+ Nyt 110313, L’industria Usa del nucleare di fronte a nuove incertezze
– Secondo gli esperti, con o senza il nucleare, l’energia costerà di più in futuro, anche solo per i maggiori obblighi di sicurezza.
– La catastrofe tellurica e nucleare in Giappone ha aperto la questione della sicurezza anche nella filo-nucleare Francia;
o Hanno sospeso le proprie valutazioni sullo sviluppo del nucleare sia Areva, che EdF e Suez.
o hanno subito contraccolpi borsistici:
o Areva, il maggior produttore di centrali nucleari del mondo, -10%;
o EdF, produttore di energia con oltre 58 centrali nucleari (numero maggiore di ogni altro concorrente), quasi -5%, pari a circa €2,8MD.
– Prima del terremoto in Giappone era forte la speranza di ripresa dell’industria nucleare:
o un analista del broker americano Sterne Agee calcola che per il 2018 le centrali nucleari in costruzione potrebbero salire da 65 a 110.
– I produttori francesi potrebbero essere costretti ad un nuovo corso strategico: Areva e EdF si attendevano molto dall’esportazione della loro tecnica, molto apprezzata a livello internazionale.
– Se nel 2007 lo stesso presidente Sarkozy aveva appoggiato la vendita alla Libia del reattore EPR-3 prodotto da Areva e Siemens, sta cominciando la marcia indietro:
o il presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (ASN): ci vogliono 10-15 anni perché un paese possa disporre di infrastrutture, quadro giuridico e cultura di sicurezza adeguati … ASN emetterà pubblicamente la propria disapprovazione in caso la Francia venda reattori ad un paese dove non ci sono sufficienti garanzie per la sicurezza.
– La Francia gestisce 58 reattori in 19 siti, il più vecchio risalente al 1977 è Fessenheim, sul confine franco-tedesco, un’area sismica.
– In Europa – dove finora almeno 11 paesi si preparavano a costruire nuovi reattori: Francia, GB, Italia, Polonia, Lituania, Romania, Bulgaria, Cekia, Olanda, Svezia e Finlandia – di fronte al rischio di catastrofe nucleare in Giappone prevale lo scetticismo sulle ripetute assicurazioni sulla sicurezza degli impianti nucleari da parte del settore.
– L’esperto di Sterne-Agee avverte contro la costruzione di centrali nucleari in paesi non sicuri:
o l’Iran metterà quest’anno in funzione una centrale nucleare a Bushehr, che si trova in una regione dove si congiungono tre placche tettoniche. Arabia Saudita e le varie capitali dei paesi del Golfo si trovano a poche ore di distanza, e i loro vitali impianti di desalinizzazione verrebbero colpiti da una eventuale contaminazione dell’acqua marina.
o La centrale di Bushehr è stata iniziata con tecnologia tedesca negli anni Settanta, e terminata con l’aiuto russo senza modificazioni sostanziali.
– Il gruppo tedesco Siemens, in lite con Areva sulla vendita del suo 34% alla filiale Areva NP riguardo al prezzo, in alternativa pensa ad una alleanza con il gruppo russo del nucleare Rosatom, e di ritirarsi da quella con i francesi, mentre spinge al contempo per avere una maggiore quota di Areva, negata dal governo francese. Sarkozy: come è possibile vendere centrali con un partner che nel suo paese non ne costruisce più?
– Possibile l’alternativa al nucleare?
o terreno necessario per una centrale 1km2 circa, contro i 200 km2 per un parco eolico di uguale capacità.
o emissioni co2: gli esperti ritengono possibile la costruzione di reattori più moderni, in grado di resistere a terremoti, caduta di grossi aerei come l’A380, e attacchi terroristici.
– l’EPR-3 costruito oggi in Finlandia, Francia e Cina, dispone ad es. di 4 sistemi di sicurezza indipendenti tra loro per spegnersi.
– Per l’AP-1000, prodotto dall’americana Westinghouse, l’acqua di raffreddamento per operare non necessita di energia elettrica ma solo di forza di gravità.
– Nel 2010, Abu Dhabi ha operato una scelta in base al costo, preferendo il modello meno costoso della Corea a quello di Areva.
– A rischio negli Usa il fragile accordo bipartisan sul nucleare per i bisogni energetici Usa e contro i cambiamenti climatici, dopo l’incidente nucleare giapponese. Disaccordo su quasi altro aspetto della politica energetica.
– Era in crescita da parte dell’opinione l’accettazione del nucleare, ritenuto fonte di energia relativamente benigna, provata e non inquinante (se sicuro e permanente lo stoccaggio dei residui)
– Anche i più accaniti sostenitori, come il senatore indipendente Lieberman, uno dei più autorevoli sull’energia: frenare fino a che non si capisce cosa è successo in Giappone senza rinunciare a costruire nuove centrali nucleari negli Usa.
– Richieste regole più rigide per la scelta del luogo e per il funzionamento degli impianti nucleari, revisione dei 31 impianti negli Usa che utilizzano una tecnologia simile a quella dei reattori giapponesi danneggiati.
– Nuove cautele espresse anche dal presidente Obama, che considera il nucleare un elemento fondamentale per la futura politica energetica Usa. Diversificare le fonti, compresi rinnovabili …
– Saranno vagliate il 16.3.2011 dalla commissione Energia e Commercio le proposte avanzate da Obama nel suo discorso sullo Stato dell’Unione e nel suo piano finanziario di espansione del nucleare e garanzie per $36MD da partedel ministero Energia per i prestiti per la costruzione di 20 nuovi impianti nucleari.
– In un solo anno tre delle maggiori fonti di energia su larga scala, carbone, petrolio e nucleare, hanno avuto rilevanti incidenti:
o l’esplosione nella miniera di carbone Upper Big Branch nel West Virginia;
o lo scoppio e fuoriuscita del greggio nella piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico;
o e ora il nucleare in Giappone.
o Il presidente del Centro di politica bipartisan di Washington, e consigliere nella campagna elettorale di Obama nel 2008 per energia e cambio climatico, Jason Grumet: non si può risolvere la questione climatica con la tecnologia esistente senza appoggiarsi in modo significativo sul nucleare; rischi relativi inevitabili, disastri nell’estrazione di carbone, petrolio e impianti nucleari.
o Il sen. Rep. McConnell: No a reazioni esagerate alla crisi nucleare giapponese, bloccando il nucleare americano a tempo indeterminato. Non è bene fare scelte subito dopo una catastrofe.
Dopo l’incidente del nucleare di Three Mile Island l’opinione americana e i politici avevano fatto marcia indietro sul nucleare, respingendo i permessi di decine di impianti: “non nel giardino di casa mia …”
Atomindustrie – Wie die Welt mit der Kernkraft umgeht
– Im atomfreundlichen Frankreich stellt man seit der Japan-Katastrophe die Frage nach der Sicherheit mit unbekannter Dringlichkeit. In China werden fleißig neue Atomkraftwerke gebaut. Italiens Entscheidung steht noch aus. F.A.Z.-Korrespondenten berichten, wie die Welt mit der Kernkraft umgeht.
– Französische Hoffnungen auf eine höhere Wertschätzung der einheimischen Nuklearindustrie im Nachgang der japanischen Atomkrise sind am Montag an der Börse enttäuscht worden. Der weltgrößte Kraftwerkshersteller Areva verlor in Paris zeitweise fast zehn Prozent an Wert. Der französische Stromproduzent EdF, der mit seinen 58 Kernkraftwerken mehr auf Atomkraft setzt als alle anderen Konkurrenten der Welt, erlitt bis zum Nachmittag Einbußen von fast 5 Prozent oder rund 2,8 Milliarden Euro. „Die nukleare Renaissance wird sich wahrscheinlich verzögern“, sagt Per Lekander, Branchenanalyst bei UBS in Paris, voraus.
– Am Vorabend hatte der französische Präsidentenberater Henri Guaino im Fernsehen noch seine Zuversicht geäußert, dass Frankreichs Erfahrung, Wissen und seine moderne Technologie künftig besonders gefragt sein könnten. Doch die nun losgetretenen Debatten über die Zukunft der Atomindustrie – auch im ansonsten eher nuklearfreundlichen Frankreich – verunsicherten die Anleger. Auch Areva, EdF und GDF Suez hielten sich mit Stellungnahmen auffallend zurück. „Wir wollen die Lage erst genau verstehen“, sagte eine EdF-Sprecherin.
Atomindustrie: Wie die Welt mit der Kernkraft umgeht
– Die Hoffnung auf ein Comeback der Nuklearindustrie war bis zum japanischen Beben groß gewesen. Die Zahl der sich weltweit im Bau befindlichen Atomkraftwerke könne bis 2018 von 65 auf 110 steigen, schätzte etwa Ben Alias, Analyst beim amerikanischen Brokerhaus Sterne Agee.
– In Europa hatten mindestens elf Länder ihre Bereitschaft zum Bau neuer Nuklearreaktoren signalisiert oder machten sich schon an die Arbeit (Frankreich, Großbritannien, Italien, Polen, Litauen, Rumänien, Bulgarien, Tschechische Republik, Niederlande, Schweden und Finnland). Nun aber herrscht in der Branche große Skepsis vor (siehe Zaghafter Beginn einer Debatte). Immer wieder hat die Nuklearindustrie die Sicherheit ihrer Anlagen beschworen, und jetzt droht selbst im Hochtechnologieland Japan eine atomare Katastrophe. Vor allem in Ländern wie Italien und Großbritannien sei ein Kurswechsel möglich, vermutet Analyst Lekander.
– Frankreichs Ausrüster könnte dies zu einer strategischen Neuausrichtung zwingen. Areva und EdF haben sich vom Export ihrer Technik viel versprochen. Weltweit bieten die französischen Hersteller ihre Kraftwerke samt Wartung an.
– Präsident Sarkozy hatte sich 2007 selbst für einen Verkauf des von Areva und Siemens entwickelten Reaktors EPR-3 an Libyen eingesetzt.
o Nun beginnt aber das Zurückrudern: „Zehn bis fünfzehn Jahre braucht ein Land, um über die angemessene Infrastruktur, den Rechtsrahmen und eine Sicherheitskultur zu verfügen“, sagte der Präsident der französischen Behörde für Nuklearsicherheit (ASN), André-Claude Lacoste, in einem Interview. „Wenn Frankreich irgendwo seine Fahne hisst, wo es nicht ausreichende Sicherheitsgarantien gibt, dann wird die ASN öffentlich protestieren“, kündigt er an.
– Frankreich betreibt 58 Reaktoren an 19 Standorten. Das älteste Kraftwerk ist Fessenheim an der deutsch-französischen Grenze, es ist Atomkraftgegnern ein besonderer Dorn im Auge. Das seit 1977 laufende Kraftwerk liegt in einem Erdbebengebiet.
– Vor Kraftwerksbauten in unsicheren Ländern warnt auch Sterne-Agee-Experte Ben Elias. Der Iran will in diesem Jahr in Buschehr ein Atomkraftwerk in Betrieb nehmen – in einer Region, wo drei tektonische Platten zusammenkommen.
– Das in den siebziger Jahren einst mit deutscher Technologie begonnene Kraftwerk werde jetzt mit russischer Hilfe ohne grundlegende Änderungen vollendet, kritisiert Elias. Saudi-Arabien und die Hauptstädte der Golfstaaten liegen vom Standort nur wenige Stunden entfernt. Deren lebenswichtige Entsalzungsanlagen wären von einer Kontaminierung des Meereswassers schwer betroffen.
– „An der russischen Technologie sind Zweifel angebracht. Die von Siemens angestrebte Partnerschaft mit Rosatom ist zwar riskant. Doch wenn einer es schaffen kann, dann Siemens“, meint Elias.
– Der deutsche Konzern streitet immer noch mit dem Areva-Konzern über den Verkauf seiner 34 Prozent hohen Beteiligung an der Tochtergesellschaft Areva NP. Es geht um den Preis, den die Franzosen bezahlen sollen. Als Alternative planen die Deutschen eine Allianz mit dem russischen Kraftwerkskonstrukteur Rosatom; vor der Trennung von Areva darf diese jedoch nicht starten.
– Der Siemens-Konzern will bei den Franzosen aussteigen, weil er kein gleichberechtigter Partner war. Die Deutschen drängten eine Weile auch auf eine Erhöhung der Anteile an Areva, doch die französische Regierung verweigerte dies. Wie solle man Kernkraftwerke mit einem Partner verkaufen können, der in seiner Heimat keine mehr baue, meinte Sarkozy und blockierte.
– Was ist die Alternative zur Kernkraft? „Denken Sie allein an den Landverbrauch. Für ein Kernkraftwerk brauchen Sie rund einen Quadratkilometer. Für einen Windpark der gleichen Kapazität brauchen Sie 200 Quadratkilometer“, sagt Elias.
– Angesichts der Klima-Debatte um den Kohlendioxidausstoß halten etliche Experten jetzt einen verstärkten Neubau moderner Reaktoren für möglich. Sie könnten schweren Erdbeben, Abstürzen eines Großflugzeugs vom Typ A380 sowie Terroranschlägen widerstehen, glauben die Befürworter.
– „Unsere Branche zieht immer wieder Lehren aus neuen Erfahrungen, um die Atomenergie sicherer zu machen“, sagte Jim Bernard, Präsident des amerikanischen Kraftwerk-Konstrukteurs Shaw Group, am Montag.
– Der EPR-3, der heute in Finnland, Frankreich und in China gebaut wird, verfüge beispielsweise über vier voneinander unabhängige Sicherheitssysteme zum Abschalten, berichtet Elias. Beim Konkurrenzmodell AP-1000 aus der Produktion des amerikanischen Herstellers Westinghouse sei das Kühlwasser oberhalb des Reaktors so gelagert, dass zum Kühlen kein Strom, sondern nur die Schwerkraft gebraucht werde. „Abu Dhabi entschied sich im vergangenen Jahr gegen Areva und für ein billigeres Modell aus Korea; das heißt aber, dass sie nicht den besten Reaktor bekommen“, meint Elias.
– Ob mit Atomenergie oder ohne – auf jeden Fall dürfte Energie in Zukunft teurer werden. Denn allein die nun wahrscheinlichen Verschärfungen der Sicherheitsauflagen werden die Kosten erhöhen, lautet das Fazit von Fachleuten.
U.S. Nuclear Industry Faces New Uncertainty
By JOHN M. BRODER
– WASHINGTON — The fragile bipartisan consensus that nuclear power offers a big piece of the answer to America’s energy and global warming challenges may have evaporated as quickly as confidence in Japan’s crippled nuclear reactors.
– Until this weekend, President Obama, mainstream environmental groups and large numbers of Republicans and Democrats in Congress agreed that nuclear power offered a steady energy source and part of the solution to climate change, even as they disagreed on virtually every other aspect of energy policy. Mr. Obama is seeking tens of billions of dollars in government insurance for new nuclear construction, and the nuclear industry in the United States, all but paralyzed for decades after the Three Mile Island accident in 1979, was poised for a comeback.
Now, that is all in question as the world watches the unfolding crisis in Japan’s nuclear reactors and the widespread terror it has spawned.
– “I think it calls on us here in the U.S., naturally, not to stop building nuclear power plants but to put the brakes on right now until we understand the ramifications of what’s happened in Japan,” Senator Joseph I. Lieberman, independent of Connecticut and one of the Senate’s leading voices on energy, said on CBS’s “Face the Nation.”
– Nuclear power, which still suffers from huge economic uncertainties and local concerns about safety, had been growing in acceptance as what appeared to many to be a relatively benign, proven and (if safe and permanent storage for wastes could be arranged) nonpolluting source of energy for the United States’ future growth.
– But even staunch supporters of nuclear power are now advocating a pause in licensing and building new reactors in the United States to make sure that proper safety and evacuation measures are in place. Environmental groups are reassessing their willingness to see nuclear power as a linchpin of any future climate change legislation.
– Mr. Obama still sees nuclear power as a major element of future American energy policy, but he is injecting a new tone of caution into his endorsement.
– “The president believes that meeting our energy needs means relying on a diverse set of energy sources that includes renewables like wind and solar, natural gas, clean coal and nuclear power,” said Clark Stevens, a White House spokesman. “Information is still coming in about the events unfolding in Japan, but the administration is committed to learning from them and ensuring that nuclear energy is produced safely and responsibly here in the U.S.”
– Three of the world’s chief sources of large-scale energy production — coal, oil and nuclear power — have all experienced eye-popping accidents in just the past year. The Upper Big Branch coal mine explosion in West Virginia,
– the Deepwater Horizon blowout and oil spill in the Gulf of Mexico and the unfolding nuclear crisis in Japan have dramatized the dangers of conventional power generation at a time when the world has no workable alternatives able to operate at sufficient scale.
– The policy implications for the United States are vexing. “It’s not possible to achieve a climate solution based on existing technology without a significant reliance on nuclear power,” said Jason Grumet, president of the Bipartisan Policy Center in Washington and an energy and climate change adviser to the 2008 Obama campaign. “It’s early to reach many conclusions about what happened in Japan and the relevance of what happened to the United States. But the safety of nuclear power will certainly be high on the list of questions for the next several months.”
– “The world is fundamentally a set of relative risks,” Mr. Grumet added, noting the confluence of disasters in coal mining, oil drilling and nuclear plant operations. “The accident certainly has diminished what had been a growing impetus in the environmental community to support nuclear power as part of a broad bargain on energy and climate policy.”
– Mitch McConnell of Kentucky, the Senate Republican leader, said that the United States should not overreact to the Japanese nuclear crisis by clamping down on the domestic industry indefinitely. Republicans have loudly complained that the Obama administration did just that after the BP oil spill last spring when it imposed a moratorium on deepwater oil drilling until new safety and environmental rules were written.
– “I don’t think right after a major environmental catastrophe is a very good time to be making American domestic policy,” Mr. McConnell said on “Fox News Sunday.”
– He said that the American public and politicians had recoiled after Three Mile Island, rejecting permits for the construction of dozens of nuclear plants on the “not in my backyard” impulse.
“My thought about it is, we ought not to make American and domestic policy based upon an event that happened in Japan,” Mr. McConnell said.
Mr. Obama has been as supportive of nuclear power as any recent president as he has tried to devise a political and technical strategy for ensuring energy supplies and reducing greenhouse gas emissions.
– Nuclear power, along with expanded offshore oil drilling, “clean coal” development and extensive support for renewable energy, are part of his “all-of-the-above energy strategy,” an approach and terminology borrowed from Republicans. But his support for coal and oil as part of a grand compromise on energy were set back by last year’s mining and drilling disasters, and today’s problems with nuclear in Japan cannot help.
Concerns about earthquakes and nuclear power have been around for a long time; new questions might also be raised now about tsunamis and coastal reactors.
– In Mr. Obama’s State of the Union[e] address and in his budget, he proposed an expansion of nuclear energy technology and $36 billion in Department of Energy loan guarantees for the construction of as many as 20 new nuclear plants.
That policy will be on the table at a hearing of the Energy and Commerce Committee on Wednesday, when Steven Chu, the energy secretary, and Gregory B. Jaczko, chairman of the Nuclear Regulatory Commission, are scheduled to testify.
“We will use that opportunity to explore what is known in the early aftermath of the damage to Japanese nuclear facilities,” said Representative Fred Upton, Republican of Michigan, the committee chairman, “as well as to reiterate our unwavering commitment to the safety of U.S. nuclear sites.”
– Representative Edward J. Markey, Democrat of Massachusetts and a skeptic of nuclear power who nonetheless supported expansion of nuclear power as part of the House energy and climate legislation he co-sponsored, said the United States needed tougher standards for siting and operating nuclear plants.
He said regulators should consider a moratorium on locating nuclear plants in seismically active areas, require stronger containment vessels in earthquake-prone regions and thoroughly review the 31 plants in the United States that use similar technology to the crippled Japanese reactors. “The unfolding disaster in Japan must produce a seismic shift in how we address nuclear safety here in America,” Mr. Markey said.