Africa Orientale, Sudan, Germania, trasporti
● Il movimento secessionista in Sud Sudan è incoraggiato anche dalla ripresa di un progetto tedesco per una ferrovia in Africa Orientale, già avviato nel 2004 dai separatisti del SPLM/A con la società tedesca Thormählen Schweißtechnik, e appoggiato anche da agenzie statali tedesche (la commessa per la linea ferroviaria a Thormählen Schweißtechnik assommava a €3MD).
● L’appoggio da parte tedesca di organizzazioni separatiste negli scorsi anni doveva servire a creare “isole di statalità”, che potessero «divenire uno Stato, che potesse essere di nuovo nostro alleato». Queste idee di un riordinamento nazionale potrebbero (secondo uno scritto della “Centrale federale per la formazione politica”) essere usate anche per l’intero paese che ha confini tracciati in modo arbitrario e che comprende quasi 600 diverse etnie di 19 gruppi maggiori.
o Nelle varie strategie di politica estera regionale delineate dal ministero Esteri per l’Africa, il Sudan non è rappresentato come uno Stato unitario, né tra i paesi di lingua araba del Nord, e neppure tra i paesi dell’Africa Orientale.
o Thormählen Schweißtechnik siglò un accordo con l’SPLM/A e con i governi di Kenia ed Uganda.
o La ferrovia, che partendo dal Sud Sudan giungerebbe nella città portuale keniana di Mombasa, dovrebbe consentire, in caso di secessione, il trasporto e la commercializzazione delle ricchezze del sottosuolo presenti nel territorio sud-sudanese: petrolio (che rappresenta una grossa quota dei giacimenti petroliferi complessivi del paese), ma anche altri minerali, come l’oro,
o che fino ad ora venivano esportate passando per il Nord Sudan (Port Sudan), ma che in caso di secessione fornirebbero un potente strumento di pressione del governo centrale di Khartum su quello del Sud.
o Il Nord sarà deprivato degli introiti derivanti dalla vendita di queste ricchezze.
o Contemporaneamente al progetto per la ferrovia (definita da un leader separatista “arteria vitale della nostra indipendenza”), vari paesi dell’Africa Orientale stanno cercando di accelerare grandi progetti infrastrutturali (in Uganda, in particolare), anche con finanziamenti statali tedeschi, sollecitati dai gruppi economici tedeschi che fiutano nuovi profitti nell’area:
o si prevede che l’Africa Orientale stia per entrare in una boom petrolifero, grazie alla scoperta di giacimenti nel Nord Uganda, non lontano dai confini con il Sud Sudan, che sarebbero tra i maggiori dell’Africa subsahariana.
o sollecitati dai gruppi tedeschi attirati dalla scoperta di grandi giacimenti di petrolio in Uganda.
o L’Uganda vuole rinnovare il collegamento ferroviario tra la sua capitale, Kampala, e il porto keniano di Mombasa, linea importante per diminuire i costi del commercio di beni di investimento e di consumo atteso per il boom petroliero.
o Ad inizio mese Uganda e Kenia hanno siglato un accordo per la ristrutturazione della tratta ferroviaria; Berlino ha promesso capitali per le infrastrutture.
o Kenia ed Uganda vorrebbero ampliare le i progetti infrastrutturali coinvolgendo anche i paesi confinanti, Ruanda e Tanzania a Sud, Etiopia e Sud Sudan a Nord; per realizzare questi piani occorre una rete di strasporti che colleghi i vari paesi della regione.
● L’accordo di pace del 2005 ("Comprehensive Peace Agreement") il regime separatista del Sud e quello centrale di Khartoum prevede per il 2011 un referendum sulla secessione del Sud, secessione che si dà come risultato scontato; il rispetto dell’accordo di pace è sotto il controllo della missione UNMIS dell’ONU, cui partecipano anche soldati tedeschi.
● L’agenzia tedesca per lo sviluppo GTZ, che ha costruito per la futura capitale Juba strade, impianti di irrigazione e abitazioni, sta promuovendo la riorganizzazione della polizia e dirige un programma a lungo termine per “appoggiare la creazione dello Stato in Sud Sudan.
● L’Istituto tedesco Max-Planck ha elaborato perfino una proposta di Costituzione per il Sud Sudan.
● Studiata in Germania anche la questione del finanziamento del futuro nuovo Stato, che non ha problemi economici date le ricchezze del suo sottosuolo .
– I piani per la ferrovia vacillarono dopo l’accordo di pace: si sfasciò Thormählen Schweißtechnik AG, la società che doveva mettere i binari, per l’opposizione di importanti azionisti a questa impresa ritenuta temeraria. Il capo della società proseguì il progetto per il Sud Sudan con la Thormählen Holding International, ma ci fu un rallentamento; a questo si aggiunsero problemi in Kenia;
– estate 2007 Thormählen negoziò con il governo ugandese, ed ora Juba preme perché il progetto venga realizzato dato che il tempo stringe: la costruzione della tratta ferroviaria di collegamento con Mombasa sarà iniziata l’anno prossimo, con un primo stanziamento di $20mn. da parte di Juba.
– Qualche insicurezza viene dal cambio di linea USA, che ha annunciato la volontà di negoziare con il governo centrale sudanese, che secondo i sostenitori della secessione del Sud non dovrebbe metterla a rischio.
Gli esperti del Kenia prevedono, se verrà fondato un Nuovo Sudan e costruita una rete ferroviaria orientale, ampie sconvolgimenti, che «ridefinirebbero i confini culturali, geografici e politici della regione per il prossimo secolo», con l’aiuto tedesco.
– (Eigener Bericht) – Neu auflebende deutsche Eisenbahnpläne für Ostafrika befeuern die Sezessionsbestrebungen im Südsudan. Das dortige Separatistenregime, dessen Friedensabkommen mit der sudanesischen Zentralregierung unter anderem von Bundeswehrsoldaten überwacht wird, bereitet sich auf ein Referendum über die Gründung eines Staates "New Sudan" vor.
– Um die notwendige finanzielle Grundlage für die Eigenstaatlichkeit zu schaffen, kündigen die Separatisten die Umsetzung älterer deutscher Pläne an, die den Bau einer Eisenbahn an die kenianische Küste vorsehen. Damit sollen Abtransport und Verkauf der riesigen südsudanesischen Rohstoffvorräte ermöglicht werden, ohne nach der Sezession auf Wege durch den feindlichen Restsudan angewiesen zu sein.
– Die Pläne, die von deutschen Firmen vorangetrieben werden, leben zu einem Zeitpunkt wieder auf, da mehrere Staaten Ostafrikas große Infrastrukturvorhaben forcieren – unter anderem mit deutschen Staatsgeldern. Hintergrund sind umfangreiche Erdölfunde in Uganda, die bei deutschen Firmen Begehrlichkeiten wecken. Die ostafrikanische Presse urteilt, die Maßnahmen könnten "die kulturellen, geographischen und politischen Grenzen der Region für das nächste Jahrhundert neu bestimmen".
New Sudan
– Die südsudanesischen Sezessionisten bereiten sich auf das in knapp zwei Jahren bevorstehende Referendum über eine Abspaltung des von ihnen kontrollierten Gebietes vor. Ein solches Referendum schreibt der Friedensvertrag ("Comprehensive Peace Agreement") vor, den die Zentralregierung des Sudan im Jahr 2005 mit dem Sezessionsregime im südsudanesischen Juba abgeschlossen hat – unter starkem Druck des Westens.
– Die Einhaltung des Abkommens wird von einer UNO-Truppe überwacht (UNMIS), an der sich auch die deutschen Streitkräfte beteiligen. Es wird davon ausgegangen, dass sich bei dem Referendum eine klare Mehrheit für die Abspaltung und die Gründung eines Staates "New Sudan" entscheidet.
– Die deutsche Entwicklungsagentur GTZ hat nicht nur die künftige Hauptstadt Juba mit Straßen, Bewässerungsanlagen und Wohnungen ausgebaut, sie fördert auch den Neuaufbau der Polizei und leitet ein langfristiges Programm zur "Unterstützung des Staatsaufbaus im Süd-Sudan". Selbst die südsudanesische "Verfassung" stammt aus Deutschland: Sie wurde vom Max-Planck-Institut für ausländisches öffentliches Recht und Völkerrecht in Heidelberg entworfen.[1]
– Eine Antwort auf die Frage, wie ein abgespaltener "New Sudan" sich finanzieren soll, ist ebenfalls in der Bundesrepublik erarbeitet worden. Grundsätzlich steht die ökonomische Basis eines solchen Staates nicht in Frage: Im Südsudan liegen große Teile der umfangreichen sudanesischen Erdölvorräte sowie eine Reihe weiterer Bodenschätze, darunter Gold. Die Rohstoffausfuhren erfolgen bislang über den Nordsudan, was nach einer Abspaltung nicht mehr als wünschenswert erscheint – die Zentralregierung behielte damit erhebliche Druckmittel gegenüber dem Sezessionsregime in Juba in der Hand.
– Bereits 2004, noch vor dem Abschluss des Friedensabkommens, planten die Separatisten gemeinsam mit einer deutschen Gleisbaufirma, einen Schienenstrang aus dem Südsudan nach Kenia zu verlegen und in die kenianische Hafenstadt Mombasa zu führen. Die Gleise sollten ausdrücklich auch dem Transport von Rohstoffen, darunter Erdöl, dienen, deren Verschiffung in Mombasa vorgesehen war. Das Vorhaben, das auch von staatlichen deutschen Stellen unterstützt wurde [2], hatte in den Strategien der Separatisten einen hohen Stellenwert inne. "Das ist die Lebensader unserer Unabhängigkeit", urteilte damals ein bekannter südsudanesischer Separatist.[3]
– Die Eisenbahn-Pläne gerieten bald nach dem Abschluss des Friedensabkommens ins Wanken. Im Jahr 2006 zerbrach die deutsche Gleisbaufirma, die den Schienenstrang bauen wollte – einflussreiche Aktionäre der Thormählen Schweißtechnik AG trugen das waghalsige Vorhaben nicht mehr mit. Der Firmenchef setzte seine Südsudan-Projekte mit der Thormählen Holding International fort, eine Verzögerung war jedoch nicht mehr zu vermeiden.
– Hinzu kamen Schwierigkeiten in Kenia. Im Sommer 2007 führte Thormählen Gespräche mit der Regierung Ugandas [4], mittlerweile macht Juba wieder ganz offen Druck – angesichts des bevorstehenden Referendums drängt die Zeit.
– Im kommenden Jahr müsse die Eisenbahn-Anbindung des Südsudan an den Hafen in Mombasa definitiv in Angriff genommen werden, wurde der südsudanesische Transportminister Anfang des Monats in der kenianischen Presse zitiert. In einem ersten Schritt will Juba 20 Millionen US-Dollar zur Verfügung stellen, um eine Schienenverbindung vom kriegszerstörten Südsudan nach Kenia herzustellen.[5]
– Dem Vorhaben nützt es, dass Ostafrika ein neuer Erdölboom bevorzustehen scheint. Im Norden Ugandas unweit der Grenze zum Südsudan sind Ölvorkommen entdeckt worden, die nach Ansicht von Fachleuten zu den größten in Afrika südlich der Sahara gehören. Westliche Konzerne wittern Gewinne. "Vertreter deutscher Wirtschaftskreise in der Region haben bereits ein erhöhtes Interesse an Aktivitäten in Uganda gezeigt", berichtet die Staatsagentur "Germany Trade and Invest".[6]
– Dabei handele es sich, heißt es, "um mehrere Großvorhaben im Infrastruktursektor, bei denen sich deutsche Firmen um Kontrakte bewerben". Uganda will unter anderem die marode Schienenverbindung dringend renovieren, die aus seiner Hauptstadt Kampala über die Grenze nach Kenia und dort schließlich zum Hafen in Mombasa führt. Die Strecke gilt als wichtig, um den Handel mit Investitions- und Konsumgütern zu verbilligen, der wegen des Erdölbooms zu erwarten ist. Die Regierungen Ugandas und Kenias haben zu Monatsbeginn eine Vereinbarung über den Ausbau der Strecke Kampala-Mombasa getroffen.[7] Wie die kenianische Presse am Montag unter Berufung auf die Regierung in Uganda berichtete, hat Berlin Gelder für die Infrastrukturmaßnahmen zugesagt.[8]
– Kenia und Uganda planen, die Infrastrukturmaßnahmen auszuweiten und auch die angrenzenden Länder – im Süden Ruanda und Tansania, im Norden Äthiopien und den Südsudan – einzubeziehen. Entstehen soll dabei ein ostafrikanisches Verkehrsnetz, das die Staaten der Region eng zusammenschließt – und den Südsudan integriert, passend zur für 2011 erwarteten Sezession.
– Für eine gewisse Unsicherheit sorgt derzeit nur noch ein Kursschwenk in den USA: Die Regierung in Washington hat vor wenigen Tagen angekündigt, wieder mit der Zentralregierung des Sudan verhandeln zu wollen; US-Befürworter der Südsudan-Sezession fordern, dies dürfe die Abspaltung des südlichen Landesteils keinesfalls gefährden.
– Gelingen die Gründung eines Staates "New Sudan" und der Aufbau eines ostafrikanischen Schienennetzes, dann sagen Experten in Kenia weit reichende Umwälzungen voraus, welche "die kulturellen, geographischen und politischen Grenzen der Region für das nächste Jahrhundert neu bestimmen" – mit deutscher Hilfe.[9]
Weitere Informationen zur deutschen Sudan-Politik finden Sie hier: Die Bahn zur Unabhängigkeit, Keimzelle, Deutsche Geschäfte, Soldaten für Ostafrika, Heißer Frieden, Schweißtechnik, Nation building, Großer Befürworter, New Sudan, "Wie im Kongo", Überall dabei, Sudan: Die Anti-Khartum-Front, Sudan: Das linke Deckmäntelchen, Mit Rebellen gegen Khartum, Geteilte Menschenrechte, Sudan: Zerfall nicht ausgeschlossen, Zerschlagen und neu aufbauen, Transatlantische Front, Instrument westlicher Machtpolitik, Staatsaufbau und Der Nutzen der Sezession.
[1] s. dazu Staatsaufbau
[2] s. dazu Großer Befürworter
[3] s. dazu Die Bahn zur Unabhängigkeit [2004]
[4] Sudan-East Africa Link; www.railwaysafrica.com 12.09.2007
[5] Southern Sudan plans rail link to port of Mombasa; Business Daily 07.10.2009
[6] Uganda bald in Riege der Ölproduzenten; www.gtai.de 01.10.2009
[7] Kenya, Uganda sign rail deal; Daily Nation 02.10.2009
[8] Off track? Experts query new railway dream; The East African 26.10.2009
Die Bahn zur Unabhängigkeit [La ferrovia per l’indipendenza]
BAD OLDESLOE/JUBA/NAIROBI
– Die deutsche Regierung verschärft in zunehmendem Maße ihren einseitigen Druck auf die sudanesische Zentralregierung.
– Während die Staatssekretärin im Auswärtigen Amt Sanktionen gegen Khartum fordert, haben zwei Rebellenarmeen aus Darfur, die für die Autonomie des Gebietes eintreten, am gestrigen Samstag Friedensverhandlungen mit der Regierung einseitig abgebrochen.
– Unterdessen arbeitet die südsudanesische Rebellenorganisation SPLM/A an der Planung eines milliardenschweren Eisenbahnprojektes, das den erdölreichen Südsudan an die afrikanischen Staaten südlich der Sahara anbinden und eine vom Nordsudan unabhängige Erdölvermarktung ermöglichen soll. ,,Das ist die Lebensader unserer Unabhängigkeit", erklärt ein designiertes Mitglied der zukünftigen südsudanesischen Autonomie-Regierung. Die Eisenbahnverbindung wird von einem deutschen Unternehmen gebaut.
– Die Eisenbahnverbindung wird das südsudanesische Juba mit Kenia verbinden und in der kenianischen Hafenstadt Mombasa1) enden. Von dort aus will die südsudanesische Rebellenorganisation SPLM/A die riesigen Erdölvorkommen des Südsudan vermarkten; der Transport in die nordsudanesische Hafenstadt Port Sudan entfiele, Khartum verlöre jeden Einfluss auf das Öl und seine Erlöse.
– Die Eisenbahnlinie, die die erste zuverlässige Transportverbindung zwischen Südsudan und seinen südlichen Nachbarstaaten sein wird, soll durch Abzweigungen nach Uganda ergänzt werden. Dem Verkehrsprojekt wird eine tragende Rolle bei der Erschließung der angrenzenden Gebiete und bei der wirtschaftlichen Anbindung des Südsudan an Kenia und Uganda zugeschrieben. Es sei geeignet, ,,die politische und geographische Landschaft des Kontinents zu verändern", heißt es in der kenianischen Presse.2)
– Den Auftrag zum Bau der Eisenbahnlinie (Finanzvolumen: Drei Milliarden Euro) hat das deutsche Unternehmen Thormählen Schweißtechnik aus Bad Oldesloe erhalten.3) Thormählen hat inzwischen eine Vereinbarung mit der SPLM/A sowie den Regierungen Kenias und Ugandas unterzeichnet, ein kenianischer und zwei zukünftige südsudanesische Regional-Minister sowie der SPLM/A-Vizepräsident hielten sich im Juni zu weiteren Gesprächen in Bad Oldesloe auf. Anfang Juli verhandelten Vertreter des deutschen Unternehmens in der kenianischen Hauptstadt Nairobi über Planungsdetails. Kurz zuvor hatte sich die Staatssekretärin im Auswärtigen Amt (AA), Kerstin Müller (Die Grünen), dort aufgehalten. Sie werde ,,die Fortschritte im gesamtsudanesischen Friedensprozess mit Vertretern der kenianischen Regierung und den Konfliktparteien erörtern", hieß es damals in einer Ankündigung des AA.
– Unterdessen verschärft die Berliner Regierung ihren einseitigen Druck auf Khartum und schwächt damit die Position der Zentralregierung. Wie der UN-Koordinator für Nothilfe in Krisengebieten, Jan Egeland, betont, sind die Übergriffe in Darfur ,,nicht nur die Schuld der Regierung. Es gibt dort viele Milizen und andere Kräfte."4) Die Staatssekretärin im AA verlangt hingegen einen UN-Sanktionsbeschluss nur gegen die sudanesische Regierung, der Außenminister warnt im deutschen Fernsehen, der Sudan könne ,,kollabieren".5) ,,Beim Thema Darfur ist Deutschland eines der unbeugsamsten Länder", kritisiert sein sudanesischer Amtskollege Mustafa Osman Ismail. Die sudanesische Presse hat Berlin kürzlich bezichtigt, Büros der Rebellenorganisationen in Deutschland zu dulden. Wenn die Bundesregierung sich nicht auch für ein Waffenembargo gegen die Rebellenarmeen einsetze, gefährde sie die Friedensverhandlungen, hieß es.
Inseln von Staatlichkeit
– Eine Unabhängigkeit des Südsudan entspräche Vorstellungen, die Berliner Politikberater im vergangenen Jahr geäußert haben. Durch die Förderung regionalistischer oder separatistischer Organisationen sollten ,,Inseln von Staatlichkeit" geschaffen werden, die es ermöglichten, ,,zu einem Staat zu kommen, der wieder unser Partner sein kann", hieß es damals.6) Solche Vorstellungen von einer völkischen ,,Neuordnung" können auch auf den Sudan angewandt werden. Das Land habe willkürlich gezogene Grenzen und umfasse ,,fast 600 verschiedene(…) Völkerschaften" aus ,,19 größeren Gruppen", heißt es etwa in einer Schrift der Bundeszentrale für politische Bildung, die u.a. Schülerinnen und Schülern kostenlos zur Verfügung gestellt wird.7) In den verschiedenen außenpolitischen Regionalstrategien des AA für Afrika wird der heutige Gesamt-Sudan als einziger afrikanischer Staat nicht aufgeführt – weder unter den arabischsprachigen Staaten Nordafrikas (Khartum ist arabisch-islamisch geprägt) noch unter den Staaten Ostafrikas, die an den schwarzafrikanisch orientierten Südsudan angrenzen.
1) s. auch Deutsche Marine steht vor Kommando im Indischen Ozean
2) Special Report: Railway to Link Sudan and Kenya; The Nation 27.06.2004
3) s. auch Reichhaltige Bodenschätze
4) Sudan: Senior UN envoy to monitor progress on Darfur; United Nations Integrated Regional Information Network 15.07.2004; s. auch Die Aufgaben der Schutzmacht
5) Statement von Bundesaußenminister Fischer zu seinen Gesprächen mit der sudanesischen Regierung in den ,,ARD Tagesthemen" am 12.07.2004; www.auswaertiges-amt.de
6) s. dazu Völkische ,,Neuordnung" für Afrika
7) Sudan – Widerstand gegen den Zwang zur Einheit; Informationen zur politischen Bildung Heft 272, 2001
Rebellenführer mit Faible für Schweißtechnik. Nach dem Friedensabkommen: Chance auf Eisenbahnbau im Sudan steigt; Hamburger Abendblatt 04.06.2004
Sudan Train Builder Picks New Route; The Nation 04.07.2004