Intelligence israeliana. Gli esperti tracciano scenari allarmanti «Operazione ad altissimo rischio&raquo

Cristina Balotelli

TEL AVIV

«I
Paesi che invieranno truppe in Libano devono essere pronti a pagarne il prezzo
:
una volta percepiti come nemici, gli Hezbollah prepareranno attacchi
terroristici nei loro confronti. Ci saranno morti e feriti». È l’opinione del
colonnello riservista israeliano Eitan Azani, uno dei massimi esperti di
Hezbollah.

Incontriamo il colonnello Azani all’International Institute
of CounterTerrorism di Herzliya, dove svolge attività di ricerca.Ha imparato a conoscere
gli Hezbollah sul campo, perché negli anni 90 era il capo delle operazioni
d’intelligence dell’esercito israeliano nel Sud del Libano.
Agli occhi dell’organizzazione, le truppe Unifil
saranno«rappresentanti dell’Occidente che, ancora una volta, arriva in Medio
Oriente per cambiare le cose», ci spiega Azani. Se le forze delle Nazioni Unite proveranno, seriamente,
ad attuare il mandato «con ispezioni, checkpoint, blocco di autovetture, da
parte degli Hezbollah ci saranno rappresaglie ».
Quindi è la conclusione
gli scontri saranno inevitabili. Potrebbero esserci anche conseguenze in
Europa, ma secondo Azani il grosso delle operazioni terroristiche sarà
condotto«contro i soldati, sul posto, semplicemente perché è più facile ». A differenza dei commentatori
israeliani
, che parlano di rafforzamento degli Hezbollah, Azani pensa però che questa guerra li
abbia comunque indeboliti:
«Hanno dovuto lasciare il Sud del Libano,
molte delle loro armi sono sparite, hanno subìto molte perdite e i loro
quartier generali sono stati bombardati ». Anche se i media, di cui i miliziani
secondo Azani sono abili utilizzatori, mostrano una situazione diversa.

In Israele oggi è in corso un grande dibattito. «La guerra
dice Azani non è finita come si voleva. Se fosse morto il leader degli
Hezbollah, lo sceicco Hassan Nasrallah, forse oggi potremmo dire di aver vinto.
C’è una grande inquietudine nell’opinione pubblica israeliana, è come se
sentissimo di aver avuto una oppurtunità che non abbiamo colto». Ma non è
finita qui. Azani è sicuro
che cisarà un secondo round.

Anche per il colonnello riservista Jonathan Fighel, già
membro della task force antiterrorismo del ministero della Difesa israeliano,
ci sarà un «secondo round», perché
gli Hezbollah non saranno disarmati. E sarà peggiore del primo.
La missione Unifil 2 nel Sud del
Libano è «totalmente inutile » e la risoluzione dell’Onu «mi sembra una
operazione di masturbazione ufficiale
»,dice,alludendo alle molte parole
che sono state spese a livello diplomatico per cercare di accontentare tutti,
mentre sul campo la situazione resta problematica. «Ma il punto fondamentale
ribadisce è che nessuno in
questa fase è disposto a smantellare gli armamenti degli Hezbollah
».
«Non riesco proprio a immaginare aggiungele forze Onu impegnate in
combattimenti o propense ad arrestare gli Hezbollah. Sia attraverso i
porti,come Tiro e Sidone, sia attraverso il Nord, le armi continueranno ad
arrivare dalla Siria». Anche ieri, peraltro, c’è stata una conferma delle
intenzioni dei guerriglieri: «Hezbollah non deporrà le armi ha detto Naim
Kassem, numero due della milizia sciita e la resistenza nei confronti diIsraele
continuerà».

Leave a Reply