"Giù il debito o bocciamo l´Italia"

ITALIA, POLITICA, ECONOMIA

REPUBBLICA Mar. 11/4/2006ROBERTO PETRINI

Standard & Poor´s avverte
il futuro governo. Avanza Piazza Affari
i mercati
Ma Moody´s sdrammatizza: non ci sarà alcun impatto sul nostro giudizio
La società americana minaccia di abbassare il rating in assenza di misure
decise sui conti pubblici

ROMA – Standard & Poor´s invita il nuovo
governo, ad urne appena chiuse e quasi percependo il rischio-pareggio, ad
affrontare subito la questione dei conti pubblici. L´agenzia modificò il nostro
outlook (cioè le prospettive sul rating) nell´agosto dello scorso anno in pieno
«cartellino rosso» assegnato all´Italia da Bruxelles per lo sforamento del
defcit-Pil. Nel febbraio scorso avvertì le coalizioni in lizza per il governo
del paese, minacciando un declassamento, dall´attuale livello di «AA-», in caso
di mancata attuazione di un programma di riduzione del debito e del deficit.
Ieri è tornata alla carica con determinazione: «Nessun effetto immediato – ha
ammonito una nota dell´agenzia – , ma se dopo le elezioni non ci saranno segni
di una sostenibile e coerente strategia di riduzione del debito pubblico il
rating a lungo termine potrebbe essere abbassato quest´anno».


Meno minacciosi i giudizi di Moody´ e Fitch, le altre due grandi agenzie di
rating internazionali. «Nessun impatto immediato sul rating, è ancora presto
per giudicare», ha commentato a caldo Pierre Cailleteau di Moody´s il quale ha
aggiunto che vorrà avere conferme «sulla forza dei partiti interni alla
coalizione». Anche da Fitch è emersa «preoccupazione per i conti pubblici» ma,
secondo il senior director Brian Coulton, non c´è nell´immediato «nessuna
decisione sul rating sulla base del risultato delle elezioni».
Il messaggio dei mercati si è fatto sentire anche attraverso la Borsa che ha chiuso
prima che si profilasse il rischio-pareggio: il Mibtel è cresciuto dopo i primi
exit poll delle 15 portandosi dallo 0,44 all´1,04 per cento della chiusura.
Stabile, invece, dopo gli exit poll il differenziale tra Btp e bund a 30 punti
base come venerdì scorso.
Al centro dell´attenzione degli osservatori resta la questione dei conti
pubblici che dovrà inevitabilmente essere oggetto delle prime mosse del nuovo
governo. Nei giorni scorsi la Trimestrale di cassa è stata oggetto di un
braccio di ferro tra Cdl e Ulivo, il documento è arrivato in ritardo ma non ha
convinto l´intero schieramento del centrosinistra: il deficit-Pil è stato
portato per il 2006 dal 3,5 al 3,8 per cento, ma la stessa Ragioneria generale
dello Stato stimava una cifra di oltre il 4 per cento e i Ds arrivavano fino al
4,5 per cento. Il debito è addirittura schizzato al 108 per cento del Pil in
crescita per il secondo anno consecutivo.
Quello che è certo che il nuovo governo dovrà effettuare subito un nuovo test
sui conti pubblici in grado di raggiungere un risultato condiviso. Il programma
dell´Unione prevede, ad esempio, una immediata «due diligence», condotta con
l´ausilio di tecnici di organismi internazionali, come Fmi. Comunque vadano le
cose il governo che sarà in carica dovrà, entro il 30 giugno, come stabilito
dalla legge, presentare il Dpef e farsi carico della manovra 2007 ancora
vincolata agli obiettivi di rientro sotto il 3 per cento del deficit-Pil
imposti dall´Europa.

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