«Inglesi via dall’Iraq entro l’autunno 2007»

GRAN BRETAGNA, IRAQ

CORRIERE Lun. 22/5/2006  
Guido Santevecchi

Il Sunday Times: il premier vuole concludere il mandato
da «pacificatore»

Vertice Blair-Bush per dare l’annuncio


LONDRA – La parola «ritiro» non sarà pronunciata, ma il
contingente britannico in Iraq prepara i piani per la «transizione». Il
disimpegno degli ottomila soldati schierati nella zona di Bassora dovrebbe
cominciare entro fine anno e concludersi nell’autunno 2007
.
L’ordine, secondo il Sunday Times, riflette l’ambizione di Tony Blair
di consegnarsi alla storia come il peacemaker, il pacificatore (per
questo nei piani c’è anche una riduzione dei soldati inglesi in Irlanda del
Nord: da 9.300 a meno di 5 mila)
. L’avvio del rientro dovrebbe essere annunciato
questa settimana in un vertice tra Blair e George Bush. E il presidente dirà a
sua volta che il contingente americano (130 mila militari) sarà alleggerito
entro dicembre di 30 mila unità.

L’incontro alla Casa Bianca è stato rinviato diverse volte nell’impaziente
attesa della costituzione del governo a Bagdad. Finalmente il premier Al Maliki
ha messo insieme i suoi ministri ed ecco l’accelerazione: «Il nuovo primo
ministro ha affermato in modo chiaro che l’Iraq deve riprendere in mano il suo
destino, e anche noi lo vogliamo», ha detto sabato Blair. E un anonimo alto
ufficiale britannico ha spiegato: «Volevamo che fosse il loro piano, non il
nostro, il momento è arrivato».
Il calendario del rientro è legato anche ai tempi dell’addio di Blair a
Downing Street. Il premier è impegnato in una difficile partita con Gordon
Brown per la transizione dei poteri che potrebbe concludersi entro l’autunno
del 2007: ecco dunque i 18 mesi per trasformarsi in pacificatore.
Le notizie che giungono da Bassora e da Bagdad non danno però la sensazione di
pace. Una media di 80 attacchi e agguati al giorno che causano 600 tra feriti e
morti ogni settimana. La maggior parte sono soldati e civili iracheni, ma anche
gli inglesi continuano a perdere uomini
.
Certamente Blair non vorrà presentarsi al Paese come un premier sconfitto. Per
questo ieri ha mandato il ministro degli Esteri Margaret Beckett ad
assicurare in tv che «le forze della coalizione resteranno fino a quando ci
sarà un lavoro da fare». La signora ha detto alla Bbc che non ci sarà « cutting
and running
»: gli inglesi non taglieranno la corda
. E «sarebbe
pericoloso fissare date artificiali» per la fine della missione; «una forma
di appoggio dall’esterno agli iracheni sarà comunque necessaria».

L’ intelligence britannica segnala che gran parte dei problemi
militari a Bassora sono causati da agenti iraniani
. «Teheran vuole che la
nostra presenza finisca. E certo non ha interesse a ritrovarsi con un Paese
vicino in preda al caos», ha detto al Guardian un ufficiale. Un
messaggio probabilmente è stato fatto arrivare fino ai comandanti dei pasdaran
e degli hezbollah, sospettati di aver orchestrato l’offensiva della guerriglia:
stop agli attacchi o niente ritiro.
Il comando britannico si dice soddisfatto perché entro fine anno il nuovo
esercito iracheno potrà contare su 325 mila uomini. «Il governo di Bagdad è
ansioso di dimostrare la sua piena sovranità, i prossimi tre-sei mesi saranno
cruciali», dice il generale Sir Robert Fry
.
 

I soldati
anglo-americani

BRITANNICI Sono ottomila gli uomini del contingente britannico
stanziato in Iraq con base a Bassora, nel Sud del Paese. Il disimpegno dovrebbe
cominciare quest’anno e terminare in diciotto mesi entro la fine del 2007
STATUNITENSI I militari statunitensi dispiegati in Iraq sono 130 mila.
Entro il prossimo dicembre il contingente dovrebbe essere alleggerito di 30
mila unità
GOVERNO IRACHENO Il Parlamento di Bagdad ha approvato sabato il nuovo
governo iracheno. Il premier Al Maliki ha annunciato che sarà presto fissato un
calendario per il rientro della forza multinazionale e il passaggio del
controllo della sicurezza agli iracheni

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