+ Gfp 100112, Niente paura di fronte a Mosca
– 46a Conferenza per la sicurezza di Monaco:
● Il ministro Esteri tedesco, l’FDP Westerwelle si è dichiarato:
● per la costruzione di un esercito UE,
● per la riunificazione dell’Europa tramite interventi militari comuni;
● per relazioni speciali con la Russia (l’irrinunciabile “alleanza strategica”) che consentono alla Germania di migliorare la propria posizione rispetto agli USA,
o di conseguenza viene chiesto un confronto sostanziale sulla proposta avanzata dal presidente russo, Medvedev, di un nuovo “Trattato per la sicurezza” che oltre gli USA e i paesi Nato, comprenda anche la Russia.
o Tale accordo da molti è visto in prospettiva come alternativa alla Nato e come tentativo di spezzare l’egemonia americana tramite la cooperazione russo-tedesca.
o Il progetto è stato respinto dagli USA già prima della Conferenza di Monaco, in un esplicito articolo a riguardo, firmato dal ministro Esteri USA, Hilary Clinton, e comparso sulla stampa tedesca (affronto aperto ai tedeschi) – e rifiuto confermato dai rappresentanti americani durante la Conferenza stessa.
– Altro tema centrale della Conferenza di Monaco, l’Iran; a conclusione dell’incontro con il ministro Esteri iraniano (organizzato all’ultimo momento per rispondere all’offerta di negoziati di Ahmadinejad sulla questione atomica): Mottaki ha «sprecato un’occasione»; come la maggioranza dei presenti, anche il ministro Difesa tedesco: l’ONU deve decidere nuove sanzioni contro Teheran;
o contraria a nuove sanzioni la frazione dell’economia tedesca legata all’export, ma il governo tedesco ha deciso di appoggiarle.
● Le potenze transatlantiche vedono le azioni di forza contro l’Iran (guerra o rafforzamento delle sanzioni) come ultima chance per imporre la propria egemonia nel Golfo prima che la Cina si rafforzi ulteriormente.
● La violenza è considerata dalle metropoli imperialiste occidentali come mezzo legittimo per impedire o almeno contenere la perdita di influenza.
o Già ora il suo peso crescente limita sensibilmente il controllo occidentale su quanto avviene nell’area, e diminuisce di giorno in giorno la possibilità per i paesi Nato di imporre la propria supremazia all’Iran.
● Valutazioni differenziate sulla guerra:
o il direttore della Fondazione SWP, Perthes (uno dei maggiori esperti tedeschi del MO e della politica occidentale verso il MO; è molto ascoltato dalle frazioni economiche legate all’export): i paesi UE sono per principio contro l’opzione militare;
o anche il governo USA non avrebbero «alcun interesse ad una terza guerra in MO e perciò anche Israele non darà il proprio consenso ad un attacco militare».
o Il consigliere per la sicurezza del presidente americano, James Jones, a Monaco si è detto favorevole solo a sanzioni contro l’Iran;
o favorevole invece ad un intervento armato il senatore USA, Joe Lieberman.
– L’unificazione tramite la guerra non è una novità per la storia tedesca: anche il fortemente militarizzato l’impero tedesco si formò tramite l’unione degli ex principati e reami nella comune aggressione contro la Francia nel 1870/71.
– «il progetto europeo per una politica comune di sicurezza e difesa farà da motore ad un ulteriore sviluppo dell’Europa»;
– il Trattato di Lisbona prevede una politica militare comune di tutti i paesi UE, ma «l’obiettivo di lungo termine è la creazione di un esercito europeo».
– La preparazione della 46a Conferenza sulla sicurezza di Monaco è stata accompagnata da un conflitto sul progetto di alleanza russo-tedesco, che aumenterebbe lo spazio di manovra per la tradizionale politica tedesca del pendolo tra Est e Ovest.
– La Conferenza sulla sicurezza, fondata nel 1962 come “convegno di scienza militare”, è ora l’incontro internazionale più importante di confronto sulla politica estera e militare, grazie alla sua promozione da parte del governo tedesco e degli sponsor dell’industria tedesca degli armamenti, e l’appoggio attivo della Bundeswehr.
– Rappresentanti della politica estera dei vari paesi, militari e industriali del settore armamenti di tutto il mondo esprimono qui i punti di accordo e di contrasto; nel 2009 vi hanno partecipato 350 persone tra cui oltre una dozzina di capi di Stato e di governo e ministri di circa 50 paesi.
– Fino al 1998 è stata diretta da un suo fondatore, l’ex ufficiale della Wehrmacht, Ewald-Heinrich von Kleist-Schmenzin;
– dal 1998 è il governo tedesco che decide la sua composizione e direzione, e nomina suoi funzionari a dirigerla.
– Nel 1999-2007 la Conferenza è stata diretta dall’ex direttore della cancelleria federale, Horst Tetlschik;
o Teltschik ha operato negli anni 1990 con il governo Kohl; ha aiutato la Fondazione Bertelsmann a divenire una think-tank influente.
o poi lobbista per Boeing, il gruppo americano degli armamenti;
o dal 2008 è presieduta da Wolfgang Ischinger, per oltre 30 anni nel ministero Esteri; nel 2001-2008 ambasciatore tedesco negli Usa e in GB, e temporaneamente responsabile Ue per il Kosovo.
– Nei primi decenni era nettamente filo-transatlantica, e serviva soprattutto per sintonizzare i piani Usa con quelli dei paesi Nato dell’Europa occidentale, in particolare della Germania.
– Con il governo rosso-verde (dal 1998) Berlino, più impegnato a spezzare l’egemonia degli Usa e assurgere a potenza mondiale, allentando i legami con gli Usa e cercando nuovi alleati, Russia in particolare,
o è stato allargato il cerchio dei partecipanti alla Conferenza a paesi dell’Est Europa e dell’Asia.
● Il nuovo governo giallo nero tedesco, Cdu/Csu-FDP è intenzionato a portare avanti questa linea, senza rinunciare all’accordo con Washington.
o la Conferenza di Monaco ha di conseguenza introdotto un convegno preparatorio, il cosiddetto Gruppo nucleo (MSC Core Group Meeting), nel quale “alcuni pochi amici transatlantici” discutono la strategia transatlantica; la Russia vi è esclusa.
o circa 20 esponenti politici ed esperti europei e americani; dalla Germania importanti rappresentanti dell’economia e il nuovo ministro Esteri, Westerwelle;
o dagli USA il consulente per la sicurezza di Obama James Jones, il senatore rep. John McCain, Henry Kissinger e Madeleine Albright.
o Al centro del primo incontro dell’MSC Core Group Meeting, lo scorso novembre a Washington, le relazioni con la Russia, oltre alla strategia americana in Afghanistan, al nuovo progetto strategico della Nato, alla politica verso l’Iran (Il convegno è stato organizzato dal direttore della Conferenza Ischinger, con l’Atlantic Council Usa).
o Gli americani sono per lo più contrari, ma Berlino è riuscita a fare un primo passo verso un’alleanza militare comprendente anche la Russia con l’istituzione della Euro-Atlantic Security Initiative (EASI), una commissione di alto livello, che nei prossimi due anni ha il compito di sviluppare la proposta di un “sistema di sicurezza” euro atlantico.
o EASI è guidata dal presidente della Conferneza di Monaco, Ischinger, dall’ex ministro Esteri russo, Ivanov e dall’ex senatore americano Sam Nunn; un articolo sul Moscow Times (firmato da tutti e tre) ha presentato l’iniziativa e i suoi obiettivi (uno spazio di sicurezza realmente comune dall’Atlantico agli Urali).
o Da qualche tempo la Germania cerca di sfruttare lo spostamento del baricentro degli scambi commerciali esteri verso l’Est per riprendere la sua politica oscillatoria tra Est e Ovest.
Influenti politici tedeschi spingono per allargare la cooperazione con Mosca al campo militare, dato che stanno aumentando fortemente le iniziative russo-tedesche per la politica estera e militare. la Russia come “secondo pilastro della sicurezza europea”, dopo gli Usa.
– Der deutsche Außenminister fordert den Aufbau einer EU-Armee und spricht sich für die Einigung Europas durch gemeinsame Militärinterventionen aus. Das "europäische Projekt einer gemeinsamen Sicherheits- und Verteidigungspolitik wird ein Motor für das weitere Zusammenwachsen Europas sein", erklärte Guido Westerwelle am Wochenende auf der diesjährigen Münchner Sicherheitskonferenz.
Laut Westerwelle besteht die Bundesregierung außerdem auf Sonderbeziehungen zu Russland, die Deutschland eine Möglichkeit zu Positionsgewinnen gegenüber den USA verschaffen sollen;
– sie favorisiert aus diesem Grund ein neues Bündnissystem, das neben Washington auch Moskau einschließt. Berlin wollte dieses Vorhaben auf der Sicherheitskonferenz diskutieren; Washington wies es jedoch vor Beginn der Veranstaltung kategorisch zurück.
– Bei der Konferenz kam es zu kurzfristig anberaumten Gesprächen mit dem Außenminister Irans; ein US-Teilnehmer drohte Teheran offen mit Krieg.
– Gemeinsame Aggressionen gegen das iranische Militärregime gelten transatlantischen Kräften als letzte Chance, die westliche Hegemonie am Persischen Golf vor einem weiteren Erstarken der Volksrepublik China durchzusetzen.
Der deutsche Außenminister fordert den Aufbau einer EU-Armee unter zentraler Kontrolle. Wie Guido Westerwelle am Wochenende auf der Münchner Sicherheitskonferenz erklärte, sei der Vertrag von Lissabon, der eine gemeinsame Militärpolitik aller EU-Staaten vorsieht, "kein Endpunkt, sondern ein Anfang". "Das langfristige Ziel ist der Aufbau einer europäischen Armee", sagte Westerwelle; diese habe "unter voller parlamentarischer Kontrolle" zu stehen.[1]
– Im Europaparlament bilden deutsche Abgeordnete die größte Gruppe, in den jeweiligen Fraktionen haben deutsche Politiker führende Positionen inne.[2] Die EU müsse "rasch, flexibel und im gemeinsamen Verbund handeln können", forderte der Außenminister im Hinblick auf die zukünftige Brüsseler Militärpolitik; sie müsse "ihrer politischen Rolle als globaler Akteur gerecht werden". Westerwelle zufolge wird sich Europa mittels gemeinsamer Militärpolitik eng zusammenschließen: "Das europäische Projekt einer gemeinsamen Sicherheits- und Verteidigungspolitik wird ein Motor für das weitere Zusammenwachsen Europas sein."[3]
– Die innere Einigung durch Krieg ist in der deutschen Historie nichts Neues. Auch das stark militarisierte deutsche Kaiserreich entstand durch den Zusammenschluss der damaligen Fürstentümer und Königreiche in der gemeinsamen Aggression gegen Frankreich 1870/71.
– Wie Westerwelle bei der Münchner Sicherheitskonferenz bekräftigte, hält die Bundesregierung neben dem Aufbau einer EU-Armee auch das Bündnis ("strategische Partnerschaft") mit Russland für "unverzichtbar". "Wir wollen diese Partnerschaft", sagte Westerwelle, "und wir wollen sie dort, wo uns gemeinsame Interessen verbinden, auch weiter ausbauen."[4] Dies beinhalte nicht zuletzt eine "substanzielle Diskussion" von Vorschlägen des russischen Präsidenten Medwedjew, einen neuen "Sicherheitsvertrag" abzuschließen, der neben den USA und den NATO-Staaten auch Russland einbeziehen soll. Ein solches Abkommen gilt vielen perpektivisch als Alternative zur NATO und als Versuch, die Hegemonie der Vereinigten Staaten mit Hilfe der deutsch-russischen Kooperation zu brechen.
– Berlin bemüht sich seit einiger Zeit, Washington einen "Sicherheitsvertrag" nach Medwedjews Modell schmackhaft zu machen – auch über die Münchner Sicherheitskonferenz. Deren Vorsitzender, der ehemalige deutsche Botschafter in den USA Wolfgang Ischinger, ist einer von drei Leitern einer Kommission, die im Dezember eingesetzt wurde und sich mit Überlegungen zu einem euroatlantischen "Sicherheitssystem" unter Einschluss Russlands befasst (german-foreign-policy.com berichtete [5]). Berlin wollte ursprünglich den "Sicherheitsvertrag" umfassend auf der Münchner Sicherheitskonferenz diskutieren lassen; der russische Außenminister war unmittelbar vorher mit seinem deutschen Amtskollegen zu Absprachen zusammengetroffen und hatte in seinem Konferenzstatement am Samstag vormittag für den Plan geworben.
– Schon am Freitag war allerdings in der deutschen Presse ein Namensartikel der US-Außenministerin erschienen, der dem Konzept in aller Öffentlichkeit eine klare Abfuhr erteilte – ein offener Affront gegen die deutsch-russischen Pläne.[6] US-Teilnehmer bekräftigten die ablehnende Haltung Washingtons im Verlauf der Konferenz.
– Bei der Münchner Sicherheitskonferenz kam es darüber hinaus zu kurzfristig anberaumten Gesprächen mit dem Außenminister Irans – ein Versuch der deutschen Organisatoren, auf ein erneutes Verhandlungsangebot des iranischen Staatspräsidenten im Atomkonflikt zu reagieren. Der iranische Außenminister Mottaki habe in München "eine Chance vertan" [7], erklärte Bundesverteidigungsminister Guttenberg anschließend: Der UN-Sicherheitsrat müsse nun neue Sanktionen gegen Teheran verhängen. Ähnlich äußerte sich die Mehrheit der Anwesenden.
– Widerstand kommt noch aus der deutschen Exportwirtschaft; die Bundesregierung hat sich mittlerweile jedoch auf die Unterstützung von Sanktionen festgelegt.[8]
– Unterschiedliche Einschätzungen liegen über die Kriegsbereitschaft des Westens vor. Wie der Direktor der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP), Volker Perthes, urteilt, "sind die EU-Staaten prinzipiell gegen die militärische Option".
– Auch die US-Regierung habe "kein Interesse an einem dritten Krieg im Mittleren Osten und wird deshalb auch Israel vorerst kein grünes Licht für einen Militärschlag geben".[9] Perthes, der Militärschläge gegen Iran nicht favorisiert [10], ist einer der profundesten deutschen Kenner nicht nur des Nahen und Mittleren Ostens, sondern auch der westlichen Nah- und Mittelostpolitik; seine Einschätzungen, die in exportorientierten Wirtschaftskreisen große Aufmerksamkeit genießen, stützen sich auf präzise Kenntnis einschlägiger Verhandlungskreise.
o Zu Perthes’ Äußerungen passt, dass in München der Sicherheitsberater des US-Präsidenten, James Jones, nur von Sanktionen gegen Iran und von der Isolation des Teheraner Regimes sprach.
o US-Senator Joe Lieberman hingegen stellte auf der Sicherheitskonferenz ein kriegerisches Vorgehen gegen Iran in Aussicht. "Wir müssen uns entscheiden", verlangte er: "Entweder für harte Wirtschaftssanktionen (…) oder wir stehen vor militärischem Eingreifen".[11]
– Ob Sanktionen oder Krieg – gemeinsame Aggressionen mit dem Ziel, Teheran jetzt zum Einlenken zu zwingen, gelten transatlantischen Kräften als letzte Chance, die westliche Hegemonie am Persischen Golf auf Dauer durchzusetzen. Hintergrund ist vor allem das Erstarken der Volksrepublik China, deren steigendes Gewicht schon jetzt die westliche Kontrolle über das Geschehen in den mittelöstlichen Ressourcengebieten spürbar einschränkt. Die Chancen für die NATO-Staaten, Iran ihrer Vorherrschaft zu unterwerfen, sinken damit von Tag zu Tag. Gewalt gilt in den westlichen Hauptstädten dabei als legitimes Mittel, um den bevorstehenden Einflussverlust zu verhindern oder wenigstens aufzuhalten.
[1] Guido Westerwelle: Rede auf der 46. Münchner Sicherheitskonferenz – 06.02.2010; www.securityconference.de
[2] s. dazu Deutsche Personalinteressen und Machtkämpfe
[3], [4] Guido Westerwelle: Rede auf der 46. Münchner Sicherheitskonferenz – 06.02.2010; www.securityconference.de
[6] Hillary Rodham Clinton: Die Zukunft Europas sichern; Süddeutsche Zeitung 05.02.2010
[7] Iran bleibt im Ungefähren; tagesschau.de 06.02.2010
[8] s. dazu Hegemonialkampf am Golf
[9] Volker Perthes: Kluge Sanktionen zielen auf die Führung; Handelsblatt 05.02.2010
[10] s. dazu Die traditionelle Rolle, Balance statt Exklusion und Prinzipielle Interessen
[11] Irans Verhandlungsangebot stößt auf Misstrauen; Süddeutsche Zeitung 06.02.2010
Keine Angst vor Moskau!
– Auseinandersetzungen um deutsch-russische Bündnispläne begleiten die Vorbereitungen für die diesjährige Münchner Sicherheitskonferenz. Im Zentrum steht der Vorschlag des russischen Präsidenten, einen neuen europäischen "Sicherheitsvertrag" unter Einbeziehung Russlands zu schließen;
– das Projekt soll langfristig eine Alternative zur NATO eröffnen und wird daher von der Allianz abgelehnt. Wie der Vorsitzende der Münchner Sicherheitskonferenz, Wolfgang Ischinger, erklärt, wolle er "das offene Gespräch" über das russische Vorhaben suchen. Im Dezember ist es Berlin gelungen, eine prominent besetzte deutsch-amerikanisch-russische Kommission zu etablieren, die Vorschläge für ein "euroatlantisches Sicherheitssystem" unter Einbeziehung Russlands entwickeln soll. Damit entspricht sie Bemühungen Berlins, durch engere Zusammenarbeit mit Moskau den Spielraum für die traditionelle deutsche Schaukelpolitik zwischen Ost und West zu vergrößern. Ziel ist es, den globalen Einfluss Deutschlands zu erweitern und der Bundesrepublik den Weg zur Weltmacht zu ebnen.
– Die jährlich durchgeführte Münchner Sicherheitskonferenz (Munich Security Conference, MSC), 1962 als "Wehrkundetagung" gegründet, hat sich mittlerweile zum weltweit bedeutendsten Treffen von Außen- und Militärpolitikern entwickelt – dank intensiver Förderung durch Bundesregierung und Sponsoren aus der deutschen Rüstungsindustrie und mit tatkräftiger Unterstützung der Bundeswehr. Die Veranstaltung, die bereits zum 46. Mal stattfindet, gilt heute als zentraler Ort globaler Kriegs- und Rüstungsplanungen; Außenpolitiker, Militärs und Rüstungsindustrielle aus aller Welt legen dort Übereinstimmungen sowie Widersprüche ihrer jeweiligen Herrschaftskonzepte dar und gleichen sie miteinander ab.[1] 2009 wurden rund 350 Teilnehmer verzeichnet, darunter mehr als ein Dutzend Staats- und Regierungschefs sowie Minister aus rund 50 Staaten.
– Bis 1998 wurde die Münchner Sicherheitskonferenz von ihrem Gründer Ewald-Heinrich von Kleist-Schmenzin moderiert, einem ehemaligen Wehrmachtsoffizier. Seitdem werden die Zusammenkunft und ihre Ausrichtung maßgeblich von der Bundesregierung bestimmt, die für die Leitung der Konferenz Spitzenbeamte aus ihrem Ministerialapparat abstellt.
– Von 1999 bis 2007 fand die Konferenz unter der Leitung des ehemaligen Ministerialdirektors im Bundeskanzleramt Horst Teltschik statt. Nach seiner Tätigkeit für die Regierungt Kohl in den 1990er Jahren organisierte er den Aufstieg der Bertelsmann-Stiftung zum führenden deutschen Thinktank und wirkte später als Lobbyist für den US-Rüstungskonzern Boeing.[2]
– Seit 2008 ist Wolfgang Ischinger Vorsitzender der Sicherheitskonferenz. Ischinger diente mehr als 30 Jahre lang dem Auswärtigen Amt, unter anderem als Chef des Planungsstabs, als Leiter der Politischen Abteilung und als Staatssekretär. Zuletzt war er von 2001 bis 2008 als Botschafter Deutschlands in den Vereinigten Staaten und in Großbritannien eingesetzt und amtierte zeitweise als Kosovo-Beauftragter der EU.[3]
– In den ersten Jahrzehnten war die Sicherheitskonferenz stark transatlantisch geprägt und diente vor allem der Abstimmung militärpolitischer Planungen der USA und der westeuropäischen NATO-Staaten mit dem Gastgeberland Bundesrepublik Deutschland an der Spitze.
– Nach dem Amtsantritt der rot-grünen Bundesregierung im Jahr 1998 verstärkte Berlin die Bemühungen, die globale Hegemonie der USA zu brechen und selbst zur Weltmacht aufzusteigen – mit einer Lockerung seiner Bindungen an die Vereinigten Staaten und dem Bemühen um neue Bündnispartner, insbesondere Russland. Entsprechend wurde der Teilnehmerkreis der Münchner Sicherheitskonferenz um Staaten aus Mittel- und Osteuropa sowie Asien erweitert.
– Die neue Bundesregierung aus den traditionell stärker transatlantisch orientierten Parteien CDU/CSU und FDP ist durchaus gewillt, diesen Weg fortzusetzen, ohne auf eine engere Abstimmung mit Washington zu verzichten – zumal von der Obama-Administration größere Zugeständnisse erwartet werden als von der Regierung Bush.[4]
Transatlantische Wurzeln
– Dementsprechend hat die Münchner Sicherheitskonferenz erstmals in ihrer über 40-jährigen Geschichte ein neues Veranstaltungsformat kreiert: ein exklusives Vorbereitungstreffen einer sogenannten Kern-Gruppe (MSC Core Group Meeting). Das erste Treffen fand vergangenen November in Washington unter der Leitung des MSC-Vorsitzenden Ischinger und in Kooperation mit dem Atlantic Council of the United States statt. Bei den Organisatoren heißt es dazu, "anknüpfend an den historischen Ursprung der Sicherheitskonferenz" – "ein Treffen von einigen wenigen transatlantischen Freunden" – habe man sich in einem "kleineren und vertraulicheren Rahmen" getroffen, um über eine transatlantische Strategie zu debattieren.[5] Ischinger sieht in dem neuen Format eine "Rückkehr zu den Wurzeln der Konferenz": Es ermögliche "intensive Diskussionen in einer vertraulichen Atmosphäre (…), die angesichts der Herausforderungen für die transatlantische Partnerschaft von immenser Bedeutung sind".[6]
– Zum hochrangig besetzten Teilnehmerkreis zählten jeweils etwa 20 europäische und US-amerikanische Politiker und Experten; aus Deutschland waren wichtige Wirtschaftsvertreter und der neue Außenminister Guido Westerwelle präsent,
– aus den USA Obamas Sicherheitsberater General James Jones, der republikanische Senator John McCain, Henry Kissinger und Madeleine Albright. Die europäischen Teilnehmer kamen in erster Linie aus NATO-Staaten, Russland war nicht vertreten.
– Neben der US-amerikanischen Kriegsstrategie für Afghanistan, dem neuen strategischen Konzept der NATO und der Iran-Politik standen die Beziehungen zu Russland im Mittelpunkt des Treffens.
– Berlin drängte dabei gegenüber Washington auf Akzeptanz für seine Sonderbeziehungen zu Moskau [7]: Deutschland nutzt seit geraumer Zeit die Verlagerung der außenwirtschaftlichen Gewichte in Richtung Osten, um seine althergebrachte Schaukelpolitik zwischen Ost und West wiederaufzunehmen.[8]
– Antiamerikanische Kräfte im deutschen Establishment setzen inzwischen sogar offen auf einen Pakt mit Russland.[9] Vor dem Hintergrund stark zunehmender deutsch-russischer Aktivitäten auf dem Feld der Außen- und Militärpolitik plädieren einflussreiche deutsche Außenpolitiker auch für eine Ausweitung der militärischen Kooperation mit Moskau. Russland sei "zu einer zweiten europäischen Sicherheitssäule" neben den Vereinigten Staaten aufzuwerten, fordern Regierungsberater.[10]
Vom Atlantik bis zum Ural
– Die amerikanischen Gesprächspartner des MSC Core Group Meeting standen den Sonderbeziehungen zwischen Deutschland und Russland zwar überwiegend ablehnend gegenüber. Dennoch gelang es Berlin, einen ersten Schritt in Richtung auf ein Militärbündnis unter Einschluss Russlands durchzusetzen. Im Dezember 2009 wurde eine neue hochkarätig besetzte Kommission eingesetzt, die sich in den kommenden zwei Jahren dem Ziel widmen soll, Vorschläge für ein Russland einschließendes euroatlantisches "Sicherheitssystem" zu entwickeln.[11] Diese Kommission mit der Bezeichnung Euro-Atlantic Security Initiative wird gemeinsam vom Vorsitzenden der Münchner Sicherheitskonferenz Ischinger, dem ehemaligen russischen Außenminister Igor Iwanow und dem ehemaligen US-Senator Sam Nunn geleitet, die die Initiative und ihre Ziele auch in einem gemeinsam gezeichneten Artikel in der Moscow Times vorstellten. Das Projekt zielt demzufolge auf "einen wirklich gemeinsamen Sicherheitsraum vom Atlantik bis zum Ural".[12]
– Der Vorsitzende der Sicherheitskonferenz, Wolfgang Ischinger, nutzte die Gelegenheit, um weitere Zugeständnisse einzufordern. Er warb ausdrücklich für das wichtigste außenpolitische Projekt des russischen Präsidenten Dmitri Medwedjew – einen neuen europäischen "Sicherheitsvertrag" unter Beteiligung Russlands, der von Washington und der NATO bisher abgelehnt wird. Medwedjews Vorhaben könne zum "Katalysator für eine neue Phase der Beziehungen zwischen Russland und dem Westen" werden, erklärt der deutsche Diplomat: "Wir sollten diese Chance beherzt ergreifen und Russland das offene Gespräch über diese Initiative anbieten."
– Eine brüske Zurückweisung werde antiwestlichen Kräften in Russland in die Hände spielen, warnt Ischinger und ruft den Kritikern zu: "Keine Angst vor Medwedew!"[13]
[1] Weitere Informationen zur Münchner Sicherheitskonferenz finden Sie hier: Militärische Aufteilung der Welt und Formierung der EU, Für den Frieden, Einkreisung, Ordnungsbemühungen, Hohes Niveau, Führungsanspruch, Vitale Interessen, Unter Zeitdruck, In neuen Grenzen, "Chinas Hoflieferanten", Drohungen, Schutzgelder, Krieg, Neuformierung in Mittelost, Kriegsverbrechen, Führung aus einer Hand, Rollenspiel und Balance statt Exklusion
[2] s. dazu Machtkämpfe um Rüstungsindustrie und EADS – Boeing: Konkurrenz und "strategische Allianzen"
[3] s. dazu Komplementäre Kriegsmacht, Dayton II und Mit kreativen Tricks
[4] s. dazu Wie in der Zeit nach Bismarck, Wie in der Zeit nach Bismarck (II) und Deutschland in Fesseln
[5] MSC Core Group Meeting in Washington: Neue Wege im transatlantischen Sicherheitsdialog; www.securityconference.de 12.11.2009
[6] Das Experiment – ein voller Erfolg: Positive Resonanz auf das erste MSC Core Group Meeting; www.securityconference.de 12.11.2009
[7] MSC Core Group Meeting in Washington: Neue Wege im transatlantischen Sicherheitsdialog; www.securityconference.de 12.11.2009
[8] s. dazu Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (I) und Die Wirtschaftsachse Berlin-Moskau (II)
[9] s. dazu Hemisphären
[10] s. dazu Weltmachtstreben und Strategische Konzepte (II)
[11] Start der Euro-Atlantic Security Initiative; www.securityconference.de 16.12.2009
[12] Toward a Stronger European Security; www.themoscowtimes.com 08.12.2009
[13] Wolfgang Ischinger: Monthly Mind Dezember 2009: Keine Angst vor Medwedew!; www.securityconference.de