Marco
Nese
Gli orientamenti del
Consiglio supremo di Difesa
Taglio di 14 mila unità
dell’Esercito
ROMA — Il modello di Difesa, che prevedeva 190
mila militari per le tre Forze armate, dovrà necessariamente subire una
revisione a causa dei tagli che la Finanziaria ha apportato. Saranno reclutati
meno uomini. E questo avrà conseguenze sulle missioni estere. «Bisognerà
fare uno sforzo in più per mantenere gli impegni», esorta Lorenzo Forcieri, Ds,
viceministro della Difesa.
L’argomento è stato oggetto di un accurato esame al Quirinale dove il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha convocato il Consiglio
supremo di Difesa. Oltre ai capi militari, c’erano i ministri Parisi, Amato,
D’Alema, Bersani e Padoa-Schioppa.
Si è convenuto che d’ora innanzi la gestione delle crisi internazionali
venga affrontata non solo con l’invio dei soldati, ma anche con un ruolo
importante affidato ai civili, per l’assistenza umanitaria e per
un’attività da svolgere in campo diplomatico.
In generale, va consolidandosi la tendenza a mettere in campo le Forze
armate quando si tratta di partecipare a missioni controllate dall’Onu,
come è accaduto in Libano, oppure a operazioni gestite dal comando delle
Forze di Difesa europea. Meno entusiasmo se bisogna imbarcarsi in una spedizione
targata Nato. Anche le aree di intervento vengono precisate meglio.
L’attenzione sarà concentrata sempre più sul Medio Oriente e sul Mediterraneo.
Che la Nato riscuota meno favore lo si ricava anche dal modo in cui si è
accettato di tagliare gli organici, scendendo sotto i 190 mila uomini ritenuti
indispensabili per partecipare alle attività dell’Alleanza atlantica. Nel 2007,
invece dei 22 mila previsti, verranno reclutati poco più di 8 mila nuovi
giovani, circa 14 mila in meno.
Toccherà adesso allo stato maggiore della Difesa indicare i tagli, si parla di
un numero di posti ridotto nelle Accademie, ma i sacrifici maggiori dovrà
sopportarli l’Esercito, con una opzione che va in controtendenza rispetto agli
altri Paesi, dove ci si sta rendendo conto che nelle missioni estere la
stabilizzazione va realizzata con uno schieramento adeguato di forze di terra.
Il bilancio assegna quest’anno alla Difesa (compresi i carabinieri) 18
miliardi di euro. La Finanziaria ha aggiunto 1,7 miliardi di euro destinati
agli armamenti e soprattutto a ripianare i debiti contratti con la Francia e
gli Stati Uniti per l’acquisto di navi e aerei. In più la Finanziaria ha
riconosciuto una somma suppletiva di 350 milioni di euro per il funzionamento
dello strumento militare. Ha invece sottratto 120 milioni di euro alla voce
reclutamento. Quindi la scelta di incidere sugli organici non è stata
casuale.
Due le conseguenze pratiche: non ci sarà un rinnovo degli uomini spediti a
svolgere missioni di pace, e aumenterà il divario fra truppa, ufficiali e
sottufficiali: i graduati rappresentano una quota già eccessiva rispetto ai
soldati.