Già pronte le misure anti sanzioni

BIJAN ZARMANDILI

Una svolta liberista per proteggere borghesia e mercati


Su impulso di AHMADINEJAD, l’IRAN starebbe preparando una
svolta liberista: buona parte delle aziende dello stato passerebbe a privati,
fondazioni e enti militari.


Una sorta di rivoluzione
liberista come misura preventiva nel caso che l´Occidente decida di punire la
Repubblica islamica con delle pesati sanzioni economiche e cerchi di ridurla
alla fame: si tratta di un capillare piano di privatizzazioni, con l´obbiettivo
di cedere al settore privato l´80 per cento degli enti e delle industrie fin
qui controllate dallo Stato
. Dunque,
una prospettiva inconcepibile fin qui per un regime che per ventisette anni è
stato il geloso custode della quasi totalità delle strutture economiche del
paese e ha gestito fuori dall´arbitrio del mercato gli enormi introiti delle
industrie petrolifere e quelli incalcolabili delle "Boniad", delle
fondazioni islamiche.
A pretendere un´economia autarchica, capace di reggere i contraccolpi dovuti
alle sanzioni e dare impulso alle industrie nazionali è stato il presidente
Mahmud Ahmadinejad
, imponendo alla Guida della rivoluzione Ali Khamenei una
nuova interpretazione dell´articolo 44 della Costituzione islamica sui rapporti
tra i tre settori dell´economia del paese, quello statale (l´85 per cento),
quello privato (intorno al 10 per cento) e il terzo settore di carattere
esclusivamente solidaristico. Ad acquistare un ruolo centrale nella
economica iraniana sarà inoltre il "mercato", con i prezzi che
verranno stabiliti dalla borsa, con l´intento di privatizzare le industrie, le
banche, le assicurazioni, le linee aero-navali, le ferrovie, l´industria
energetica e le comunicazioni
.

Rimangono sotto il controllo dello Stato le due banche centrali, le
industrie legate alle forze armate e le privatizzazioni non interessano neppure
gli organi della propaganda, la radio-televisione, che resta sotto il rigido
controllo del regime. E restano vaghi ed oscuri i numerosi aspetti tecnici dei
mutamenti strutturali
, scarsamente trattati nel piano presentato
recentemente al Consiglio dei ministri. Emergono invece altri aspetti del
piano economico iraniano, su cui insistono gli osservatori: le prime
privatizzazioni di un certo rilievo fin qui realizzate
(ad esempio quello
che riguarda il contratto di 7 miliardi di dollari per le industrie petrolifere
e del gas di Khatam Al Anbia) sono a favore del corpo dei Pasdaran che
controllano già attraverso gli enti occulti parte consistente dell´economia
privata del paese. Non è escluso poi che Ahmadinejad "liberista"
intenda allargare lo spazio dei propri sostenitori verso la borghesia nazionale
,
fortemente condizionata dall´eccessiva invadenza dello Stato (della teocrazia).
Ma c´è anche Ahmadinejad "populista" e i suoi principali
interlocutori restano i militari, i corpi paramilitari, gli influenti bazari e
gli strati meno abbienti
, ai quali ha promesso mutui agevolati e la quote
popolari in borsa.

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