La sfida di Brown: "La City sarà la capitale della finanza islamica"

GRAN BRETAGNA, ECONOMIA, MEDIO
ORIENTE

Rep E. F.

Incentivi e norme per attirare gli investimenti
LONDRA – La via del dialogo tra Occidente e Islam passa dai
soldi, o per la precisione, da una montagna di soldi, valutabile in centinaia
di miliardi di euro? Forse sì, e comunque, se l´iniziativa lanciata ieri dal
ministro delle Finanze britannico Gordon Brown non porterà istantaneamente la
fine del «conflitto tra civiltà», di sicuro porterà lauti profitti alla City di
Londra
. Il cancelliere dello Scacchiere ha annunciato che vuole fare di
Londra un centro globale per la grande finanza islamica, offrendo norme e
incentivi fiscali per favorire la creazione di un mercato finanziario londinese
diretto ai devoti musulmani di tutto il mondo
. Brown intende dichiarare a
una conferenza organizzata dal Muslim Council britannico che il Regno
Unito e in particolare la sua capitale sono in una posizione ideale per
conquistarsi un ruolo come «porta d´ingresso della finanza e del commercio
islamico».
In parte, è già così, perché l´altro grande polo finanziario mondiale, New
York, non è più considerato un indirizzo accettabile dalla finanza islamica a
causa dei sentimenti anti-americani in numerose parti del mondo islamico, per
non parlare dei sentimenti anti-musulmani in ambienti degli Stati Uniti
:
conseguenze dell´11 settembre e dei successivi interventi militari Usa in
Afghanistan e in Iraq.
Una seconda ragione è che la finanza, il petrolio e il commercio islamico,
specie per quanto riguarda i paesi arabi, hanno sempre giudicato Londra come la
propria base in Europa e generalmente in Occidente
.
Londra, perciò, è già il principale centro di investimenti islamici al di fuori
del mondo musulmano e potrà diventarlo ancora di più grazie agli incentivi
delineati da Gordon Brown.
Il giro d´affari del mercato finanziario dell´Islam, scriveva ieri il
Financial Times, si aggira sui 300-400 miliardi di dollari
. Le banche già
in stretti rapporti con l´Islam comprendono Hsbc, Citigroup, Barclays, Deutsche
Bank, Paribas e Standard Chartered; e anche svariati studi legali della City
lavorano da tempo con il mondo musulmano. Una curiosa caratteristica
dell´industria finanziaria islamica è che offre prodotti senza pagamento
d´interessi, per rispettare il divieto coranico
della riba, parola
traducibile con «interesse» o «usura».

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