L’asse economico Berlino-Mosca (I/II/III)

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L’asse economico Berlino-Mosca (I/II/III)

●    Le basi della alleanza strategica Russia-Germania sono state gettate già negli anni 1990, da una coalizione Cdu/CSU e FDP. La linea dell’alleanza strategica corrisponde agli interessi nazionali tedeschi, di cui qualsiasi governo tedesco ha semplicemente l’obbligo di tener conto, tra i quali interessi c’è “la proiezione della Germania verso i mercati est-europei, e soprattutto verso quello russo».

●    Le relazioni economiche Germania-Russia hanno anche un forte valore politico, mentre il peso delle relazioni economiche tedesche si sposta dal Nord America e dalla zona euro verso la Russia e l’Asia, le relazioni transatlantiche perdono forza di coesione dal punto di vista militare, ma cala anche il peso dell’export all’interno della zona dell’euro, e con esso a lungo termine il peso la moneta unica europea,

o   che serve per facilitare le esportazioni tedesche nei paesi dell’euro.

– Secondo Alexander Rahr, esperto sulla Russia di DGAP (Società tedesca per la politica estera) e autorevole fautore di una stretta cooperazione Germania-Russia, anche il prossimo cambio di governo non porterà ad alcun cambiamento nelle relazioni tra i due paesi;

– Nel 2005 la Cancelliera Merkel ha assunto tutti i progetti che Schröder aveva sviluppato con la Russia.

●    E dovrà farlo anche un ministro degli Esteri FDP, benché si dica critico verso la Russia.

●    Berlino prosegue la strategia di espansione in Russia con la vendita della maggioranza di Opel al gruppo austriaco Magna e alla banca di risparmio russa a controllo statale, Sberbank.

o   La partecipazione di Sberbank, la maggiore banca russa e uno dei maggiori creditori anche dell’industria dell’auto, apre a Opel l’importante mercato russo, il terzo maggiore d’Europa e uno dei mercati a maggiore crescita nel mondo (2007/2006, +37%),

o   e al contempo lega più strettamente alla Germania l’industria russa sempre più volta ad oriente.

o   In cambio i russi conquistano influenza in un tradizionale marchio tedesco,

o   e know-how utile a consolidare i gruppi del settore, Avtovaz e in particolare Gaz, la cui produzione è molto antiquata; dovrebbe in futuro rilevare la quota Opel detenuta da Sberbank.

o   Con il sostegno del governo russo Sberbank dovrebbe riunire in una grossa holding automobilistica i tre gruppi Gaz, Avtovaz e Kamaz, per renderli in grado di competere sul mercato int.le.

●    Il rafforzamento dell’asse russo-tedesco avviene a discapito di quello transatlantico, il perdente è il gruppo General Motors (GM), ex leader mondiale, che deve rinunciare agli stabilimenti europei di Opel e deve confrontarsi con nuovi concorrenti, in Russia, ma anche per l’industria americana rafforzata dalla tecnologia tedesca.

●    L’amministratore delegato di Sberbank è German Gref, ex ministro russo Economia (2000-2007), che ha stretti legami con il primo ministro russo Putin.

– Sberbank intende espandersi all’estero, Asia soprattutto (Asia centrale, India e Cina) ed Est Europa;

– l’anno scorso ha concluso un accordo con DB, dalla quale trae il know how per l’espansione in Occidente, che rallenterebbe l’espansione verso India e Cina.

o   viceversa, DB diffonde i propri prodotti sul mercato russo tramite Sberbank.

– La strategia seguita nell’accordo Opel-Magna-Sberbank è simile a quella di accordi in altri settori ad es. nel settore banche, Deutsche Bank-Sberbank; nell’energia, dove i gruppi tedeschi si sono assicurati l’accesso alle risorse russe, non ultimo fornendo le più moderne strutture di estrazione.

●    Il secondo aspetto di diversi accordi russo-tedeschi è che sono a spese degli Usa e che danneggiano le relazioni transatlantiche.

o   Ad es., dagli anni 1990 E.on ha sviluppato la propria cooperazione con i gruppi russi del gas, mentre è calata l’influenza Usa nel settore, dall’incarcerazione del capo di Yukos, Chodorowski.

– Mentre si riduce il commercio transatlantico aumenta in modo superiore alla media quello con la Russia:

– gli scambi commerciali con i paesi dell’Est Europa superano nel loro insieme di due volte e mezza quelli con gli Usa. La loro crescita continua da lungo tempo, all’opposto dell’andamento delle relazioni transatlantiche.

o   2008, interscambio commerciale russo-tedesco + 19,8%, con un volume di oltre €68MD;

o   la Russia passa per la prima volta al primo posto nel commercio tedesco con l’Est Europa, superando la Polonia.

o   L’export tedesco a €32,3 MD, poco meno di quello verso la Cina, €34MD.

o   In Russia ci sono oltre 6000 imprese tedesche, che a fine 2008 vi avrebbero investito $17,4MD. I volume dei reali investimenti tedeschi è molto superiore perché importanti investimenti tedeschi sono stati fatti tramite paesi terzi, come Austria o Olanda.

●     Negli ultimi 5 anni il volume dell’interscambio Germania-Europa orientale è più che raddoppiato e nel 2008 ha raggiunto i €307MD,

o   con un surplus tedesco di €25 MD.

o   Nonostante la crisi la Germania è la prima dei partner commerciali dell’Occidente della Russia, con un volume di $21,2MD, contro $8,4MD della Francia, $7,9MD dell’Italia; e i €9,2 degli Usa.

– L’Europa orientale (Russia compresa) rappresenta il 17% del commercio estero tedesco complessivo,

– mentre quello Germania-Usa-(Americhe?) è solo il 6,5%; un calo del relativo, ma anche assoluto dai €126,5 MD del 2006 ai €117,5MD nel 2008;

o   Il commercio tedesco con la Cina è il 5% del totale tedesco.

– L’Est Europa è un “motore di crescita imprescindibile” per l’industria tedesca (Klaus Mangold, presidente della “Ost-Ausschuss der Deutschen Wirtschaft” – Commissione per l’Est dell’economia tedesca), e questo vale nonostante il crollo degli scambi causato dalla crisi economica (fino a -30% con la Russia).

o   Proprio nella crisi diverse imprese cercano di rafforzare la propria posizione proponendosi come alleati per la modernizzazione della Russia;

o   da inizio anno diverse hanno allargato la propria attività in Russia, come Vw, Henkel e Siemens, oppure l’hanno iniziata, come Lanxess.

o   Berlino e Mosca hanno messo a disposizione crediti di aiuto fino a €500mn. tramite la banca KfW-IPEX e Vneshekonombank (VEB).

o   Un nuovo fulcro di espansione il settore agro-alimentare russo; la Russia ha una superficie coltivabile superio a quella di tutti i paesi UE messi assieme, ed ha stanziato per il 2012 quasi €20MD di stimoli per la modernizzazione dell’agricoltura, definita obiettivo strategico.

o   Di questo approfittano diverse imprese di tecnologia agraria, da anni operanti in Russia Saatgut, Landtechnik, Pflanzenschutz), e l’industria tedesca che nel 2008 ha fornito merci per €750mn., +20%.

o   Nel complesso i gruppi tedeschi nel 2007 hanno fornito alla Russia strumenti agricoli per €2,7MD.

o   La Germania è divenuta il terzo maggior esportatore di strumenti agricoli del mondo, dopo Usa e Olanda.

– Espansione delle imprese tedesche anche nel settore energetico, nel quale la Germania cerca opportunità di commercio; E.on ha migliorato la propria posizione int.le entrando di recente in uno dei maggiori giacimenti di gas (Jushno Russkoje); la nuova agenzia dell’energia russo-tedesca Rudea – per il 40% di proprietà statale su modello dell’agenzia tedesca Dena – aprirà ai gruppi tedeschi il settore estrazione ed utilizzo dell’energia in Russia.

– Sta procedendo anche la cooperazione russo-tedesca nel nucleare: il gruppo russo dell’energia Inter RAO UES sta pensando di fornire energia nucleare alla Germania dalla centrale progettata per l’exclave russa di Kaliningrad, tramite un cavo che dovrebbe passare lungo il gasdotto del Baltico.

– La futura chiusura delle centrali nucleari tedesche potrebbe avvenire con la partecipazione di Nukem Technologies, fino al 2006 appartenente alla tedesca RWE, e poi acquisita dalla holding russa del nucleare Rosatom, alleata della tedesca Siemens. 

o   Nukem ha molta esperienza nella chiusura di impianti nucleari e nello stoccaggio di materiale radioattivo. Negli anni 1980 si è trovata in Germania al centro di uno dei maggiori scandali del nucleare per la trascuratezza degli stoccaggi.

– Tecnologie per la sicurezza: piani per l’ingresso con il 30% del gruppo russo Sistema nel tedesco Infineon AG, che gli consentirebbe di accedere a tecnologie di base e a sistemi di cifratura utilizzabili militarmente.

o   Dentro Infineon ci sono opposizioni all’operazione perché la cooperazione con Mosca diminuirebbe le possibilità di mercato in Occidente; la Cancelleria avrebbe però dato il suo benestare al progetto: se si vuole rafforzare la cooperazione non si può più continuare a ignorare la richiesta russa di alta tecnologia tedesca.

o   Le contropartite: Siemens ad es. ha di recente ottenuto commesse per vari miliardi.

– Sistema è un gruppo misto, che opera anche nelle telecomunicazioni e nella tecnologia dell’informazione; nel 2008 ha registrato un fatturato di $18,8 MD,

o   dalla stampa economica è definito come l’unico talento con cui la Russia può svilupparsi nel campo dell’alta tecnologia.

o   Sistema, che cerca di entrare in Infineon da quando è fallita la cooperazione con Deutsche Telekom spera di essere aiutato da Infineon nella commercializzazione del sistema Glonass dei militari russi, che sarà sviluppato in competizione con GPS e Galileo.

o   Al tempo motivi di sicurezza portarono al respingimento dell’ingresso di Sistema in Telekom, che forniva anche reti dati e mezzi di comunicazioni per spionaggio.

– Anche Infineon produce sistemi di cifratura e di pass per lo Stato, utilizzati anche dai militari, la filiale di Sistema, RTI Systems rifornisce sia i servizi segreti che il ministero russo della Difesa, tra l’altro di impianti radar e sistemi elettronici per gli elicotteri da guerra.

– 2009, il maggior importatore in Russia era la Cina, seguita dalla Germania;

o   il gruppo tedesco Siemens ha ottenuto una serie di grandi commesse: assieme ad un partner russo entro fine anno fornirà 221 locomotive alle ferrovie statali russe RDZ, per un prezzo di €1,1MD; Siemens fornirà dispositivi di elaborazione e controllo informazioni per il trasporto di energia al gruppo gestore di reti MRSK;

o   Siemens parteciperà anche alla costruzione di infrastrutture per la liquefazione del gas, da costruire nel Mar del Nord e sull’isola di Sachalin.

 All’opinione la cooperazione economica Germania-Russia viene presentata come “Alleanza per la modernizzazione”[1] dell’industria russa che dopo il crollo dell’Urss ha perso posizioni a livello int.le.

[1] Quella Germania-Russia è stata fondata nel 2008, si è andata allargando a tutta l’Europa, nel novembre 2009 Francia-Russia, poi nel giugno 2010 Belgio-Russia. Si sono create anche rivalità; il ministero francese della Difesa, in vista della vendita alla Russia di portaelicotteri francesi: “Francia e Russia sono partner strategici per la tecnica militare. Mosca intende acquistare corazzature per veicoli bellici da un gruppo tedesco.

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Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (I)

05.10.2009
BERLIN/MOSKAU

–   (Eigener Bericht) – Mit dem Verkauf der Opel-Mehrheit an Magna und die Sberbank führt Berlin erprobte Strategien der deutschen Russland-Expansion fort. Die Beteiligung der russischen Bank öffnet dem Rüsselsheimer Konzern den Weg auf den russischen Markt, dem in der Automobilindustrie hohe Bedeutung beigemessen wird.

–   Zugleich bindet er die russische Industrie, die sich zunehmend nach Asien orientiert, enger an Deutschland. Als Gegenleistung erhält die russische Seite umfangreiches Know-How zur Konsolidierung maroder russischer Automobilfirmen und Einfluss auf eine deutsche Traditionsmarke.

–   Der Ausbau der deutsch-russischen Wirtschaftsachse geschieht zu Lasten transatlantischer Kooperation: Verlierer ist der US-Konzern General Motors (GM). Der einstige Weltmarktführer muss nicht nur auf die europäischen Opel-Werke verzichten, sondern bekommt weltweit neue Konkurrenz. Dies gilt nicht zuletzt für den wichtigen russischen Markt, wo in Zukunft nicht nur Opel gegen GM antritt, sondern auch die einheimische Industrie – gestärkt durch deutsche Technologie.

Keine Fragen mehr

Wie der österreichische Magna-Konzern mitteilt, soll der Opel-Kaufvertrag in wenigen Tagen unterzeichnet werden. "Spätestens Mitte Oktober" solle der Deal abgeschlossen sein, erklärt Firmenchef Siegfried Wolf. Es gebe "keine ungeklärten Fragen mehr", bekräftigt der Sberbank-Vorstandsvorsitzende German Gref.[1] Damit nähert sich eine der bedeutendsten Konzern-Transaktionen des Jahres dem Abschluss. Sie baut die stetig anwachsende deutsch-russische Wirtschaftskooperation weiter aus.

Banken-Kooperation

–   Die vom russischen Staat kontrollierte Sparkasse Sberbank ist das größte Geldhaus des Landes und einer der größten Kreditgeber unter anderem der russischen Automobilindustrie.

–   Ihr Vorstandsvorsitzender ist German Gref, ein ehemaliger russischer Wirtschaftsminister (2000 bis 2007), der auch weiterhin engen Kontakt zum russischen Ministerpräsidenten Wladimir Putin pflegt.

–   Die Sberbank will ihre Position auf dem Weltmarkt deutlich verbessern und plant zu diesem Zweck die Expansion ins Ausland, vor allem nach Asien (Zentralasien, Indien, China) und Osteuropa.

–   Letztes Jahr hat sie ein Abkommen mit der Deutschen Bank geschlossen, das eine enge Zusammenarbeit begründet. So ist vereinbart, dass die Sberbank von der Deutschen Bank das für die Westexpansion nötige Know-How erhält;

–   umgekehrt darf die Deutsche Bank ihre Produkte über die Sberbank auf dem russischen Markt vertreiben.[2] Der in wenigen Tagen abgeschlossene Opel-Deal belegt erneut, dass in Moskau der Westexpansion weiter erhebliches Gewicht beigemessen wird: Laut Beobachtern könnte er den Gang des Kredithauses nach Indien und China verzögern.[3]

Technologie-Austausch

–   Mit dem Einstieg bei Opel sucht die Sberbank vor allem den Zugriff auf Technologie zu erlangen, die für die dringend nötige Modernisierung der russischen Automobilindustrie unentbehrlich ist. "Wenn das nicht geschieht, dann haben wir unsere Zeit verschwendet", urteilt Sberbank-Chef Gref.[4] Die Technologie soll vor allem dem russischen Automobilhersteller Gaz zugute kommen, dessen Produktion völlig überaltert ist. Gaz darf, sollte es gelingen, den Konzern zu stabilisieren, zu einem späteren Zeitpunkt die Opel-Anteile der Sberbank übernehmen; dies könne, heißt es, unter günstigen Umständen innerhalb des kommenden Jahres geschehen.

–   Auch der Automobilproduzent Avtovas, der unter anderem das Modell "Lada" herstellt, könnte in Zukunft von deutscher Opel-Technologie profitieren: Die Sberbank möchte mit Unterstützung der russischen Regierung die drei bei ihr verschuldeten Kraftfahrzeugunternehmen Gaz, Avtovaz und Kamaz zu einer großen Autoholding fusionieren. Ähnliche Bemühungen finden in Russland auch in anderen Branchen statt [5]; Ziel ist, die russische Industrie zu stabilisieren und zurück in die Weltmarktkonkurrenz zu führen.

Ein riesiger Markt

Die deutsche Unterstützung für den Magna-Sberbank-Deal, den die russische Seite zur Verwirklichung ihrer Pläne nutzen will, wird keinesfalls uneigennützig geleistet.

–   Schon allein die Gewinne, die der russische Automobilmarkt verspricht, lassen die Zugeständnisse an Moskau als günstige Eintrittskarte erscheinen. Russlands Automarkt war im Jahr 2007 nach Zuwächsen von 37 Prozent gegenüber dem Vorjahr der drittgrößte Automarkt Europas und einer der am schnellsten wachsenden Märkte weltweit.

–   Dabei hatte sich der Absatz der Automobilimporteure im Jahr 2007 fast verdreifacht, wobei japanische und koreanische Hersteller am stärksten gewannen und deutsche Hersteller im Vergleich zurückfielen. Den größten Marktanteil unter den Importeuren hielt 2007 GM; VW folgte als stärkster deutscher Produzent in der Rangliste auf Platz 14.[6] Langfristig wird trotz der Wirtschaftskrise, die aktuell zu dramatischen Einbrüchen führt, mit weiterem starken Wachstum gerechnet. "Mit einer PKW-Dichte von 200 Autos auf 1000 Personen ist der Nachholbedarf in Russland gemessen an Westeuropa weiterhin groß", schreibt der Ost-Ausschuss der Deutschen Wirtschaft in einer aktuellen Stellungnahme.[7] Analysten halten es für möglich, dass Russland hinter China und den USA zum drittgrößten Automarkt weltweit aufsteigt. "Wer in diesem Business künftig einer Rolle spielen will, muss nach Russland", urteilt der Branchenexperte Ferdinand Dudenhöffer: "Ohne eigene Fabriken kann man dort nicht bestehen".[8]

Opel und Gaz gegen GM

Entsprechend wertvoll ist für Opel die Kooperation mit der russischen Automobilindustrie. Inzwischen unterhalten fast alle weltweit bedeutenden Fahrzeugproduzenten Werke in Russland; auch weniger bekannte Hersteller aus China und Indien sind präsent. Die deutschen Konzerne befinden sich im Rückstand. Zu den erfolgreichsten Marken gehört die GM-Tochter Chevrolet, die bereits seit 2001 in Togliatti an der Wolga ein Joint Venture mit Avtovas betreibt. Allein Chevrolet hielt noch 2007 einen Marktanteil von mehr als acht Prozent. Die Marke hat damit für die GM-Expansion in Osteuropa zentrale Bedeutung. Opel-Pläne, ein eigenes Werk in Russland zu errichten, schlugen hingegen lange fehl; im Zuge der Abspaltung von GM wird das Unternehmen jedoch dessen Werk in St. Petersburg erhalten, das im November 2008 eröffnet worden ist. Bemühungen von Magna und Sberbank, Opel zudem noch die Chevrolet-Werke in Togliatti zuzuschlagen, konnte GM allerdings abwehren. Die GM-Abwehrschlacht spiegelt sich bis in Detailbestimmungen des Vertrags; dort ist etwa festgelegt, dass Opel in China zwei Modelle erst in mehreren Jahren vertreiben darf.[9] Bei GM wird befürchtet, nicht nur durch "New Opel", sondern auch durch Gaz stärker unter Druck zu geraten: Wenn Gaz Opel-Technologie nutze, könnten seine Fahrzeuge Chevrolet russische Marktanteile entreißen, heißt es in Detroit.

Ein erprobtes Modell

–   Der Opel-Magna-Sberbank-Deal entspricht damit weitgehend erprobten Strategien deutscher Konzernexpansion nach Russland. Die deutsche Seite liefert Technologien und Know-How, die russische öffnet den Markt: Das Vorgehen gleicht Absprachen in anderen Branchen, etwa bei den Banken (Deutsche Bank/Sberbank), aber auch auf dem Energiesektor, wo deutsche Konzerne sich den Zugriff auf die russischen Ressourcen nicht zuletzt mit der Bereitstellung modernster Förderanlagen erkaufen.

–   Dass die deutsch-russischen Geschäfte auf Kosten der Vereinigten Staaten vonstatten gehen und die transatlantischen Beziehungen eintrüben, ist die zweite Seite nicht nur des Opel-Deals, sondern zahlreicher weiterer Transaktionen.

–   So steigert Eon schon seit den 1990er Jahren kontinuierlich seine Kooperation mit der russischen Erdgaswirtschaft, während der Einfluss der USA auf die Branche seit der Inhaftierung von Yukos-Chef Michail Chodorkowski in hohem Maße zurückgedrängt worden ist; Washington reagiert verärgert.

Wie sich der Ausbau der Wirtschaftsachse Berlin-Moskau in anderen Branchen vollzieht und welche Aussichten er unter der neuen Regierungskoalition hat, berichtet german-foreign-policy.com an dieser Stelle in wenigen Tagen.

[1] Sberbank will Opel-Anteile an Autobauer Gaz verkaufen; Die Presse 02.10.2009

[2] s. dazu Finanzbrücke

[3] Der Russe für Rüsselsheim; Frankfurter Allgemeine Zeitung 30.05.2009

[4] Sberbank-Opel deal meaningless without tech transfer; Reuters 19.09.2009

[5] s. auch Bündnisprojekt und Unheilvoller Schatten

[6] Der Bär erwacht; Spiegel Online 21.02.2008

[7] Opel-Lösung wichtige Weichenstellung; www.ost-ausschuss.de 10.09.2009

[8] Der Bär erwacht; Spiegel Online 21.02.2008

[9] GM dementiert Einigung mit Magna; Der Tagesspiegel 14.08.2009

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Gfp      091007
Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (II)
07.10.2009
BERLIN/MOSKAU

–   (Eigener Bericht) – Die künftige Bundesregierung wird die enge Zusammenarbeit mit Russland fortsetzen. Dies sagt einer der prominentesten Berliner Russland-Experten von der Deutschen Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) voraus. Demnach entspreche die Kooperation zwischen Berlin und Moskau "in vollem Umfang den nationalen Interessen" und stehe auch für einen FDP-Außenminister, dessen Partei durch russlandkritische Äußerungen aufgefallen ist, nicht zur Disposition.

–   Tatsächlich profitieren Unternehmen aus der Bundesrepublik seit Jahren in besonderem Maße von der deutsch-russischen Annäherung, die es etwa deutschen Energiekonzernen ermöglicht, eine privilegierte Position beim Zugriff auf russische Ressourcen zu bewahren. Jüngstes Ergebnis der Zusammenarbeit ist der von Berlin forcierte Einstieg der Sberbank bei Opel (Rüsselsheim).

–   Die Entwicklung der deutsch-russischen Wirtschaftsbeziehungen offenbart langfristig wirksame Kräfteverschiebungen:

o    Während das transatlantische Geschäft weiter schrumpft, steigt der Handel mit Russland stark überdurchschnittlich an. Der deutsche Warenaustausch mit den osteuropäischen Staaten insgesamt übertrifft den Handel mit den USA mittlerweile um das Zweieinhalbfache – ein deutliches Symbol für die Schwächung der transatlantischen Bindungen Berlins.

Nationale Interessen

–   Wie Alexander Rahr, Russland-Experte der Deutschen Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) und einer der prominentesten Befürworter einer engen Kooperation zwischen Berlin und Moskau, voraussagt, wird der bevorstehende Regierungswechsel "keine Veränderung" [1] im Verhältnis zwischen Deutschland und Russland hervorrufen.

–   Der "Kurs einer strategischen Partnerschaft" entspreche "in vollem Umfang den nationalen Interessen", erklärt Rahr. "Jede deutsche Regierung, wer auch immer ihr angehören sollte", sei "einfach verpflichtet, die nationalen wirtschaftlichen Interessen zu berücksichtigen". Dies schließe "auch das Vorrücken Deutschlands auf die osteuropäischen Märkte, vor allem aber Russlands, ein".

–    Bundeskanzlerin Merkel habe 2005 "alle Projekte übernommen, die Schröder gemeinsam mit Russland entwickelt hatte". Auch ein Außenminister von der FDP, einer Partei, die sich gerne russlandkritisch gebe, werde dies tun müssen.

–   Ohnehin sei "die Grundlage dieser strategischen Partnerschaft zwischen Deutschland und Russland" schon während der 1990er Jahre geschaffen worden – von einer Koalition aus CDU/CSU und FDP.

Höchstmarke

Die kontinuierlich steigende wirtschaftliche Bedeutung der deutsch-russischen Kooperation zeigt sich deutlich in den Handels- und Investitionsstatistiken.

–   Der deutsch-russische Außenhandel wuchs im Jahr 2008 weit überdurchschnittlich um 19,8 Prozent auf ein Volumen von mehr als 68 Milliarden Euro; damit hat Russland die bisherige Nummer eins des deutschen Osteuropahandels, Polen, erstmals überflügelt.

–   Die deutschen Ausfuhren erreichten ein Volumen von 32,3 Milliarden Euro und lagen damit nur wenig unter den Exporten in das wesentlich bevölkerungsreichere China (34 Milliarden Euro).

–   In Russland sind inzwischen mehr als 6.000 deutsche Unternehmen registriert; nach russischen Angaben hatten sie bis Ende 2008 17,4 Milliarden US-Dollar investiert. Das tatsächliche Investitionsvolumen liegt jedoch deutlich darüber, da erhebliche deutsche Investitionen über Drittländer wie Österreich oder die Niederlande getätigt werden.

Wachstumsmotor

–   Das langfristig anhaltende Wachstum des deutschen Russland- und Osteuropahandels kontrastiert scharf mit der Entwicklung der transatlantischen Wirtschaftsbeziehungen.

–   Das deutsch-osteuropäische Handelsvolumen hat sich in den letzten fünf Jahren mehr als verdoppelt und im vergangenen Jahr ein Volumen von rund 307 Milliarden Euro erreicht – bei einem deutschen Außenhandelsüberschuss von 25 Milliarden Euro. Die Region wickelt damit 17 Prozent des gesamten deutschen Außenhandels ab,

–   während gerade noch 6,5 Prozent auf den deutsch-US-amerikanischen Warenaustausch entfallen. Selbst das boomende China erreicht nur fünf Prozent.

–   Dabei schrumpfte das Handelsvolumen zwischen Deutschland und den Vereinigten Staaten nicht nur relativ, sondern auch in absoluten Zahlen und sank von 126,5 Milliarden Euro im Jahr 2006 auf 117,5 Milliarden im Jahr 2008.

–   Mit der Öffnung Osteuropas vor 20 Jahren habe eine "beispiellose Erfolgsgeschichte" begonnen, urteilt der Vorsitzende des Ost-Ausschusses der Deutschen Wirtschaft, Klaus Mangold: Die Region sei ein "entscheidender Wachstumsmotor" für die deutsche Industrie.[2]

Solide Basis

–   Wie der Ost-Ausschuss urteilt, gilt dies trotz der aktuellen, durch die Weltwirtschaftskrise bedingten Handelseinbrüche. Auch wenn das deutsch-russische Handelsvolumen dieses Jahr um bis zu 30 Prozent sinken könne, besäßen die bilateralen Wirtschaftsbeziehungen eine "solide Basis", erklärt Mangold; viele Firmen suchten gerade in der Krise "ihre Chance, die eigene Position auszubauen und sich als Partner für die Modernisierung Russlands anzubieten

–   ".[3] Tatsächlich haben mehrere Konzerne ihre Russland-Aktivitäten seit Jahresbeginn ausgeweitet (VW, Henkel, Siemens) oder neu gestartet (Lanxess).[4] Berlin und Moskau stellen über die KfW-IPEX-Bank und die Vneshekonombank (VEB) Stützungskredite von bis zu 500 Millionen Euro bereit.[5]

Neuer Schwerpunkt

–   Ein neuer Expansionsschwerpunkt ist dabei die russische Agrar- und Ernährungsbranche. Russland verfügt über eine größere Ackerfläche als alle EU-Staaten zusammen, hat jüngst die Modernisierung seiner maroden Landwirtschaft zum strategischen Entwicklungsziel erklärt und stellt bis 2012 fast 20 Milliarden Euro an Fördermitteln bereit.

–   Davon profitieren nicht nur zahlreiche deutsche Agrartechnologie-Firmen (Saatgut, Landtechnik, Pflanzenschutz), die bereits seit Jahren in Russland tätig sind, sondern auch die deutsche Landtechnikindustrie, die vergangenes Jahr Güter im Wert von 750 Millionen Euro dorthin lieferte – eine Steigerung von immerhin 20 Prozent.

–   Insgesamt lieferten deutsche Unternehmen im Jahr 2007 Agrargüter im Wert von 2,7 Milliarden Euro nach Russland, das damit dazu beiträgt, dass Deutschland nach den USA und den Niederlanden zum drittgrößten Agrarexporteur weltweit aufgestiegen ist.[6]

Energie-Agentur

–   Fortschritte macht weiterhin die Expansion auf dem Energiesektor.[7] Dabei bemüht sich Berlin auch um Absatzmöglichkeiten jenseits der Erdgasbranche, in der kürzlich Eon seine privilegierte Stellung mit dem Einstieg in eines der größten Erdgasfelder weltweit (Juschno Russkoje) gestärkt hat.

–   Die neu gegründete Russisch-Deutsche Energie-Agentur (Rudea) soll deutschen Unternehmen nun auch Zugang zum weiten Feld der umweltschonenden Energiegewinnung und -nutzung in Russland eröffnen.[8] Rudea ist nach dem Vorbild der halbstaatlichen Deutschen Energie-Agentur (Dena) gestaltet, die 40 Prozent an der Institution hält.

Atomallianz

–   Nicht zuletzt schreitet die deutsch-russische Nuklearkooperation ungebrochen voran.[9] Der russische Stromkonzern Inter RAO UES prüft zur Zeit die Lieferung von Atomstrom aus dem geplanten Kernkraftwerk in der russischen Exklave Kaliningrad nach Deutschland – durch ein Kabel, das entlang der Ostsee-Pipeline verlaufen soll.[10]

–   Die nuklearwirtschaftliche Verflechtung zwischen Deutschland und Russland erreicht jetzt zudem einen höchst sensiblen Bereich: Die zukünftige Stilllegung deutscher Atomkraftwerke könnte unter maßgeblicher russischer Beteiligung stattfinden.

–   Die mit dem deutschen Siemens-Konzern alliierte russische Nuklearholding Rosatom hat das deutsche Unternehmen Nukem Technologies erworben, das sich bis 2006 im Besitz des Stromkonzerns RWE befand.

o    Nukem kann auf umfangreiche Erfahrung bei der Stilllegung von Atomanlagen und bei der Lagerung radioaktiver Stoffe verweisen; in den 1980er Jahren stand sie mit ihrer fahrlässigen Lagerpraxis im Mittelpunkt eines der größten bundesdeutschen Atomskandale. Das jetzt in russischen Besitz übergegangene Unternehmen hat gute Chancen, mit dem Abbau deutscher Kernkraftwerke beauftragt zu werden.[11]

Bitte lesen Sie zur deutsch-russischen Wirtschaftskooperation auch Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (I) sowie Energiekraken, Stürmische Entwicklung, Unheilvoller Schatten, 4.500 Kilometer um Berlin, Seit 1881, Krieg, Natürliche Modernisierungspartner, Zum zweiten Mal, Finanzbrücke, Eurasien und Atomallianz.

[1] "Keine Kurskorrektur in Berlins Russlandpolitik"; Deutsche Welle Fokus Ost-Südost 01.10.2009

[2] Ein Schub für die deutsch-russischen Beziehungen; www.ost-ausschuss.de 15.07.2009

[3] Trendwende in Russland bis Mitte 2010; www.ost-ausschuss.de 08.07.2009

[4] Russische Föderation; www.ost-ausschuss.de. S. auch Wohin die Reise geht

[5] Kreditvereinbarung hilft deutschem Mittelstand und unterstützt die Modernisierung der russischen Wirtschaft; www.ost-ausschuss.de 16.07.2009

[6] Ost-Ausschuss: Agrar- und Ernährungswirtschaft wird strategischer Schwerpunkt der deutsch-russischen Zusammenarbeit; www.ost-ausschuss.de 08.06.2009

[7] s. auch Eurasien

[8] Russisch-Deutsche Energieagentur (Rudea) gegründet; ddp 17.07.2009

[9] s. dazu Gefährliche Verwerfungen und Atomallianz

[10] Fließt bald russischer Atomstrom nach Deutschland?; dpa 25.09.2009

[11] Stilllegung deutscher Atomkraftwerke unter russischer Regie; ddp 18.08.2009

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Gfp      100630
Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (III)
30.06.2010
MOSKAU/BERLIN

–   (Eigener Bericht) – Mit Plänen zum Einstieg des russischen Sistema-Konzerns bei der deutschen Infineon AG treiben Berlin und Moskau ihre Zusammenarbeit auf dem Feld der Securitytechnologie voran. Sistema soll knapp 30 Prozent an Infineon übernehmen und sich damit den Zugriff auf Basistechnologien, aber auch auf militärisch nutzbare Verschlüsselungssysteme verschaffen.

–   Zwar bestehen bei Infineon Widerstände, da die Securitykooperation mit Moskau die Absatzchancen im Westen schwächen würde; der Konzern streitet dementsprechend konkrete "Gespräche" bis heute ab. Doch habe das Kanzleramt Berichten zufolge grünes Licht für das Vorhaben gegeben, da das Verlangen Moskaus nach deutscher Hochtechnologie beim Ausbau der bilateralen Kooperation nicht länger gänzlich ignoriert werden könne.

–   Gegenleistungen stehen in Aussicht: So hat zum Beispiel Siemens in den letzten Wochen mehrere milliardenschwere Aufträge erhalten. Die immer intensivere deutsch-russische Wirtschaftskooperation wird dem Publikum als "Modernisierungspartnerschaft" angepriesen und auch über die EU weiter ausgebaut. Ziel ist eine Verringerung der Abhängigkeit Deutschlands von den Märkten Nordamerikas sowie der Eurozone. Zu den Folgen gehört die abnehmende Bindung der Bundesrepublik an die Gemeinschaftswährung der EU.

Grünes Licht

–   Wie es in Presseberichten heißt, hat das Bundeskanzleramt prinzipiell grünes Licht für den Einstieg des russischen Sistema-Konzerns bei der deutschen Infineon AG gegeben.

–   Sistema (Moskau) ist ein Mischkonzern, der unter anderem in der Telekommunikations- und in der Informationstechnologie tätig ist; er erzielte vergangenes Jahr einen Umsatz von rund 18,8 Milliarden US-Dollar und wird in der Wirtschaftspresse als "das einzige Pfund" bezeichnet, "mit dem Russland in Sachen Hightech wuchern kann".[1]

–   Sistema würde im Falle eines Einstiegs bei Infineon nicht nur von den deutschen Basistechnologien profitieren, sondern auch von Spezialsystemen. So heißt es, Sistema erhoffe sich von Infineon etwa Hilfen bei der Kommerzialisierung des Glonass-Systems des russischen Militärs, das zur Konkurrenz von GPS und Galileo ausgebaut werden soll.[2]

–   Sistema plant den Einstieg bei Infineon, seit die schon vor Jahren angestrebte Kooperation mit der Deutschen Telekom gescheitert ist. Damals galten ernsthafte Sicherheitsbedenken für die deutsche Ablehnung als ausschlaggebend, weil die Telekom unter anderem Datennetze sowie abhörsichere Kommunikationsmittel bereitstellt. Inzwischen scheinen die Sicherheitsbedenken zurückzutreten. Wie es heißt, soll der einflussreichste Wirtschaftsberater der Bundeskanzlerin, Jens Weidmann, Sondierungen bei Infineon anstellen.

Dual Use

–   Dabei geht es auch im Falle von Infineon um relevante Securitytechnologien.[3] So stellt Infineon nicht nur Pass- und Verschlüsselungssysteme für deutsche Behörden her; diese Technologien lassen sich grundsätzlich auch militärisch nutzen. Die Sistema-Tochter RTI Systems wiederum beliefert das russische Verteidigungsministerium; sie stellt unter anderem Radaranlagen für das Militär und Elektroniksysteme für russische Kampfhubschrauber her.

–   Auch den Geheimdienst zählt die Firma zu ihren Kunden. Bei Infineon bestehen deswegen erhebliche Widerstände gegen den Einstieg von Sistema. Eine Beteiligung des russischen Unternehmens schränke "jede Expansionsmöglichkeit im Westen ein", heißt es in Konzernkreisen mit Blick auf die Beziehungen zwischen Sistema und den russischen Streitkräften.[4]

–   In Berlin hingegen ist zu hören, Moskau mache Druck und könne nicht länger ignoriert werden. Bereits das Scheitern des geplanten Einstiegs bei Opel habe im Moskauer Establishment heftigen Unmut ausgelöst [5]; jetzt müsse die russische Seite einmal zum Zuge kommen.

Vorleistungen

–   Tatsächlich ist Russland gegenüber Berlin bereits mehrfach in Vorleistung getreten. Deutsche Energiekonzerne, vor allem Eon, halten exklusive Positionen in der russischen Erdgasbranche.[6] Die deutsch-russischen Geschäfte boomten bis zum Beginn der Weltwirtschaftskrise und befinden sich bereits wieder im Aufschwung;

–   russische Importeure kaufen nach wie vor in hohem Maße bei deutschen Lieferanten, wenn auch China in der Moskauer Einfuhrstatistik seit 2009 knapp auf dem ersten Platz vor Deutschland rangiert.[7] Zuletzt hat Siemens eine ganze Reihe von Großaufträgen erhalten. So wird Siemens gemeinsam mit einem russischen Partner ab Jahresende Lokomotiven an die russische Staatsbahn RZD ausliefern – Preis für 221 Stück: 1,1 Milliarden Euro.

–   Dem russischen Netzbetreiber MRSK wird der deutsche Konzern Leittechnik für den Stromtransport liefern.

–   Zudem soll Siemens sich am Bau der Infrastruktur für die Gasverflüssigung beteiligen, die gegenwärtig im Nordmeer und auf Sachalin errichtet wird.[8] Folgeaufträge sind nicht unwahrscheinlich.

Modernisierungspartnerschaften

–   Die deutsch-russische Wirtschaftskooperation, die sich schon vor Jahren auch auf militärisch relevante Felder zu erstrecken begann [9], wird dem Publikum als "Modernisierungspartnerschaft" zu beiderseitigem Nutzen angepriesen: Die Industrie Russlands, die nach dem Zusammenbruch der Sowjetunion den Anschluss an das Weltniveau weitgehend verloren habe, solle mit Hilfe deutscher Unternehmen auf den aktuellen Stand der Technologie gebracht werden.

–   Offiziell haben Berlin und Moskau eine solche "Modernisierungspartnerschaft" im Oktober 2008 begründet und sie Schritt für Schritt auf die gesamte EU erweitert.

–   Im November 2009 zog Paris mit einer französisch-russischen "Modernisierungspartnerschaft" nach, Anfang Juni 2010 einigten sich nun Brüssel und Moskau auf ein gleichartiges Programm. Dabei entstehen durchaus auch Rivalitäten. "Frankreich und Russland sind strategische Partner auf dem Gebiet der militärtechnischen Zusammenarbeit" [10], erklärte der französische Verteidigungsminister mit Blick auf den geplanten Verkauf von Hubschrauberträgern aus französischer Produktion an die russischen Streitkräfte.

–   Panzerungen für Kriegsfahrzeuge will sich Moskau hingegen in Kooperation mit einem deutschen Hersteller beschaffen.

Konkurrenzlos

Insgesamt sind jedoch die Vorteile aus der "Modernisierungspartnerschaft" im Westen recht klar verteilt. Deutsche Energiekonzerne nehmen mit Abstand die stärkste ausländische Position in der russischen Erdgasbranche ein – und haben damit exklusiven Zugriff auf die größten Gasreserven weltweit. Auch der russische Absatzmarkt nutzt vor allem den deutschen Produzenten.

–   Trotz der Wirtschaftskrise lag die Bundesrepublik unter den westlichen Geschäftspartnern Russlands mit einem Liefervolumen von rund 21,2 Milliarden US-Dollar konkurrenzlos vor Frankreich (8,4 Milliarden US-Dollar) und Italien (7,9 Milliarden US-Dollar); selbst die Vereinigten Staaten (9,2 Milliarden US-Dollar) konnten dabei nicht mithalten.

Gewichtsverlagerung

–   Dieser scheinbar rein ökonomische Sachverhalt besitzt erhebliche politische Bedeutung. Weil die Gewichte der deutschen Wirtschaftsbeziehungen sich von Nordamerika und der Eurozone mit der Zeit immer deutlicher nach Russland und nach Asien verschieben, nimmt nicht nur die Bindekraft des transatlantischen Bündnisses jenseits militärischer Aspekte ab.

–   Die Bedeutung der Ausfuhren, die innerhalb der Eurozone getätigt werden, sinkt ebenfalls – und mit ihr auf lange Sicht auch die Bedeutung der europäischen Einheitswährung, deren Nutzen nicht zuletzt in einer Vereinfachung deutscher Exporte in die Staaten der Eurozone besteht. Ein möglicher deutscher Ausstieg aus der Währung, der in jüngster Zeit diskutiert worden ist (german-foreign-policy.com berichtete [11]), gewinnt auf diese Weise neue Rationalität.

[1] Alte Bekannte Sistema; www.ftd.de 28.06.2010

[2] s. auch Europa bleibt zurück

[3], [4] Russen buhlen bei Merkel um Infineon; www.ftd.de 28.06.2010

[5] s. dazu Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (I) und Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (II)

[6] s. dazu Eurasien und Erdgaskooperation

[7] s. dazu Eine Frage der Orientierung

[8] Milliardenaufträge: Siemens erobert Russland; Handelsblatt 21.06.2010

[9] s. dazu Unheilvoller Schatten und Atomallianz

[10] Frankreich sieht Russland als strategischen Partner bei militärtechnischer Kooperation; RIA Novosti 14.06.2010

[11] s. dazu Das Undenkbare denken

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