROPA,  BIELORUSSIA

CORRIERE Sab. 25/3/2006  
Maurizio Caprara

Mosca difende Lukashenko:
«Gli arresti nelle piazze? All’Ovest è peggio» Washington con Bruxelles:
prenderemo misure analoghe contro il regime

BRUXELLES – Spetterà ai ministri degli Esteri dell’Unione
Europea, convocati per il 10 aprile a Lussemburgo, stabilire in che cosa
consistono le «misure restrittive» annunciate ieri dai capi di Stato e di
governo dei 25 Paesi membri verso il regime bielorusso di Alexander Lukashenko
.
Contro questo retaggio di modello sovietico, tenuto in vita a uso privato da un
uomo in carica come presidente da dodici anni, l’Ue sta ancora cercando gli
strumenti più adatti per evitare risultati non voluti. Due in particolare:
irritare oltre misura la Russia di Vladimir Putin
, schierata in difesa
dell’alleato che si è attribuito oltre l’82 per cento dei voti nelle elezioni
del 19 marzo, e danneggiare la popolazione della Bielorussia, già sottoposta
a stili di vita tutt’altro che floridi
. Finora, sembra probabile che
Lukashenko non potrà mettere piede nel territorio dell’Ue e che i conti esteri
del suo Paese potrebbero subire congelamenti.
Passi calibrati. Il Consiglio europeo riunito ieri a Bruxelles si è
pronunciato poco dopo che a Minsk, nella notte, falangi di poliziotti in divisa
nera avevano smantellato la tendopoli degli oppositori in piedi da giorni nella
piazza Oktiabrskaia
. Unità antisommossa, bulldozer, spalaneve in azione
contro le tende montate dai ragazzi sull’esempio della protesta «arancione» in
Ucraina. Svegliati di colpo, oltre duecento manifestanti sono stati portati
via. Più tardi, rilasciati i minorenni e denunciate per «manifestazione non
autorizzata» le donne. Trattenuti i maschi adulti
. «Esercitavano il loro
diritto di riunirsi liberamente», ha messo in evidenza una dichiarazione del
Consiglio europeo, condannando gli arresti.
Nel comunicato, non si usa l’espressione «sanzioni». C’è scritto che le
«misure restrittive» dell’Unione Europea saranno adottate «contro i responsabili
delle violazioni degli standard elettorali, incluso il presidente Lukashenko»
.
Le autorità bielorusse hanno «mancato di rispettare gli impegni
dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) per
elezioni democratiche». Le presidenziali vengono giudicate «fondamentalmente
problematiche».
Da Mosca, proprio ieri, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha sferrato
un attacco all’Osce, insoddisfatta della regolarità del voto in Bielorussia
sulla base dei rapporti di 500 osservatori, 40 dei quali russi. Lavrov le ha
attribuito un ruolo «istigatore» delle proteste, mentre a suo avviso nello
sgombero di Minsk non c’è stato nulla «di paragonabile alla violenza che
vediamo in numerose capitali europee»
.
Era un po’ più duro il tono della bozza di dichiarazione dell’Ue presentata
da otto Stati fra i quali Lituania, Estonia, Lettonia. Nella versione finale
non sono comparsi né la definizione di «regime» per quello di Lukashenko né
l’invito a coinvolgere la Russia nelle misure contro di lui. La scelta dell’Ue,
però, piace alla Casa Bianca
. «Intendiamo prendere misure parallele che
comprendano restrizioni ai viaggi e sanzioni finanziarie», ha detto il
portavoce Scott McClellan. «Rilascio immediato», ha chiesto per gli oppositori
arrestati. Minsk aspetta.

 

Dopo le
elezioni: la protesta, gli arresti, la crisi diplomatica

IL VOTO Alle elezioni in Bielorussia il presidente
Alexander Lukashenko, secondo i dati ufficiali, ha vinto il suo terzo mandato,
con l’82,6 per cento dei voti. L’opposizione denuncia brogli
GLI ARRESTI Secondo l’opposizione, 500 persone sono state arrestate dopo
gli scontri in piazza. Ieri l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno deciso di
imporre le sanzioni
LA DIPLOMAZIA L’Osce, l’organizzazione Ue che ha monitorato il voto, ha
giudicato i risultati ufficiali «non attendibili». Mosca, sponsor di
Lukashenko, ha accusato l’Osce di voler creare tensioni

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