REPUBBLICA Ven. 24/2/2006 LUCA PAGNI
La società transalpina respinge le avances. Si chiama
fuori Veolia. Il Cavaliere e Prodi chiedono reciprocità
Villepin chiama Berlusconi: no al takeover. Frena anche
Edf
Dopo la chiusura del governo francese all’Opa di ENEL
su SUEZ, sia BERLUSCONI sia PRODI chiedono “reciprocità” nelle acquisizioni.
MILANO – Come ai tempi dello sbarco in Italia
del colosso francese Edf. Solo che questa volta la partita si gioca a campi
invertiti. L´annuncio del possibile lancio di un´offerta di acquisto –
mercoledì scorso – da parte di Enel nei confronti di Suez, che ha il controllo
di Electrabel (sesto operatore europeo nel settore elettrico), ha scatenato la
reazione del governo transalpino. Nessuna presa di posizione ufficiale,
ma una telefonata tra il presidente Jacques Chirac e il premier Silvio
Berlusconi, da cui si è capito che i francesi non gradiscono l´ingresso di Enel
(terzo operatore dopo Edf e Rwe) nel settore dei servizi pubblici.
Da qui la replica sia di Berlusconi sia del suo sfidante alle elezioni,
Romano Prodi. Entrambi ieri hanno chiesto alla Francia «reciprocità» sui
rispettivi mercati. Berlusconi ha fatto sapere di averla chiesta «a Chirac
e a De Villepin», il primo ministro francese. Il leader dell´Ulivo ha ricordato
che l´Italia «deve pretendere la stessa apertura da parte degli stati europei,
perché noi abbiamo dato un esempio di serietà e di apertura dei mercati ben
prima che lo facessero gli altri».
Il riferimento è alla vicenda Edison, il cui controllo è passato quattro
anni fa nelle mani dei francesi di Edf. In un primo momento il governo italiano
ne congelò al 2% i diritti di voto, salvo poi cancellare il provvedimento in
cambio di accordi di collaborazione – per la verità ancora in via di
definizione – tra Enel e la stessa Edf.
Ma in Francia non è solo il livello politico a lanciare messaggi ostili. Presentando
i conti del 2005, Pierre Gadonneix il numero uno di Edf (che ha raddoppiato
l´utile a 3,2 miliardi) ha lanciato un avvertimento all´ad di Enel, Fulvio
Conti. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di un´ Opa su Suez,
Gadonneix ha dichiarato: «Penso che Conti non avesse considerato le
conseguenze di quello che sta accadendo nel mondo dell´energia». E per
essere ancora più chiaro ha ricordato che, al momento, non ci sono problemi
per la chiusura degli accordi con Enel (che prevedono una partecipazione nelle
centrali nucleari di nuova generazione), ma che il tentativo di conquista di
Suez «potrebbe cambiare la situazione». E Veolia, gruppo francese indicato
come possibile acquirente degli asset non elettrici di Suez in caso di Opa
Enel, si è chiamato fuori, smentendo tutto. In questo quadro non stupisce, la
reazione dei vertici di Suez: «Nel caso venisse lanciata – hanno fatto sapere
fonti vicine alla società – sarebbe da considerare ostile. Non c´è stato nessun
contatto per un offerta amichevole».
Tutte prese di posizione che ieri hanno sgonfiato nelle Borse i colossi
elettrici: da Enel (-0,1%) a E.On (-0,58%) hanno chiuso tutti in perdita. E
anche Suez – che in apertura era arrivato a guadagnare oltre il 5% – è poi
arretrata fino a guadagnare un più modesto 0,34%. In controtendenza la spagnola
Gas Natural (+2,64%), impegnata nell´altra partita in cui Enel vuole giocare le
sue carte. L´ad Conti si è detto disponibile ad appoggiare finanziariamente l´
Opa che Gas Natural ha lanciato nei confronti di Endesa (a 21,3 euro per
azione) e contro la quale, martedì scorso, è arrivato il rilancio dei tedeschi
di E.On (27,5 euro). Ma anche in Spagna l´iniziativa di Enel non suscita
entusiasmi: «Non è un opzione di cui stiamo tenendo conto», hanno detto ambienti
vicini a Gas Natural.