E’ questa la sintetica ma corretta valutazione di Karline Kleijer (Medici senza Frontiere). E aggiunge “gli stati europei lo fanno essendo pienamente consapevoli delle violenze e degli abusi estremi che migranti e rifugiati soffrono in Libia”.
Con una decisione senza precedenti nella recente storia europea il punto 3 della risoluzione votata da tutti i 28 paesi nella notte del 28 giugno stabilisce che “Tutte le navi operanti nel Mediterraneo devono rispettare le leggi e non interferire con le operazioni della guardia costiera libica”
Le ong non potranno più salvare i migranti e se lo faranno dovranno riconsegnarli alla guardia costiera libica perché “è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi” (sic!)
L’ipocrita giustificazione è che così si salveranno delle vite.
Peccato che solo ieri cento persone sono morte nella zona di mare di competenza della guardia costiera libica, mentre 2.000 persone sono state rispedite in Libia durante lo scorso fine settimana. All’arrivo sono stati condotti in centri di detenzione dove non avranno alcuna assistenza legale, non sarà minimamente verificato se hanno diritto all’asilo, saranno torturati per chiedere un riscatto alle loro famiglie, saranno stuprati o venduti come schiavi (fonte MSF). Dall’inizio dell’anno 1500 persone sono morte nel deserto dove le guardie di confine algerine e libiche le hanno ricacciate!
Come ci è già capitato di dire né Salvini, né Macron, né gli altri leader europei vogliono salvare delle vite, vogliono solo che i migranti muoiano dove nessuna telecamera e nessuna ong ne renda testimonianza!
Il conservatore Wall Street Journal pur nel suo asettico stile commenta: “un successo per i governi xenofobi di recente eletti in Italia e Austria”, “una decisione impensabile fino a pochi mesi fa”, “una svolta a destra senza precedenti”. Secondo WSJ la grande sconfitta è Merkel che nel 2015 aveva accolto un milione di siriani. Oggi ha ceduto alle pressioni del suo ministro dell’Interno Horst Seehofer (CSU) e dei suoi alleati cristiano-sociali bavaresi che vogliono un giro di vite per espellere i migranti irregolari, se non vuole perdere la sua maggioranza di governo.
Tutta la destra europea esulta, in particolare i paesi di Visegrad e l’Austria perché non c’è più alcun obbligo a redistribuire chi ha diritto all’asilo. Dublino è confermata (Art.6 ricollocazione e reinsediamento compresi, saranno attuate su base volontaria, lasciando impregiudicata la riforma di Dublino).
L’art. 7 conferma l’erogazione della seconda quota di contributi alla Turchia perché trattenga i profughi del Mediterraneo orientale, mentre si decide la creazione di un fondo molto più modesto (500 milioni di €) per incoraggiare i paesi africani a fare altrettanto.
Nell’ art 10 il Consiglio europeo ribadisce l’esigenza di intensificare notevolmente l’effettivo rimpatrio dei migranti irregolari.
Salvini ha trasformato la tragedia umana dei migranti in un episodio di bullismo fra stati, magnificando gli effetti del “battere il pugno sul tavolo” per ottenere l’attenzione europea.
Conte, senza il tifo da stadio e senza le volgarità da bar, ha ribadito il concetto, gloriandosi della “nuova statura” conquistata dall’Italia al tavolo dei carnefici.
Gentiloni ironizza: “da un anno l’Italia si batteva per ottenere impegni vincolanti e non su base volontaria. Ora invece ci affidiamo alla buona volontà, come chiesto da Visegrad. L’unico obbligo riguarda i movimenti secondari. Speriamo bene». Nessuna critica da parte di Gentiloni sugli aspetti disumani delle decisioni europee, ed è logico, perché sono sulla falsa riga di quanto fatto da Minniti il suo ex ministro Interni PD, compresa la criminalizzazione delle Ong.
Dal punto divista del negoziatore navigato ha ragione. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ottenuto che gli Stati membri adottino tutte le misure legislative per contrastare i cosiddetti “movimenti secondari”, cioè i migranti che sbarcano in Italia e Spagna e poi se ne vanno in Francia e Germania (art.11). Su questa base ha già fatto un accordo con la Spagna, si è impegnata con Sanchez a coprire i costi del ritorno dei migranti e a dare appoggio finanziario e materiale alla Spagna in quanto frontiera esterna dell’Unione europea.
Quindi quel Trump che chiude i bambini latinos nelle gabbie nel South Texas Family Residential Center aveva visto giusto quando ha definito Conte un “bravo ragazzo” (dal suo punto di vista naturalmente).
Tusk nella sua sintesi finale ha ricordato la proposta Conte-Macron di creare “piattaforme di sbarco” fuori Europa e “centri di controllo” in Europa su base volontaria.
Creare cioè in giro per il Mediterraneo delle prigioni, dei campi di concentramento dove i migranti potranno sbarcare e dove verranno presi in consegna. I migranti economici verranno rimandati a casa e gli altri accolti. Ma attenzione! “Nessun richiedente asilo ha il diritto di scegliere in che paese vuole vivere” redarguisce Merkel. E rincara il Consiglio di Europa. «Queste piattaforme” non devono in alcun modo “creare un fattore di attrazione». Possiamo quindi benissimo immaginare la gara fra i lager libici e gli hot spot europei per non essere minimamente attrattivi.
I cinici comunque osservano che nessun paese africano per ora ha dato la sua disponibilità; ufficialmente perché non sono coerenti col Corano (capito bene cristiani d’Europa?) in realtà perché temono che diventino magneti per gruppi jihadisti e comunque non siano un buon affare dal punto di vista economico.
E in Europa? Macron non ha dubbi: «I centri di accoglienza [cioè di detenzione e di espulsione] vanno fatti nei Paesi di primo ingresso». E la Francia non lo è”. Fonti spagnole hanno già rimandato la proposta al mittente con un secco no. Conte ha dovuto fare altrettanto, suggerendo che Macron non parlava dell’Italia.
Da parte nostra ribadiamo che è ora di finirla con i discorsi sull’ “invasione” degli immigrati, “invasione” crollata dell’80% nei primi mesi dell’anno e che nel 2017 non ha neppure coperto il buco demografico causato dal crollo delle nascite mentre giunge al capolinea la generazione del baby boom. Come rilevato dal presidente INPS gli immigrati pagano 5 miliardi di contributi pensionistici in più di quanto ricevono.
Né ci stiamo a scaricare sugli immigrati le responsabilità della crisi economica provocata dal capitalismo, e della insicurezza voluta dai padroni e dai loro governi per ricattare tutti i lavoratori e accrescere lo sfruttamento. Senza gli oltre 5 milioni di produttori e consumatori immigrati la crisi economica in Italia sarebbe ancora più profonda di quanto non sia stata.
90 anni fa un certo Hitler convinse buona parte dei lavoratori tedeschi che tutti i loro problemi erano colpa degli ebrei (la maggioranza dei quali non erano né banchieri né ricchi commercianti, ma operai e artigiani). Hitler apparentemente ridiede prosperità e posti di lavoro al paese, con un riarmo senza precedenti. Salvo poi scatenare una guerra in cui morirono circa 55 milioni di uomini, donne, bambini, tra cui 7 milioni di giovani tedeschi sul fronte, per lo più lavoratori, e svariati milioni di civili tedeschi. Senza contare i 13 milioni di tedeschi espulsi dopo il ’45 dai paesi dell’Est.
POSTSCRIPTUM
Dopo la nottata passata a partorire queste belle novità sull’immigrazione, i leader europei hanno ribadito la necessità di potenziare la difesa europea, incrementando gli investimenti nel settore. Nelle riunioni fra ottobre e dicembre quindi si darà inizio alla rapida attuazione del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa e sarà impostato il Fondo europeo per la difesa.
In un contesto di crescenti tensioni commerciali e politiche, il Consiglio europeo ha ribadito il no ai dazi Usa e l’intenzione di continuare a negoziare accordi con i partner principali di tutto il mondo. Si prospetta una crescente divaricazione USA / Europa, all’insegna del riarmo. E il nuovo governo Lega-Cinquestelle sembra oscillare verso gli USA; oltre a ribadire la fedeltà alla NATO, è rimasto fuori dalla Iniziativa di Intervento Europea promossa dalla Francia, con la partecipazione di Germania, Spagna, Portogallo, Belgio e Olanda ed Estonia.
Protezionismo e corsa agli armamenti, anch’essi fanno pensare agli anni Trenta del Novecento. Non vuol dire che siamo alla immediata vigilia della Terza guerra mondiale, ma urge la formazione di un fronte proletario e anticapitalista, a livello nazionale e internazionale, per opporsi a sfruttamento, repressione, razzismo e alle politiche di guerra delle potenze imperialiste, a partire da quella di casa nostra.
NO A RAZZISMO E XENOFOBIA!
NO ALLA DIVISIONE ITALIANI / IMMIGRATI!
NO ALLE PRIGIONI PER I MIGRANTI, SU SUOLO ITALIANO, EUROPEO O AFRICANO,
LIBERTA’ DI INSEDIAMENTO E PARITÀ DI DIRITTI!
NO AL RIARMO ITALIANO ED EUROPEO!