MIKE ESTERL
I lavoratori tedeschi hanno perso terreno:
il costo del lavoro in Germania +10% dal 2000 al primo
semestre 2006, con la minor crescita tra i paesi UE, molto sotto la sua media
del 22%, ma era nel 2005 a €26/h, circa X5 rispetto a quello in Polonia e x10
rispetto a quello in Lettonia.
Al netto dell’inflazione i salari non sono aumentati nel
2002 e sono diminuiti nei due anni scorsi.
La produttività è aumentata annualmente del 6% nel
manifatturiero da metà 2005.
In seguito alla crescita economica e ai lauti profitti
aziendali dello scorso anno, i principali sindacati tedeschi chiedono aumenti
salariali di circa il triplo dell’inflazione; alcuni chiedono fino al 7%, il
doppio di quanto conquistato da IG Metall nel 2006.
per alcuni settori chiave chiedono aumenti salariali oltre
il 5%;
Il sindacato Ver.di, che rappresenta 2,3 mn. di salariati
del settore servizi, chiede aumenti salariali del 5,8% a Lufthansa, contro lo
0,5% del 2005 e il 1,6% del 2006, mentre la società sta facendo nuove assunzioni.
I controllori di volo hanno respinto un aumento del 3% ed
una Una tantum di €1750 per lavoratore, dalla Assicurazione Deutsche
Flugsicherung.
Secondo gli
economisti i salari tedeschi potrebbero crescere del 2% senza lotte, e fino al
3% senza minacciare la crescita economica.
L’associazione del settore metalmeccanico ed
elettromeccanico, Gesamtmetall invita a tenere un occhio alla competitività
internazionale; se gli aumenti salariali superassero quelli della produttività
si paventa la possibilità di rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca
Centrale Europea.
Il padronato mette in guardia da delocalizzazioni di
stabilimenti in paesi a salari bassi in Est Europa ed Asia.
Il vice-cancelliere (SPD) Müntefering: è ora di avere il
coraggio di riportare la spirale (salariale) verso l’alto.
Il governo intende esplorare meccanismi per una “maggiore
condivisione dei profitti per i lavoratori”.
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Die Welt 070114
Le truppe fuggono dal sindacato
Nel 2006 hanno perso iscritti 7 sindacati su 8 della
Federazione sindacale tedesca DGB.
Il maggiore, IG Metall, con 2 332 720
iscritti è calato di 43 505, pari a -1,8%; nel 2005 ne aveva
persi il 2%.
Grazie ad una maggiore presenza nelle aziende e ai nuovi
contratti più flessibili, nel 2006 IG Metall ha acquisito 92 000 nuovi
iscritti, + 3000 su 2005; nel 2003 aveva avuto 70 000 nuovi iscritti.
Non ci sono ancora i dati per la seconda maggiore confederazione
sindacale, Ver.di;
nel 2006 tutti i suoi sei sindacati sono calati.
La tendenza al calo è in atto da anni, sono scomparse anche
molte industrie o hanno ridotto gli addetti.
Il sindacato ha poca forza nei nuovi settori dei servizi.
La terza maggiore confederazione industriale, Estrattivo,
Chimica, Energia (IG BCE)è calata del 2,69%, a 728 702 iscritti; il
maggior problema è quello del settore estrattivo, con un continuo calo di
addetti; a dicembre 2005 aveva 390000 iscritti, a fine novembre 2006 ne aveva
358 000.
Anche i sindacati minori hanno perso iscritti:
quello dei trasporti, Trasnet – 10 000, pari a -3,8%, a
250 000;
Quello di Scienze ed educazione, a casa
“dell’invecchiamento” – 0,84%;
Alimentazione, Ristorazione e tempo libero – 2,2%, a
211 404.
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Die Welt 070116
Pensione a 67: IG Metall avvia le azioni di protesta
Le prime lotte contro l’innalzamento dell’età pensionabile a
67 anni con diverse migliaia di lavoratori iniziano oggi nelle industrie
metalmeccaniche della Saar; la prossima settima in Nord-Reno-Wesfalia; a fine
gennaio sulla Costa.
Già oggi solo 1/5 dei lavoratori può andare direttamente in
pensione con una quota piena a 65 anni;
[tutti gli altri se ne devono andare in anticipo a causa del
maggiori carico di lavoro e accettare pensioni ridotte].
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Faz 061024
Riforme – Accordo per la pensione a 67
Accordo nella Grosse Koalition (Socialdemocratici (SPD) +
Union (Cristiano-democratici- CDU+ Cristiano-sociali CSU) sulla riforma
pensionistica in Germania:
- innalzamento graduale a 67 anni di età dal 2012, cominciando
dai nati del 1947; - fino al 2029 aumento di 1 mese per ogni anno, poi 2 mesi per
anno. - con il nuovo regolamento i contributi non devono superare il
20% del salario lordo fino al 2002 e il 22% fino al 2030. - Il livello delle pensioni non scenderà fino al 2002 sotto il
46% e fino al 203 sotto il 43% (del salario finale??) - chi ha già maturato 45 anni di contributi può continuare ad
andare in pensione a 65 anni, senza riduzione della pensione. - per gli invalidi l’età
pensionabile rimane a 63 anni, con 335 di contributi; - per gli handicappati gravi sarà aumentata gradualmente da 63 a
65 anni; - per i minatori, con almeno 25 anni di contributi, si passa da
60 a 62 anni. - Le maggiori entrate delle casse pensioni cono calcolate in
€1,5MD; le riserve finanziarie a fine anno sono di €8,2MD, + €6,5MD rispetto ad
inizio anno. - Le aliquote contributive rimangono per il 2008 e 2009 al
19,9%.