Una bomba plurifunzionale.
A ciascuno il suo utilizzo: “ fermezza e coesione, vigilanza contro l’eversione, rafforzare lo stato, combattere la mafia, fare come Falcone e Borsellino,
unire le forze politiche, difendere la scuola, far pentire e costituire gli asssassini,
lottare contro la nuova strategia della tensione…..”
le bombe non fanno piu’ Rumor!
Non possiamo guardare alla realtà odierna con gli occhiali del passato, ne’ possiamo usare categorie e moduli interpretativi di un mondo che non c’è piu’.
Il carrozzone della “società civile” si muove unito su binari tracciati, sicuri e di sicuro utilizzo nel senso dell’unità nazionale contro il caos.
“La mafia terrorista attacca lo stato, magari con l’aiutino di qualche suo pezzetto “deviato” , magari con qualche coincidenza temporale di troppo, ed il gioco è fatto, oggi piu’ di ieri.
Dobbiamo correre in soccorso dello stato insidiato, schierandoci al fianco degli inquirenti, commemorando sul serio i magistrati assassinati dalla mafia.
Comunque, bisogna scegliere da quale parte stare visto che non ci sono piu’ valori”, dalla parte dello stato, dei suoi uomini, oggi come ieri”.
E’ questo lo spettacolo, in replica anche oggi!
Dalle parti dei padroni e dei loro servitori, la “risposta civile” è pronta, si riscoprono le piazze e si riempiono di sindacati, politici, preti, uomini e donne “indignate” da cosi’ bestiale violenza.
Dalle parti nostre, compagneria e movimenti, si proietta un’altra pellicola ingiallita.
“Siccome ci sono i movimenti e la gente scende in piazza, lo stato, tramite la mafia e qualche servizietto deviato, li attacca per spegnerli, distruggerli”.
Do you remeber anni ’70, la strategia della tensione, le bombe, l’autunno caldo?
Ma oggi, OGGI, ci sono i movimenti, e le piazze, sono piene?
E la borghesia italiana, è quella degli anni ’70?
Ed il mondo, è “diviso” in due?
E quella strategia della tensione anni ’70 ha ancora senso e necessità di applicazione di fronte a condizioni mutate?
Al contrario, noi rifiutiamo di farci invischiare nella logica della “strategia della tensione”, dimostrata forma ormai della collusione tra potere economico-potere politico( fascista o mafioso che sia ).
Noi non siamo, né amiamo gli investigatori, quindi non facciamo ipotesi, non abbiamo nulla da indagare, né complotti da scoprire.
Possiamo solo constatare che una bomba è esplosa contro una scuola, in mezzo ad un gruppo di studentesse, uccidendone una e ferendone gravemente altre.
Per noi, che “criminali sono i padroni!”, non c’è nemmeno lo sfizio di dividere la società in guardie e ladri.
Per noi, che riteniamo i massimi esperti di esplosivo e massacri di “innocenti” proprio gli stati, i loro eserciti e governi, le loro guerre piu’ o meno “chirurgiche”, c’è solo una conferma della puzza di morte che emana dall’intera architettura sociale odierna.
A volte, la violenza di classe si esprime anche cosi’, in forma anomala, eccezionale ed interclassista, rispondendo probabilmente all’utilizzo della morte e della forza per ridefinire, anche a suon di bombe, rapporti di potenza tra frazioni dominanti, divise sulle linee di faglia da seguire nell’uscita dalla crisi.
Altre volte, quasi sempre, la violenza di classe unisce le frazioni borghesi che trovano i loro compromessi piu’ o meno “storici” o contingenti intorno allo sfruttamento, anche mortale, del proletariato.
E’ probabile che l’attuale instabilità elettorale espressione della crisi sia alla base dell’odierna fibrillazione politica, e del tentativo di superarla.
Una fibrillazione sanguinaria che trova pronta la risposta truffaldina degli stessi che l’hanno provocata, mentre non trova una risposta di classe ancora inadeguata.
Per quanto ci riguarda, restiamo contro questo stato, contro i suoi uomini armati ed in doppiopetto.
Non abbiamo da schierarci con alcun servitore dello stato, né saliremo su nessun carrozzone dell’”antimafia”.
Continueremo a combattere contro burattini e burattinai, nella prospettiva di distruggere l’intero loro teatro, intensificando impegno e lotta per l’organizzazione politica indipendente degli operai, dei precari, dei giovani, dei disoccupati per una società senza classi, per il comunismo.
COMUNISTI PER L’ORGANIZZAZIONE DI CLASSE
C O M B A T