«Il Pentagono prepara il blocco navale»

Ennio
Caretto

I media Usa


WASHINGTON — Il Pentagono ha messo al punto un
piano di blocco navale dell’ Iran: in caso di sanzioni il blocco servirebbe a
isolare l’Iran e a tenere libere le rotte del petrolio del Golfo Persico,
innanzitutto lo stretto di Hormuz. In caso di guerra, servirebbe a sferrare un
micidiale attacco aereo e missilistico di più giorni contro gli impianti
nucleari iraniani e le installazioni militari. Lo hanno riferito alcune tv, tra
cui la Cnn
, che ha dedicato un programma a un «possibile» conflitto, citando
«fonti militari bene informate». Interpellato dai giornali, il generale John
Abizaid, capo del Comando centrale per il Medio Oriente e il Golfo Persico, non
ha voluto commentare
, annunciando solo che in Iraq non ci sarà alcuna
riduzione dei 147 mila soldati americani «almeno fino alla prossima primavera».
La fuga di notizie dal Pentagono potrebbe fare parte della guerra
psicologica in corso tra Usa e Iran. Ma per la Cnn il capo di Stato maggiore
della Marina, l’ammiraglio Mike Mullen, ha chiesto ai suoi ufficiali di
individuare unità, uomini, posizioni e armamenti necessari
: «Non è routine»
ha detto la tv. La flotta che eseguirebbe il blocco è quella del Pacifico, con
4 portaerei, numerosi lanciamissili e qualche migliaio di marines. Il blocco
navale dell’ Iran si accompagnerebbe a un rafforzamento della presenza navale
Usa nel Mediterraneo e nel Golfo di Guinea, indispensabili per le forniture
petrolifere all’Occidente
.
Una terza guerra come in Afghanistan e Iraq è esclusa perché l’America non
può dispiegare abbastanza truppe a terra. Ma anche i «bombardamenti preventivi»
potrebbero costare cari a Usa (e alleati)
. Per L’ex ambasciatore americano
all’Onu Bill Richardson la ritorsione iraniana «metterebbe in fiamme» l’intero
Medio Oriente. In primavera Seymour Hersh, il più noto giornalista
investigativo Usa aveva già lanciato l’allarme su un’imminente guerra all’Iran.
Ma poi aveva sostenuto che il piano era rientrato per dare tempo alla
diplomazia di trovare un compromesso.

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