IL PENTAGONO AD OBAMA: INVIARE PIÙ SOLDATI O PERDERE LA GUERRA IN AFGHANISTAN

Usa, Afghanistan, militarizzazione
Wsws 090813

Il Pentagono ad Obama: Inviare più soldati o perdere la guerra in Afghanistan

James Cogan

●    L’elezione del neo-presidente USA, Obama, è dovuta anche all’appoggio di frazioni decisive della elite dominante che vuole focalizzare la politica estera americana sulla guerra in Afghanistan per promuovere gli interessi dell’imperialismo americano in Asia Centrale,

o   nonostante i costi in vite umane ed i costi finanziari:

o   dal 2001 la guerra è costata agli USA $223 MD;

o   Secondo la Brooking Institution (Michael O’Hanlon, sul WP), le sole operazioni militari costeranno fino a $100 MD nel 2010;

o   Bing West, ex assistente alla Difesa: le forze afghane avranno bisogno di $4MD/anno per i prossimi 10 anni, altrettanti per lo sviluppo.

●    Ormai preparato lo scenario per annunciare un’escalation del conflitto, per arginare entro 12-18 mesi i talebani, evitando l’umiliazione di una sconfitta USA,

o   Forte segnale che l’escalation sia già decisa il fatto che Obama non abbia messo a tacere le speculazioni sui piani di aumento delle truppe;

o   Il senatore repubblicano Lindsey Grahma si è appellato alla maggioranza democratica perché voti a favore di richieste di maggiori finanziamenti per la guerra.

– Stanley McCrystal, comandante delle forze USA e Nato in Afghanistan (passi da una intervista al WSJ):

o   il conflitto è in una fase critica e decisiva; i talebani sono ora molto aggressivi, le forze di occupazione hanno solo 12 mesi per fermarli,

– I particolari del piano McChrystal, forniti da ufficiali non identificati:

o   finanziare il quasi raddoppio delle forze armate afghane, da 135mila a 240mila, e della polizia da 82mila a 160mila;

o   dispiegamento a lungo termine di altri 10mila soldati americani, per addestrare e controllare questo ampliamento delle forze di sicurezza afghane (secondo la maggior parte degli analisti questo richiederà almeno 5 anni);

o   dispiegamento a breve termine di 2-8 nuove brigate da combattimento, pari a 10-60mila soldati e personale logistico.

– McChrystal chiederebbe (secondo indiscrezioni di un altro giornale) anche un forte aumento dei funzionari governativi americani con varie funzioni di consulenza, essenzialmente per gestire i vari ministeri del governo fantoccio di Kabul (dai 560 di fine 2008 a 1000 per fine 2009 a 1350 per metà 2010).

– McChrystal sarebbe appoggiato dal generale David Petraeus, responsabile dell’aumento delle forze americane in Irak.

– Anthony Cordesman, analista del CSIS (Center for Strategic and International Studies), sul britannico Times:

o   condanna l’Amministrazione Bush per non aver preso sul serio I talebani fino al 2007, critica I paesi Nato per non aver fornito soldati a sufficienza e aver posto limiti al loro mandato.

o   Il governo di Hamid Karzai è corrotto, troppo centralizzato, incapace e quasi assente in grande parte del’Afghanistan.

o   La ricostruzione e gli aiuti internazionali in Afghanistan sono un pastrocchio mal funzionante e dispendioso, paralizzato da divisioni burocratiche.

●    Tutto ciò ha fatto sì che da gruppo di esuli sconfitti i talebani si sono trasformati in una forza che ha minacciato di sconfiggere la Nato e il governo afghano:

o   i distretti sotto il loro controllo sono passati da 30 (2003) a 160 (fine 2008);

o   i loro attacchi sono aumentati del 60% tra ottobre 2008 ed aprile 2009 (in luglio 2009 uccisi 75 soldati Usa e Nato, il mese con il numero di caduti più alto dall’inizio della guerra, centinaia i feriti; in agosto, fino ad oggi, 27 soldati morti)

●    Cordesman  propone

o   l’invio di altre 3-9 brigate, oltre i 21mila soldati già decisi da Obama;

o   il raddoppio di soldati e polizia afghani;

o   purgare dai corrotti il governo afghano;

o   revisione degli aiuti internazionali “divisi, fortemente inefficienti e corrotti”;

o   operazioni più decise contro le tribù pakistane di confine che aiutano i ribelli afghani.

o   I governi USA e Nato devono dire più chiaramente alla gente che la guerra in Afghanistan chiede un impegno di lungo termine (12 mesi per respingere i talebani, 10 anni per stabilizzare l’Afghanistan).

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Le Figaro       090802-03

Kouchner : «Dobbiamo costruire la pace con gli afghani»/ La Nato ha avuto scarsi risultati in Afghanistan/ Afghanistan, la guerra si estende alle zone abitate

intervista di Arielle Thedrel/ Constance Jamet/ Marie-France Calle

– Il 2009 si annuncia come l’anno più sanguinoso della guerra in Afghanistan: più di 1000 civili caduti da inizio anno, e 75 soldati stranieri nel solo mese di luglio, un numero pari o maggiore a quello di un anno intero dal 2001 al 2005; 39 americani (superando il record di 26 del settembre 2008) e 22 britannici, 191 in totale, un numero di caduti superiore britannici a quello della guerra delle Malvine contro l’Argentina del 1982, o dell’Irak.

– I morti americani e britannici dovuti alle due offensive di giugno (la britannica Zampata di pantera, ora terminata) e luglio (la Pugnalata americana) nella provincia di Helmand (Sud), una delle più talebanizzate, e dove il commercio di oppio è più redditizio.

– Il rapporto dei deputati britannici su missione Afghanistan valutata come poco efficace, causa le azioni dispersive e la mancanza di sensibilità culturale; assenza di visione coerente dal punto di vista della storia della cultura e della politica afghane. Però niente ritiro, rimanere fino a che gli afghani sapranno prendersi carico della propria sicurezza.

●    I bombardamenti sui civili hanno diminuito l’appoggio degli afghani alle truppe; cattiva organizzazione delle priorità Nato, nessun progresso nella lotta contro la corruzione; una forza di polizia corrotta spinge gli afghani a cercare giustizia presso i talebani;

●    la Nato dovrebbe ripartire meglio gli sforzi bellici tra tutti i paesi membri;

●    grave rischio per la Nato di impantanarsi e di perdere la faccia come alleanza militare in grado di operare al di fuori dei suoi confini.

– Critica alla strategia britannica: pianificazione irrealista, mancanza di coordinamento tra i servizi, e soprattutto incapacità di dare chiare consegne ai militari; inviato un numero di soldati insufficiente a Helmand, centro dell’insurrezione talebana.

– Le forze britanniche, anziché concentrarsi su obiettivi prioritari come la sicurezza, si concentrano su obiettivi secondari e gravosi, come la lotta al narcotraffico, per la quale la GB ha speso $267 mn. nel 2004-2008 senza risultati: la produzione di oppio è triplicata nel medesimo periodo.

– La minaccia alla sicurezza proviene ora dal Pakistan e non più dai talebani afghani.

– Le elezioni presidenziali del 20 agosto saranno un test per la nuova strategia USA: Obama ha deciso di inviare 21000 nuovi soldati, che si aggiungeranno ai 40 000 già sul campo; accelerare la formazione delle forze afghane; sostenere il governo centrale molto debole, assicurare la stabile sicurezza della popolazione.

●    Sulla sicurezza della popolazione, da un recente rapporto ONU: il conflitto si sta spostando sempre più nelle aree abitate, con un aumento del 24% delle vittime civili nel primo semestre 2009 sul primo semestre 2008.

●    Il ministro Esteri francese, Kouchner, giustifica l’impegno militare francese in Afghanistan dopo la morte del 29 soldato francese. (Kouchner è stato per diversi mesi l’anno per 7 anni in Afghanistan, come medico)

o   Compiti della missione: prima anti-terrorismo; poi difesa della democrazia, creare le condizioni per la pace, costruirla in sintonia con la popolazione … Nell’area del comando francese (Kapissa), molto povera, c’è collaborazione con i civili.

●    Parla di coraggio e professionalità dei militari francesi, con Obama gli americani hanno cambiato strategia e condividono la posizione francese.

●    Il governo afghano deve negoziare con i talebani disposti ad un armistizio; l’unico tentativo fatto in tal senso è stato in Arabia saudita, qualcuno ha cercato di contattare i talebani, non si deve negoziare separatamente con essi, occorre un coordinamento degli alleati, sotto l’egida ONU.

●    Il presidente Karzai si è detto disponibile ad accogliere i talebani, disponibili ad accettare delle regole, in un governo legale.

●    La Costituzione afghana non prevede l’elezione di un primo ministro, dal gennaio 2004 l’Afghanistan ha un regime presidenziale forte, “all’americana”; nell’autunno 2004 Karzai venne eletto con il 55,4% dei voti, una popolarità che è andata via via svanendo.

o    ci sono proposte per riunire i quattro ministeri più importanti (forze armate, economica, educazione, sanità) e farli amministrare da un super-ministro o da un coordinatore, così che le forze alleate possono controllare meglio.

●    Per ora sappiamo solo che il denaro arriva solo in piccola parte alla popolazione.

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Die Welt        090803

Afghanistan – Terminata l’offensiva della Bundeswehr, tornano i Talebani

●     Terminata la maggiore offensiva militare tedesca, Adler (3000 soldati e 900 forze di sicurezza afghane morti, 4 soldati afghani e 17 ribelli) nel distretto di Char Drah, provincia di Kundus (iniziata il 19 luglio),

●    un centinaio di ribelli fuggiti nelle province vicine sono già tornati nel loro centro, a S-O del campo tedesco di Kundus, riprendendone il controllo;

o   ripresi gli scontri, con nuove vittime: 9 delle truppe Isaf, 3 americani nell’Est e 3 nel Sud, provincia di Kandahar, e 1 francese a Kapisa, 2 non di nazionalità specificata.

o   altri talebani che si erano mescolati alla popolazione, riprendono le armi che avevano nascosto.

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Wsws 090727

L’offensiva tedesca in Afghanistan

●    Appare sempre più evidente che la Germania, terzo maggior contingente militare in Afghanistan dopo USA e GB, sta appoggiando direttamente la guerra di conquista coloniale condotta da USA e Nato, per perseguire i propri interessi, proseguendo una vecchia tradizione di politica di grande potenza.

o   Martin Baraki, professore all’università di Marburgo: «La classe dominante della Germania guglielmina seguì attentamente il corso della politica in Afghanistan cercando per al prima volta di sfruttare la lotta di indipendenza del popolo afghano dal dominio britannico per gli obiettivi militari della Germania nella Prima Guerra Mondiale. L’autore fa emergere l’enorme importanza dell’Afghanistan per le ambizioni geopolitiche tedesche  ricordando come Hitler cercò ci mantenere buone e durevoli relazioni con la cricca di Kabul.

o   Le forze armate tedesche hanno di recente intensificato l’intervento in Afghanistan; per la prima volta dopo la Seconda Guerra mondiale hanno lanciato una grande offensiva nel Nord (Adler) e usato armi pesanti, con carri armati Marder e la nuova versione di mortai di artiglieria Mörser.

●    La recente offensiva palesa la falsità della propaganda governativa, che parla di missione di “umanitarismo agguerrito”: le strade e molti degli edifici da poco costruiti in nome degli aiuti umanitari vengono ora distrutti dai carri armati.

o   Il mortaio Mörser 18 da 21 cm. era una delle principali armi usate dalla Wehrmacht hitleriana su tutti i fronti.

o   La decisione dell’offensiva è stata presa dai capi militari (gen. brigadiere Wolfgang Schneiderhan) e non dal parlamento;

o   Schneiderhan ha chiarito che in futuro l’alto comando deciderà le operazioni e quando il parlamento dovrà finanziarle.

o   Le dichiarazioni rese dal ministro della Difesa Jung (CDU) sull’offensiva rivelano come sia senza valore la pretesa che le moderne forze armate tedesche rispondano al parlamento, diversamente dalla Wehrmacht:

o   le operazioni sarebbero state condotte dalle forze afghane (800 soldati e 100 poliziotti afghani, con 300 soldati tedeschi in appoggio), e di conseguenza non era necessario estendere il mandato esistente per le forze tedesche, o discuterne in parlamento.

o   Dato il peggioramento della situazione Jung ritiene possibile l’invio di altri 1000 soldati tedeschi a Kundus, in aggiunta ai 45000 già dispiegati;

§ lamentando lo scarso appoggio alle forze armate tedesche da parte della popolazione (i tedeschi sarebbero patriottici solo quando la Germania gioca a calcio, secondo un sergente maggiore decorato dalla Merkel …), chiede indirettamente al parlamento di darsi da fare per giustificare gli interventi militari tra l’opinione.

●    Jung ha messo in guardia il partito Linke dall’utilizzare elettoralmente l’intervento militare tedesco in Afghanistan, sarebbe irresponsabile; chi si opponesse ad esso sarebbe complice dei talebani, e corresponsabile dei caduti tedeschi.

– Il governo tedesco sta pensando di allargare le operazioni dell’aeronautica tedesca, accettando l’alto numero di vittime afghane, di altri soldati tedeschi e il pericolo di rappresaglie terroristiche in Germania.

●    Tra i maggiori fautori della guerra alcuni socialdemocratici SPD;

●    su modello del leader socialdemocratico Gustav Noske, che creò il corpo dei volontari mercenari alla fine della Prima G.M. e fu responsabile dell’uccisione di migliaia di lavoratori rivoluzionari, oggi i socialdemocratici stanno chiedendo la repressione degli oppositori alla guerra:

●    Un recente sondaggio dava l’85% degli intervistati contro la guerra.

o   l’ex ministro Difesa Peter Struck (SPD), lancia su Die Zeit invita a modi più autoritari contro la popolazione: «Mi fa arrabbiare il fatto che i tedeschi siano così contrari alla guerra. Ora tocca alla Merkel. Nella sua veste di cancelliera deve cercare di sconfiggere queste posizioni»,

o   appello che Struck ed altri politici estendono per timore di disordini sociali a seguito delle conseguenze della crisi economica, invitando a misure autoritarie mantenere la legge e l’ordine.

– Lo stretto legame tra guerra e questioni sociali fa comprendere come nessun partito dell’establishment, nessun sindacato vuole chiamare la gente a protestare contro la guerra;

– le proteste di alcuni anni fa’ contro la guerra in Irak sono state messe a tacere; la Linke evita di organizzare proteste temendo che un movimento di massa possa poi opporsi anche alle misure antisociali perseguite dalla Linke a Berlino dove è partito di governo.

– Benché la Linke abbia richiesto alcune occasioni il ritiro delle truppe tedesche in Afghanistan, è principalmente orientata a collaborare con la SPD, una delle principali forze fautrici della guerra.

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Die Welt        090731

Strategia per l’Afghanistan – I soldati tedeschi devono uccidere sempre più spesso

Thorsten Jungholt

●    I soldati tedeschi quasi quotidianamente rischiano la vita, sono uccisi e devono uccidere;

●    benché non siano disponibili informazioni ufficiali sulle “Forze militanti di opposizione” (i ribelli) uccise,

●    sarebbero circa 40 i talebani uccisi durante la maggiore offensiva militare tedesca in N Afghanistan. I soldati tedeschi sono in Afghanistan da 7 anni, un periodo più lungo della Seconda Guerra Mondiale, ricorda l’ispettore generale Wolfang Schneiderhan per chiarire che non si deve pensare ad una fine prossima.

– La qualità della missione è cambiata: aiuto, mediazione, difesa e ricostruzione sono stati i compiti preponderanti fino ad ora; ma il combattimento è il compito divenuto da qualche tempo preponderante, dato che i guerriglieri talebani da due anni, reagendo alla pressione di britannici e americani nel S e E, hanno allargato le proprie azioni anche al Nord, territorio di missione della Bundeswehr.

– Da marzo i talebani non si limitano più agli esplosivi, e sono passati a scontri aperti, fanno imboscate e cercano di far ingaggiar battaglia alla Bundeswehr. (sarebbero uffcialmente 35 i soldati tedeschi uccisi); ora le regole di ingaggio dei soldati tedeschi prevedono il ricorso alle armi non solo per difesa ma anche contro persone che “progettano attacchi …»

o   Secondo il ministro Difesa Jung: 30 mn. di afghani sono stati liberati dalla tirannia dei talebani, ci sono 6,5 mn. di studenti, 19 università, 3000 giornali, 60 emittenti radio e 20 TV, 8 mn. di telefonini; l’80% degli afghani avrebbe di nuovo accesso alle cure mediche; progredisce la costruzione di infrastrutture.

Wsws 090813
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Published by the International Committee of the Fourth International (ICFI)

Pentagon to Obama: Send more troops or lose war in Afghanistan
By James Cogan
13 August 2009

–   The stage has been set for the Obama administration to announce another major escalation of the war in Afghanistan, amid warnings that the Taliban insurgency has to be stemmed over the next 12 to 18 months to avoid the risk of a humiliating US defeat.

–   General Stanley McChrystal, the commander of US and NATO forces in Afghanistan, is continuing to use the American media to condition public opinion to accept the dispatch of more troops and the allocation of more money to bolster the occupation. The commander was due to present a review of the war to the White House this week but it has been delayed until after the August 20 Afghan presidential election.

–   In a weekend interview with the Wall Street Journal, extracts of which were published on Monday under the dire headline “Taliban Now Winning,” McChrystal declared the conflict was at a “critical and decisive moment.” The Taliban, he said, was “a very aggressive enemy right now” and the occupation forces had effectively 12 months to stop their “momentum” and “initiative.”

While McChrystal did not spell out his plan, unnamed officials who have taken part in the review provided details to the Wall Street Journal of what is likely to be proposed. These include:

–   * Funding to nearly double the size of the Afghan government army from 135,000 to 240,000, and the police from 82,000 to 160,000.

–   * The long-term deployment of up to 10,000 additional US troops to function as trainers and overseers for the expansion of the Afghan security forces. Most analysts agree that the process would take at least five years to complete.

–   * The short-term deployment of between two and eight additional combat brigades—amounting to anywhere between 10,000 and 60,000 troops and support and logistics personnel—to enable coordinated offensives against Taliban strongholds. The Wall Street Journal highlighted concerns in the military that insurgents had largely escaped during the current US operation in Helmand Province due to the lack of troops.

–   Another leak this week to McClatchy Newspapers indicated that McChrystal also intends to ask for a major increase in US government employees in various advisory functions. The civilian contingent in Afghanistan was predicted to grow from 560 in late 2008 to 1,000 by the end of this year and up to 1,350 by mid-2010. Essentially, their role will be to run entire departments of the puppet government in Kabul.

–   McChrystal’s views are believed to be strongly backed by the head of Central Command, General David Petraeus, who was responsible for the US surge in Iraq.

The thinking in US ruling circles was spelt out this week by Anthony Cordesman, senior foreign policy analyst at the Center for Strategic and International Studies (CSIS). Cordesman was invited by McChrystal to assist in the preparation of his review and had recently returned from Afghanistan. On August 10, he published his conclusions in a column in the British-based Times, headlined “More Troops, Fewer Caveats—Let’s Get Serious.”

–   Cordesman condemned the Bush administration for failing to take the Taliban insurgency seriously until 2007 and criticised NATO states for failing to provide enough troops and for placing limits on their use. Washington and NATO, he declared, had allowed “the enemy to take the initiative for more than half-a-decade.”

–   He also labeled the Afghan government of President Hamid Karzai as “corrupt, grossly overcentralised, lacking in capacity and virtually absent in large parts of Afghanistan.” He blasted international reconstruction and aid in Afghanistan as “a dysfunctional, wasteful mess that is crippled by bureaucratic divisions.”

–   The result, Cordesman declared, was that “the Taliban have gone from a defeated group of exiles to a force that has threatened to defeat NATO and the Afghan government.”

–   The insurgency had increased the number of districts under its control from 30 in 2003 to 160 by the end of 2008, and its attacks on occupation forces had soared by 60 percent between October 2008 and April 2009. Seventy-five US and NATO troops were killed in July, the highest number of the entire war, and hundreds more were wounded. So far in August, another 27 soldiers have lost their lives.

–   Cordesman’s proposed remedy was the dispatch of “three to nine additional combat brigades” on top of the 21,000 troops already ordered by Obama this year, the doubling of the Afghan army and police, a purge of corrupt elements from the Afghan government, an overhaul of the “divided, grossly inefficient and corrupt international aid effort” and greater action against the Pakistani border tribes that are aiding the Afghan insurgency.

–   The US and NATO governments, he also insisted, “will need to be more honest with their peoples” and make clear that the war in Afghanistan would require “a long-term commitment.” There is common agreement among pro-war analysts like Cordesman that while the next 12 months will be crucial militarily in pushing back the Taliban, it will take five to 10 years to completely stabilise Afghanistan as a pliant US client state.

–   As well as thousands of casualties, the financial cost of the war will be enormous. Since 2001, Afghanistan has already cost the US Treasury some $223 billion.

–   Michael O’Hanlon of the Brookings Institution told the Washington Post this month that the cost of military operations alone would more than likely balloon to $100 billion over the coming year. Bing West, a former assistant defense secretary, conservatively estimated that, in addition, “Afghan forces will need $4 billion a year for another decade, with a like sum for development.”

–   Despite the crisis confronting the US budget, a further escalation of the war is likely to pass through Congress with little difficulty. In May, 17 Democratic and Republican senators on the Armed Services Committee signed a joint letter to Obama calling for the doubling of the Afghan Army—which would necessarily involve the dispatch of more US trainers.

–   This week, Republican Senator Lindsey Graham called on the Democratic majority in both houses of Congress to join with the Republicans in responding favourably to a request for more war funding. “Let’s not ‘Rumsfeld’ Afghanistan,” he declared, referring to Bush administration Defense Secretary Donald Rumsfeld, who notoriously insisted that the Iraq occupation could be carried out with less than half the troops recommended by senior generals.

Graham appealed to the Democrats: “Let’s not do this thing on the cheap. Let’s have enough combat power and engagement across the board to make sure we’re successful. Quite frankly, we’ve got a lot of ground to make up.”

–   The most significant response to the steady leaking of McChrystal’s plans has been that of the Obama administration. Defense Secretary Robert Gates and National Security Advisor Gen. James Jones have stated on a number of occasions that the president has “not ruled out” sending more troops.

–   The very fact that Obama has made no attempt to silence speculation over plans for additional troops is a strong indication that a decision has already been made.

–   Obama was propelled into office by decisive sections of the US ruling elite precisely to focus on the war in Afghanistan and shore up the geo-political interests of American imperialism in the resource-rich Central Asian region—regardless of how much it costs in blood and dollars.

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Le Figaro        090803
Kouchner : «Nous devons bâtir la paix avec les Afghans»

Propos recueillis par Arielle Thedrel

03/08/2009 | Mise à jour : 08:45 | Commentaires 117 | Ajouter à ma sélection

 «Si les Afghans parviennent à voter de la façon la plus régulière possible (à l’élection présidentielle du 20 août), ce sera un gros échec pour les talibans». Crédits photo : Marlene Awaad/Le Figaro

Après la mort d’un vingt-neuvième soldat français, le chef de la diplomatie française justifie l’engagement de la France en Afghanistan.

–   LE FIGARO. – Que pensez-vous du rapport britannique publié dimanche qui déplore l’absence d’une «vision et d’une stratégie cohérentes basées sur les réalités de l’histoire et de la culture afghanes» ?

Bernard KOUCHNER. – Tout d’abord, je voudrai saluer le courage et le professionnalisme des soldats français. L’histoire de l’Afghanistan, je la connais bien. J’ai fréquenté l’Afghanistan pendant sept ans, plusieurs mois par an, en tant que médecin. Bien sûr qu’il faut se demander quels buts nous poursuivons et quels sont les résultats. Après les attentats du 11 septembre 2001, l’objectif était de lutter contre al-Qaida. Puis la communauté internationale s’est engagée à défendre l’existence d’un gouvernement démocratique. Même si les pratiques en Afghanistan ne sont pas toujours celles de la démocratie occidentale.

–   Nous n’allons pas imposer la paix, mais nous pouvons créer les conditions pour y parvenir. Pour cela, il nous faut être en phase avec la population. C’est notre stratégie, et j’ai pu moi-même constater qu’à Kapissa (zone sous commandement français, NDLR) cette collaboration avec les civils est devenue une réalité. Cette région est très pauvre. Nous avons contribué par exemple à la construction de hangars pour stocker les grains de grenade, seule richesse locale, et les vendre ainsi à un meilleur prix. Nous avons lancé également des projets médicaux, scolaires … La paix, nous voulons la construire avec les Afghans, je dirais même sous la direction des Afghans. Cela, évidemment, ne plaît pas aux talibans, mais c’est ainsi que nous devons agir si nous voulons instaurer la confiance.

Les Américains partagent-ils ce point de vue ?

–   Les Américains ont changé de stratégie depuis l’arrivée d’Obama. Ils ont compris que si on ne convainc pas la population, c’est perdu d’avance.

Certains experts estiment que la paix ne sera possible qu’en dialoguant avec les talibans.

–   Bien entendu qu’il faut négocier avec les talibans. En tout cas, avec ceux qui sont prêts à déposer les armes et à dialoguer. Mais ce n’est pas à nous de le faire, c’est un sujet qui relève de la responsabilité des autorités afghanes élues. Pour le moment, la seule tentative de négociations, appuyée par le président Karzaï, a eu lieu en Arabie saoudite sous la houlette du prince Saqri. Certains ont tenté localement de prendre contact avec les talibans pour diverses raisons, militaires, d’organisation locale. Il faut surtout une attitude coordonnée des alliés et il faut que les conditions soient réunie. C’est une opération des Nations unies, il ne faut pas l’oublier. Rien ne serait pire que de négocier chacun de son côté.

Pourquoi ces contacts n’ont-ils pas abouti ?

Parce que les talibans ne veulent pas la paix. Ou plus exactement, il y a deux sortes de talibans. Il y a ceux qui pourraient être intégrés dans un gouvernement légal, et le président Karzaï s’est déjà dit prêt à les accueillir à Kaboul dès qu’ils voudront négocier. C’est avec les talibans qui auraient le goût et surtout le respect d’un certain nombre de règles que la paix sera possible. À terme, c’est avec eux que le futur président fera la paix. Et puis il y a les partisans du djihad global. Ceux-là se refusent à négocier.

Dans ces conditions, quelle crédibilité accorder à la présidentielle du 20 août prochain ?

–   Si les Afghans parviennent à voter de la façon la plus régulière possible, ce sera un gros échec pour les talibans. Maintenant, il faut se demander comment procédera le futur gouvernement.

–   La Constitution afghane ne prévoit pas de premier ministre. Il y a des propositions pour que les quatre départements ministériels les plus conséquents – l’armée, l’économie, l’éducation, la santé – soient administrés par un superministre ou un coordinateur, ce qui nous permettrait de suivre les efforts entrepris.

–   Pour le moment, on sait par où ne passe pas l’argent, c’est-à-dire qu’il en arrive encore trop peu à la population et c’est cela que nous nous employons collectivement à corriger.

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Le Figaro        090802
En Afghanistan, la guerre s’étend aux zones habitées

De notre correspondante à New Delhi, Marie-France Calle

31/07/2009 | Mise à jour : 22:57 | Commentaires 33 | Ajouter à ma sélection

Des soldats français en opération dans la province de Kapisa, le 30 juillet dernier, en Afghanistan. Crédits photo : AFP

À vingt jours de l’élection présidentielle, le bilan des victimes est de plus en plus lourd. Plus de 1 000 civils depuis le début de l’année et 75 soldats étrangers dans le seul mois de juillet.

–   L’année 2009, cruciale pour l’Afghanistan de l’après-talibans, s’annonce comme l’une des plus meurtrières. vendredi encore, deux attaques menées par les insurgés dans l’ouest du pays contre un convoi de camions-citernes de l’Otan escorté par des gardes privés ont entraîné la mort de quatre soldats afghans et blessé très gravement 13 civils. Avec ce climat d’extrême violence, dans ce pays laminé par huit ans de guerre et rongé par la corruption, l’élection présidentielle du 20 août, plus qu’un exercice démocratique, fait plutôt figure de test pour la nouvelle stratégie américaine.

–   Soixante-quinze soldats étrangers auraient été tués en Afghanistan durant le seul mois de juillet. Cela représente autant, sinon plus, de pertes qu’en une année entière, sur la période allant de 2001 à 2005. Les Américains et les Britanniques paient, de loin, le plus lourd tribut. Trente-neuf soldats américains sont morts au cours du mois dernier, battant le triste record de 26 tués, enregistré en septembre 2008. Quant aux Britanniques, 22 des leurs sont tombés en juillet. Et, avec un total de 191 morts depuis 2001, le conflit afghan est devenu plus meurtrier pour les Anglais que la guerre des Malouines, en 1982, contre l’Argentine ; ou même l’Irak. Cette récente hémorragie des troupes américaines et britanniques s’explique par les deux offensives lancées entre juin et juillet dans la province du Helmand, au sud de l’Afghanistan. Alors que la première phase de «Griffe de panthère», l’opération des militaires anglais, s’est achevée la semaine dernière, celle des Américains, surnommée «Poignard» et entamée le 2 juillet, se poursuit. Reconquérir le Helmand ne sera pas une mince affaire ; le sécuriser, encore moins. Il s’agit de l’une des régions les plus «talibanisées» du pays ; celle, aussi, où le commerce de l’opium est le plus lucratif.

Une crédibilité écornée

–   Dès son arrivée à la Maison-Blanche, en janvier, Barack Obama avait annoncé un renforcement du contingent américain en Afghanistan : 21 000 soldats supplémentaires sont appelés à rejoindre les quelque 40 000 déjà déployés sur le terrain. Une partie d’entre eux se battent aujourd’hui dans le Helmand. Dans le même temps, le président américain avait défini la nouvelle stratégie. En finir une fois pour toutes avec les talibans et al-Qaida dans le pays. Tel est, certes, toujours l’objectif. Mais pour qu’il soit pleinement rempli, le «tout-militaire» n’est pas suffisant, avait expliqué Obama. Soulignant qu’il est impératif de former au plus vite les forces de sécurité afghanes ; de soutenir le gouvernement central à Kaboul, d’une faiblesse extrême ; d’assurer, enfin, une sécurité durable à la population.

–   Dans ce contexte, le rapport que vient de publier la Mission d’assistance des Nations unies en Afghanistan n’est guère encourageant. Le conflit se déplacerait de plus en plus vers les zones habitées, et le nombre de victimes civiles aurait, de ce fait, augmenté de 24 % sur les six premiers mois de l’année par rapport à la même période en 2008.

Reste que si les Afghans sont empêchés de se rendre aux urnes en raison de la violence, la crédibilité du futur chef d’État sera bien écornée. Or, aux termes de la Constitution afghane, ses pouvoirs sont énormes. En janvier 2004, l’Afghanistan s’est doté d’un régime présidentiel fort, «à l’américaine». À l’automne de la même année, Hamid Karzaï avait été élu au suffrage universel avec 55,4 % des voix. Candidat à sa propre succession, le président sortant a vu sa cote de popularité fondre à vue d’œil au cours de son mandat.

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Le Figaro        090803
L’Otan a obtenu de faibles résultats en Afghanistan

Constance Jamet (lefigaro.fr) avec AFP et AP

03/08/2009 | Mise à jour : 21:36 | Commentaires 46 | Ajouter à ma sélection

–   Les députés britanniques ont rendu dimanche un rapport accablant sur la mission des forces internationales en Afghanistan, moins efficace que prévue. Les élus mettent notamment en cause «l’éparpillement des objectifs et le manque de sensibilité culturelle».

Alors que l’Afghanistan connaît à l’approche de la présidentielle du 20 août une flambée de violence, des députés britanniques ont publié dimanche un rapport au vitriol sur l’efficacité de la mission de l’Otan dans le pays. «En huit ans, l’Alliance n’a pas rempli les objectifs promis», déplorent les députés de la commission des Affaires étrangères des Communes. «L’effort international a donné beaucoup moins de résultats que prévu. Son impact a été considérablement affaibli par l’absence d’une vision cohérente basée sur les réalités de l’histoire, de la culture et de la politique en Afghanistan», écrivent-ils.

–   En cause notamment, «l’important manque de sensibilité culturelle» de certains militaires et les bombardements aériens meurtriers pour la population civile. Cela a amoindri «le soutien des Afghans aux troupes», pointe le rapport. La mauvaise organisation des priorités de l’Otan est aussi responsable de ce mauvais bilan. «Des fautes évitables, comme l’éparpillement ou les chevauchements dans les prises de décision rendent aujourd’hui» la tâche de l’Alliance «beaucoup plus difficile». L’Occident est aussi desservi dans ses efforts par l’absence de «progrès tangible dans la lutte contre la corruption». «Une force de police corrompue pousse les Afghans à chercher la justice auprès des talibans», s’alarment les députés.

–   L’Otan devrait également songer à mieux répartir l’effort de guerre entre tous les pays membres. «L’incapacité de certaines nations à faire en sorte que le fardeau soit partagé exerce une tension inacceptable sur une poignée de pays». Le risque est grand de voir les efforts de l’Otan entravés et sa réputation en tant qu’alliance militaire, à même de mener des opérations en dehors de son périmètre, gravement atteinte», lit-on dans le rapport

Ce document accablant survient à un moment critique pour l’Alliance atlantique. La force a perdu en juillet 75 hommes, un record absolu depuis la chute des talibans fin 2001. Le mois d’août ne s’annonce guère meilleur. Pour la seule journée du 1e août, l’Otan a annoncé le décès de six de ses soldats, trois Américains, un Français du 3e Rima, basé à Vannes et deux soldats dont la nationalité n’a pas été précisée. Toutefois, les députés insistent : il n’est pas question de retrait. La communauté internationale doit rester jusqu’à ce que les autorités afghanes soient «en mesure de prendre le contrôle de leur propre sécurité. Ceci doit être l’objectif premier».

La stratégie de Londres aussi très critiquée

–   Les députés britanniques sont d’une même sévérité lorsqu’il s’agit d’évaluer la stratégie britannique en Afghanistan. «Notre déploiement dans la province du Helmand a été compromis par une planification irréaliste, un manque de coordination entre les services et d’une manière cruciale, par une incapacité à donner une orientation claire aux militaires», estiment les députés.

–   Non seulement Londres, distrait par son intervention en Irak, a donné des consignes imprécises mais il a mal jugé les attentes des Afghans. Le gouvernement britannique a aussi pénalisé ses troupes en n’envoyant pas suffisamment d’hommes dans le Helmand, en proie à l’insurrection talibane.

En outre, l’armée britannique, engagée au nom de la lutte contre le terrorisme international, se concentre sur des tâches trop lourdes et non prioritaires comme la lutte contre la drogue. «En acceptant d’être le principal responsable de la lutte contre les narcotiques, l’Angleterre a reçu un calice empoisonné». 267 millions de dollars ont été dépensés dans cet effort anti-drogue entre 2004 et 2008 sans résultats : la production d’opium a triplé sur la même période, note le rapport.

–   Londres doit «concentrer ses ressources limitées sur une priorité comme la sécurité», recommandent les élus. Les députés soulignent également que la menace d’al-Qaïda émane désormais du Pakistan et non plus de l’insurrection talibane afghane. Le réseau de Ben Laden a potentiellement accès à l’arsenal nucléaire d’Islamabad. Ce rapport devrait embarrasser un peu plus le gouvernement de Gordon Brown dont l’action en Afghanistan est sur la sellette depuis l’explosion des pertes dans les rangs britanniques. 22 soldats ont été tués sur le seul mois de juillet.

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Die Welt          090803
Afghanistan – Bundeswehr-Offensive beendet, Taliban wieder da

2. August 2009, 17:27 Uhr

–   Drei Wochen vor der Präsidentschaftswahl verschärft sich die Sicherheitslage in Afghanistan. Nach dem Ende der bislang größten Bundeswehr-Offensive gegen die Taliban in der Provinz Kundus sind die Aufständischen wieder in das Unruhegebiet zurückgekehrt. Es gab neue Gefechte.

–   Wie der Verwaltungschef des betroffenen Distrikts Char Darah, Abdul Wahid Omarkhel, am Sonntag mitteilte, waren mit Beginn der Operation am 19. Juli zahlreiche radikal-islamische Extremisten in Nachbarprovinzen geflohen. Andere Taliban hätten ihre Waffen versteckt und seien in der Bevölkerung untergetaucht.

–   „Nun sind die einen zurückgekehrt, und die anderen haben wieder zu den Waffen gegriffen“, so Omarkhel.

–   Das Nachrichtenmagazin „Der Spiegel“ hatte am Samstag berichtet, bis zu hundert Taliban-Kämpfer seien auf Motorrädern und Geländewagen in ihr Kerngebiet südwestlich des deutschen Feldlagers Kundus zurückgekehrt und hätten dort wieder die Kontrolle übernommen.

–   Nach Angaben des Verteidigungsministeriums in Berlin war die Militäroperation, bei der 300 deutsche Soldaten und 900 afghanische Sicherheitskräfte im Einsatz waren, am vergangenen Dienstag vorläufig beendet worden. Nach afghanischen Angaben kamen vier afghanische Soldaten und 17 Aufständische ums Leben. Der Gouverneur von Kundus hatte zudem erklärt, der Distrikt Char Darah sei von Taliban-Kämpfern und Al-Qaida-Terroristen „gesäubert“ worden.

–   Bei neuen Gefechten und Anschlägen kamen am Wochenende neun Soldaten der Internationalen Schutztruppe Isaf ums Leben. Wie die Nato-geführte Truppe am Sonntag mitteilte, wurden im Osten des Landes drei US-Soldaten getötet, als Taliban-Kämpfer einen Militärkonvoi angriffen. In der nördlich von Kabul gelegenen Provinz Kapisa starb am Samstag nach Regierungsangaben aus Paris ein französischer Soldat bei einer Militäroperation gegen Aufständische.

–   In der Provinz Kandahar im Süden des Landes wurden am Samstag zudem drei US-Soldaten getötet, als ein am Straßenrand versteckter Sprengsatz explodierte. Zwei weitere ausländische Soldaten starben nach ISAF-Angaben bei einem Bombenanschlag in der südafghanischen Unruheregion.

Vor der Präsidentschaftswahl in knapp drei Wochen hat sich die Sicherheitslage in Afghanistan erheblich verschärft. Allein im Juli starben nach Angaben des Internetdienstes icasualties.org 75 ausländische Soldaten. Derzeit sind mehr als 90.000 Sicherheitskräfte von Isaf und US-geführten Koalitionstruppen im Land stationiert.

dpa/omi
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Wsws 090727
World Socialist Web Site
wsws.org

Published by the International Committee of the Fourth International (ICFI)

The German offensive in Afghanistan
27 July 2009

–   The German army has dramatically intensified its intervention in Afghanistan in the past few days. In the course of a major offensive in northern Afghanistan, it has deployed heavy weaponry including Marder armed personnel carriers and Mörser mortar artillery.

–   For the first time since Hitler’s troops laid waste to large parts of Europe, the German army is again conducting major military operations against “rebellious elements.” According to press reports, the 21-cm Mörser 18 was one of the main weapons used by Hitler’s Wehrmacht on all of the fronts of the Second World War. Now, the same weapon in its modern form is being used once again to rain down destruction upon the enemy.

–   The decision for the latest deployment was not made by the German parliament, but rather by the army high command itself. With unprecedented arrogance and self-assertedness, Brigadier General Wolfgang Schneiderhan announced the military action with the words: “It was simply time to undertake this escalation.”

The weaponry had been transported to the war zone some time previously. The military leadership in the field had the responsibility for deciding if and when the weaponry would be used, and they had come to a decision, Schneiderhan stated.

–   German Defence Minister Franz Josef Jung (Christian Democratic Union) has sought to play down the significance of the latest deployment. It was, he said, merely an operation conducted by the Afghan security forces in the struggle against the Taliban, involving 800 Afghan soldiers and 100 Afghan police officers with “300 German soldiers supporting the offensive.”

–   This is why, he continued, it was not necessary to obtain an extension of the existing mandate for the German army, or conduct any debate in parliament. The current deployment is “entirely in accordance” with the mandate already agreed by the German parliament, he claimed.

–   Jung added that it would be no problem to send a further 1,000 soldiers to Kundus in order to expand the German contingent to 4,500. The security situation had worsened considerably in the past few weeks, but there is no need for a new mandate, Jung stressed.

–   Jung’s comments make clear the worthlessness of the claim that the modern German army is responsible to parliament, unlike its predecessor, the Wehrmacht. The repeated claim by politicians that one of the most important lessons to be drawn from German history is that German military policy must no longer be determined by the German high command, but rather by elected representatives of the people, has proven to be nothing other than an exercise in deception.

–   Following the crimes committed by the German army 70 years ago, the army command was forced for decades to sit on its hands. Now, this period is over and the army leadership is re-emerging, brimming with its traditional arrogance.

–   General Schneiderhan has made absolutely clear that the high command will make the important decisions on the deployment of the German army in future and decide when the German parliament should write a blank cheque for the army’s actions. Minister Jung emphasised the close collaboration between the military leadership and the government, warning at the same time that the German army lacked sufficient support in the German population. Indirectly, he called upon parliament to intensify its efforts to justify the military interventions conducted by the army.

–   With an eye on the Left Party, which has spoken out on occasion against the Afghanistan war, the defence minister stated it was utterly irresponsible to use the intervention of the German army in Afghanistan as “ammunition in the election campaign.” The radical Islamic Taliban, he said, had deliberately selected the German army for its attacks because it was aware of how unpopular the war is inside Germany itself.

–   Jung sought to imply that opponents of the war are accomplices of the Taliban and share responsibility for the death of German soldiers.

The government is well aware that an overwhelming majority of the population is opposed to the war. Nevertheless, the government is ready to agree to the deployment of heavy weaponry and is planning to extend the operations of the German air force—accepting the high levels of Afghan casualties, the deaths of more German soldiers and the increased danger of terrorist reprisals within Germany itself that will inevitably result. In the manner of a military junta, it uses arguments that suggest that the general population, which opposes the war, is responsible for the growing number of victims.

–   Some of the most ferocious proponents of war are to be found in the Social Democratic Party (SPD). In the tradition of the SPD leader Gustav Noske, who built up the mercenary Freikorps at the end of World War I and was responsible for the shooting down of thousands of revolutionary workers, social democrats today are demanding the suppression of opponents of the war.

–   “I am angry about the fact that the Germans are so unwilling to support this war,” commented former SPD Defence Minister Peter Struck in the latest edition of Die Zeit. He added, “Now it is up to Frau Merkel. As German chancellor, she must strive to overcome this mood.”

–   This demand for the government to proceed in a more authoritarian manner against the population is tantamount to an appeal for repressive and dictatorial structures, and is not restricted to the issue of war.

●    In light of the dramatic consequences of the economic crisis—growing unemployment and increasing poverty—there is a growing fear in ruling circles of social unrest. In response, Struck and other politicians are calling for authoritarian measures to be undertaken by the state in order to maintain law and order.

–   There is a growing opposition to the war in Germany. One of the latest polls puts popular opposition at 85 percent. The close connection between the issue of war and the social questions, however, means that no establishment political party, nor any trade union, is willing to call for protests against the war. The protest rallies that took place some years ago against the Iraq war have been silenced, and the Left Party refrains from calling any protests for fear that a popular mass movement could also turn against the anti-social policies pursued by the Left Party in Berlin, where it shares government power.

–   Although the Left Party has called on a number of occasions for the withdrawal of German troops from Afghanistan, its main orientation is towards political collaboration with the SPD—one of the main proponents and defenders of the war.

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