Arturo Zampaglione
Burrascosa audizione in Senato del capo del Pentagono. E
il generale Abizaid lancia l´allarme
Prime ammissioni Usa. Hillary
Clinton contro Rumsfeld
NEW YORK – Per la prima volta il Pentagono ha ammesso che
in Iraq c´è il pericolo di una guerra civile. «Ritengo che la violenza tra
gruppi etnici abbia raggiunto, specie a Bagdad, un livello mai visto finora»,
ha spiegato ieri al Congresso il generale John Abizaid, capo del comando
centrale e quindi delle operazioni irachene, «Se non verrà fermata, si potrebbe
andare verso una guerra civile».
«Un anno fa non l´avrei mai immaginato», ha aggiunto il capo di stato
maggiore, il generale italo-americano Peter Pace, che assieme ad Abizaid e al
ministro della difesa Donald Rumsfeld ha partecipato a una udienza al Senato
sulla guerra in Iraq.
L´incontro con i vertici militari è stato burrascoso. Era anche partito
male: Rumsfeld non voleva andare, nonostante una assenza di sei mesi dalle aule
parlamentari. Dava delle scuse, si trincerava dietro a problemi di orari. Sono
state necessarie forti pressioni politiche per convincerlo.
Poi in aula c´è stato un confronto duro tra il ministro e la senatrice
Hillary Clinton. L´ex-first lady ha accusato Rumsfeld di errori grossolani di
strategia nella guerra. «E le sue assicurazioni sul futuro non hanno molto
valore – ha continuato – perché ce le ha date anche nel 2002, 2003, 2004, 2005,
senza che si avverassero». «Non è vero, non ho mai dipinto uno scenario roseo»,
si è difeso lui.
Dietro all´aggressività della Clinton c´è un disegno politico. La moglie di
Bill punta alla Casa Bianca e, anche se la candidatura non è ufficiale, è già
in pole position tra i candidati democratici. Il suo tallone d´Achille? L´Iraq:
per aver votato a favore della guerra, che ora è sempre più impopolare
nell´opinione pubblica, oltre a rivelarsi un «Fiasco» (dal titolo di un
best-seller di Thomas Ricks del Washington Post). Il tentativo di Hillary è
quindi di accusare Rumsfeld di aver avuto una strategia sbagliata per una
guerra giusta.
A criticare il Pentagono, tuttavia, sono stati anche i repubblicani. John
McCain, anche lui un papabile per il 2008, che da sempre sostiene l´esigenza di
mandare più soldati in Iraq, si è detto preoccupato dei continui spostamenti di
forze all´interno del paese per tappare situazioni rischiose, sguarnendo però
altri fronti. Rumsfeld ha spiegato che i livelli della forza americana sono
stabiliti secondo le richieste dei generali e ha ricordato i pericoli di un
ritiro prematuro.
Anche da Londra, intanto, arrivano notizie inquietanti sulla possibilità di
una guerra civile in Iraq. Secondo un rapporto dell´ambasciatore uscente del
Regno Unito a Bagdad, William Patney, inviato a Tony Blair e finito
misteriosamente sulla stampa, è più probabile che l´Iraq evolva verso una
guerra civile di bassa intensità e una divisione del paese, che non verso una
transizione democratica.