La grande svendita di Babilonia

PAOLA COPPOLA

Reperti archeologici per pochi euro, traffici dall´Iraq all´Italia

Un´inchiesta dell´Espresso
rivela il traffico internazionale via Internet

Il sacco dell´antica
Babilonia sta cancellando una civiltà di quattromila anni
: l´Iraq di oggi è anche questo, un Paese privato
ogni giorno di un pezzo di storia. Sigilli, tavolette d´argilla incise a
caratteri cuneiformi e manufatti di terracotta sono i reperti che finiscono nel
mercato clandestino, gli oggetti più richiesti, pagati pochissimo ai tombaroli
e rivenduti poi in Occidente ma anche in alcuni Paesi arabi. Un´inchiesta
pubblicata sull´Espresso oggi in edicola
ricostruisce la complessa catena
che fa arrivare i reperti su piazze come Londra, Melbourne, Toronto, ma anche
Milano o che li mette nel mercato delle aste on line, su siti come E-bay, dove
li può acquistare il miglior offerente.

I responsabili del sacco delle 11mila zone archeologiche censite in Iraq non
sono solo tombaroli e mediatori sciiti, o mercanti sunniti, ma anche i militari
dei contingenti schierati nel Paese che viaggiano senza dogane e non sempre
resistono alla tentazione di portare a casa un souvenir.
Gli insediamenti presi di mira finora sono circa
150. Secondo la fondazione
Getty dalla caduta di Saddam Hussein a oggi sono già stati trafugati tra 400
e 600 mila pezzi
. Una delle capitali dei sumeri, Umma, è stata ridotta a un
paesaggio lunare.
I reperti vengono scambiati per pochi dollari e grazie a una rete ben
organizzata. Nel sud dell´Iraq, ad esempio, c´è il cosiddetto "clan dei
tombaroli", la tribù dei merashid
, che recluta braccianti al mercato
dei disoccupati anche per mezzo dollaro al giorno.
I pezzi più ricercati sono i sigilli della dinastia Akkad che si trovano nelle
tombe. Il bottino raccolto dai "caporali" viene venduto ai
gioiellieri locali che trattano poi la merce con i grossisti. Ma la trattativa
avviene su pezzi particolari, gli altri hanno una tariffa prestabilita
: un
euro per le tavolette cuneiformi, due per i sigilli, dieci per le tavolette
cuneiformi. Dalla capitale poi i reperti iniziano il loro viaggio verso l´estero:
arrivano in Giordania, dove passano di mano per essere poi trasferiti in
Occidente. Ad Amman vengono acquistati da trafficanti o mediatori per un prezzo
più alto
: per un sigillo si possono pagare anche 100 euro. Arrivati in
Occidente
quelli stessi sigilli saranno venduti anche a nove volte di
più
.
A contrastare il mercato clandestino dei reperti ci sono i carabinieri
italiani. A loro recentemente si è aggiunta anche la massima autorità religiosa
sciita, l´ayatollah Al Sistani, che ha lanciato una fatwa contro i tombaroli
.

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