La Somalia chiede aiuto "Fermate il massacro"

AFRICA, USA, TERRORISMO

REPUBBLICA Dom.
14/5/2006   GIAMPAOLO CADALANU

Almeno 143 morti
negli scontri fra "signori della guerra" e islamici


Scontro
finale in SOMALIA fra i “signori della guerra”, ieri nemici fra loro e degli
USA e oggi loro alleati, e milizie islamiche legate ad Al Qaeda.

N.d.R.: Probabilmente verrà il giorno anche per i vari idoli
degli “antagonisti” nostrani (o per i vari “nemici della democrazia”) di passare
al soldo degli USA!


È la resa dei conti fra
islamici e signori della guerra a Mogadiscio
. I combattimenti vanno avanti ormai da una settimana fra i primi, testa
di ponte di Al Qaeda in Somalia, e i secondi, arcinemici del passato e oggi
alleati sotto le insegne del dollaro. Nelle strade della capitale somala si
combattono a forza di mortai, straziando i quartieri più poveri. I morti
sono almeno 143, dicono fonti locali all´agenzia Misna, i feriti sono il doppio
,
e ormai dalla zona nord della città è in atto un vero e proprio esodo, con la
popolazione che abbandona rioni interi in mano agli sciacalli. Negli ospedali
le scorte di farmaci sono già esaurite, ma i feriti continuano ad arrivare.
«Serve un intervento della comunità internazionale», ha invocato ieri
Mohamed Abdi Hayir, ministro dell´Informazione nel governo provvisorio
,
«per soccorrere gli innocenti che soffrono». Il ministro parlava da Baidoa, nel
sud, dove il governo si è insediato in via provvisoria. E proprio la lontananza
dalla capitale dice tutto sulla reale impotenza delle nuove istituzioni.
Nella battaglia di Mogadiscio c´è in ballo molto di più che la città: il
controllo di un Paese "santuario" del terrorismo, in posizione
strategica sull´estremità dell´Africa orientale
. Lo scontro "finale"
era nell´aria: negli ultimi anni, nonostante il lavoro della diplomazia
internazionale e la nascita di nuove istituzioni, la Somalia è rimasta
abbandonata a se stessa, in balia dei più forti, di volta in volta gli uni o
gli altri. La penetrazione dei musulmani è stata graduale e continua. Il
punto di partenza è stata la nascita dei tribunali della sha´ria, che hanno
riempito il vuoto legislativo in un Paese senza Stato. Obiettivo degli
islamici era il proselitismo, realizzato attraverso Al Ittihad, la "Comunità"
che molti considerano braccio somalo di Al Qaeda
. A far le spese
dell´espandersi del nuovo potere musulmano sono stati fra gli altri anche gli
italiani, che nel gennaio dell´anno scorso hanno visto devastare dai miliziani
il vecchio cimitero di Mogadiscio.
Nei mesi scorsi, però, sono apparsi i primi frutti delle ripetute
segnalazioni dell´intelligence Usa. A Washington sanno di non poter trascurare
la Somalia: il rischio è che diventi un nuovo Afghanistan. L´allarme sui campi
di addestramento per kamikaze erano solo la parte più evidente di una
preoccupazione globale. Ma gli Stati Uniti sono scottati dal disastro di
"Restore Hope", nel 1993
, quando i miliziani di Aidid costrinsero
le truppe d´élite Usa a lasciare il Paese, dopo aver abbattuto due elicotteri e
aver oltraggiato i cadaveri dei ranger trascinandoli per Mogadiscio attaccati
alle "tecniche".
Così a Langley qualcuno si è detto: se non puoi batterli, fatteli amici. Ed
è nata l´Alleanza contro il terrorismo e per il ripristino della pace. In
parole povere, un cartello di "signori della guerra" che anziché
battersi per il controllo dei quartieri adesso fanno fronte comune contro le
milizie islamiche, grazie ad aiuti finanziari Usa e a una non dichiarata
benedizione della Casa Bianca, che il governo provvisorio di Abdullah Yusuf ha
denunciato. I signori della guerra «sono terroristi», dice Amr Moussa,
segretario della Lega araba. Ma per Jendayi Fraze, sottosegretario Usa, sono
alleati utili
: «Lavoreremo con gli elementi che ci permetteranno di sradicare
Al Qaeda, lo facciamo per proteggere l´America».

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