Governo Lula: tagli alla spesa sociale, miliardi all’agrobusiness

Riportiamo due articoli di Izquerda Diario e del sindacato brasiliano CSP Conlutas sulla politica economica del governo Lula, presentato tuttora come “progressista” da certa sinistra, mentre è in realtà un governo alleato degli agrari, pronto a sacrificare servizi sociali, popolazioni indigene e tutela dell’ambiente ai loro interessi.

Le borghesie dei BRICS, avide di profitti e sostenute dai loro governi, sgomitano per conquistarsi un posto al sole nel mercato mondiale sulla pelle dei “propri” lavoratori e dei proletari.

Dedichiamo questo materiale a chi si illude ancora che “un altro capitalismo” è possibile, e che quello dei BRICS sia appunto quest’altro capitalismo possibile, più equo e pacifico di quello imperante nei paesi occidentali. Se non volete passare da una delusione all’altra, o da una omissione all’altra, fatevi capaci della verità elementare che noi sosteniamo sulla base di montagne di fatti: dall’Italia al Brasile, dagli USA alla Cina, solo la lotta di classe degli sfruttati/e e degli oppressi/e può riuscire difendere le loro condizioni di vita. E solo il rovesciamento del capitalismo può portare ad una società differente e qualitativamente superiore a quella capitalistica, una società che si avvii ad essere umana e rispettosa della natura non umana.

IL PIÙ GRANDE PIANO PER L’AGRICOLTURA DELLA STORIA

 Il governo Lula taglia 25 miliardi di real alla spesa sociale e annuncia più di 400 miliardi di real a favore dell’agrobusiness reazionario

Il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, ha annunciato un taglio di 25,9 miliardi di R$ alle spese obbligatorie (sanità, istruzione, ecc.), soddisfacendo la determinazione del presidente Lula a seguire il Quadro Fiscale.

Esquerda Diário, 7/7/24

In un contesto di attacchi alla sanità pubblica e all’istruzione, con scioperi nazionali nelle università e negli istituti federali per il risanamento del bilancio e la valorizzazione del lavoro nell’istruzione, il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, ha annunciato un taglio di 25,9 miliardi di R$ alle spese obbligatorie (sanità, istruzione, ecc.), dando seguito alla determinazione del Presidente Lula di seguire il quadro fiscale. Questo “pettine a denti stretti” da parte del governo negli ultimi mesi continua a strangolare il bilancio pubblico in nome del debito pubblico fraudolento e dell’austerità fiscale, tagliando arbitrariamente la spesa sociale, con alcune misure nel Bilancio 2025 che potranno essere anticipate.

Il governo del Fronte Ampio mantiene il suo volto conciliante presentando il più grande piano per l’agricoltura della storia, con 400,59 miliardi di R$ di credito rurale per il 2024 (superando il proprio record del 2023, con 364,2 miliardi) a beneficio dei mega produttori, avvicinandolo alla base bolsonarista e ai grandi capitalisti. Questo movimento ignora la lotta dei popoli indigeni per i loro territori storici, sottopone gli agricoltori autonomi e i lavoratori agricoli alla logica neoliberista e aumenta la violenza nelle regioni di ‘garimpo’ illegale, oltre ad altre questioni che non possono essere risolte con la conciliazione di classe.

Tra il disastro del Rio Grande do Sul, gli incendi di portata storica nel Pantanal e lo sciopero dei dipendenti dell’Ibama (Istituto Brasiliano dell’Ambiente e delle risorse naturali), mentre il governo Lula sostiene l’esplorazione petrolifera nel Rio delle Amazzoni, il Piano Safra, con i suoi 13 programmi mirati all’innovazione e alla modernizzazione delle attività produttive, si abbina a linee sostenibili in modo del tutto demagogico.

È fondamentale sostenere lo sciopero dei dipendenti del settore ambientale, organizzati nell’Ascema Nacional, e chiedere che le grandi centrali sindacali mobilitino tutti i sindacati alla lotta. Rafforzare una lotta indipendente dalla destra, dai padroni e dall’agrobusiness, per l’ambiente, per i popoli nativi, le donne, gli LGBT contro il PL 1904, i neri contro i massacri della polizia e per tutti i lavoratori, l’unica classe in grado di fermare la foga capitalista e di responsabilizzarsi di fronte alla crisi. Solo attraverso la lotta di classe si potrà combattere l’estrema destra, la conciliazione e il “male minore”.

Il Quadro Fiscale continua a soffocare il Paese e il governo Lula annuncia un altro taglio di bilancio di 15 miliardi di R$

19 luglio 2024 CSP-Conlutas

Il governo Lula ha annunciato questo giovedì (18), un altro taglio al Bilancio 2024 per conformarsi alle norme nefaste del nuovo Quadro Fiscale. Secondo il ministro delle Finanze, Fernando Haddad, ci sarà un contenimento di 15 miliardi di R$. Di questo totale, 11,2 miliardi di R$ saranno bloccati e altri 3,8 miliardi di R$ saranno contingentati.

Il blocco delle risorse viene effettuato per rispettare il limite di spesa stabilito dal Quadro Fiscale, che prevede che tali spese possano crescere solo fino al 2,5% annuo, già scontato per l’inflazione. La contingenza è finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo di risultato primario annuale, che quest’anno è il deficit zero, con un intervallo di tolleranza, verso l’alto o verso il basso, di 0,25 punti percentuali del PIL.

In breve, l’effetto di entrambe le misure è lo stesso: tagli ai finanziamenti dei ministeri.

I dettagli sul contenimento verranno comunicati nella presentazione della Relazione bimestrale sulle entrate e sulle uscite e, successivamente, il governo dovrà emanare un decreto con l’elenco dei portafogli interessati dai tagli.

Sempre più contrazioni

L’annuncio di un nuovo contenimento della spesa pubblica arriva nel momento in cui gli scioperi dei dipendenti pubblici federali denunciano la brutale perdita dei salari della categoria e la demolizione dei servizi pubblici nel Paese. Con il pretesto di raggiungere l’obiettivo fiscale, quest’anno il governo ha imposto aggiustamenti pari a zero.

Manca denaro nei settori della sanità, dell’istruzione, dell’ambiente, della scienza e della tecnologia e in molti altri settori che rendono irrealizzabili i servizi di base alla popolazione. Le scuole federali funzionano in modo precario; in un momento in cui i biomi del Paese sono in fiamme, mancano le risorse per combattere gli incendi; l’INSS viene demolito, ecc.

Questo è il risultato delle dure regole create dallo stesso governo Lula con l’approvazione del nuovo Quadro Fiscale. In pratica, la logica è la stessa del Tetto di Spesa del governo Temer: mantenere una brutale stretta sulla spesa pubblica e sugli investimenti per indirizzare le risorse dell’Unione esclusivamente al pagamento del sistema fraudolento del debito pubblico, che garantisce profitti ai banchieri e agli speculatori finanziari.

Un drenaggio senza fine. Secondo la stampa, l’annuncio di un taglio di 15 miliardi di real ha “sorpreso” gli economisti e gli operatori del mercato finanziario. Tuttavia, chiedono ancora di più. Dicono che quest’anno i tagli dovrebbero essere nell’ordine di 58 miliardi di R$.

Per il 2025, Haddad ha anche annunciato che sta preparando un taglio di 25,6 miliardi di real alle spese obbligatorie e il governo parla anche di misure per rivedere la previdenza sociale e le prestazioni sociali, come il BPC (Beneficio di Prestazione Continuata, una sorta di salario minimo mensile, che non necessita della condizione di aver versato contributi al sistema sanitario nazionale, volto a persone con reddito minore o uguale a ¼ del salario minimo, ndt) versato agli anziani e alle persone con disabilità a basso reddito.

Abbasso il Quadro Fiscale!

Gli effetti nefasti del quadro fiscale sono stati al centro dell’analisi del Coordinamento Nazionale CSP-Conlutas, tenutasi il 12, 13 e 14 luglio. “Lula critica i miliardari e fa discorsi in difesa dei più poveri, ma in pratica governa per l’agribusiness, i banchieri e i grandi imprenditori”, hanno affermato i relatori intervenuti al panel sulla situazione nazionale.

La posizione unanime della riunione è che è necessario porre fine a questa politica de Quadro Fiscale, il cui unico obiettivo è ripagare il sistema fraudolento del debito pubblico, che garantisce profitti ai banchieri e agli speculatori sul mercato finanziario, a scapito dei bisogni della popolazione.

Per CSP-Conlutas, l’inazione della direzione delle centrali sindacali di fronte a tali attacchi è inaccettabile ed è necessario porre fine alla tregua con il governo e le sue politiche neoliberiste, portando nelle strade una lotta unitaria dei lavoratori in difesa dei diritti sociali, per la sospensione del pagamento del Debito Pubblico e contro la precarietà dei servizi pubblici.