Mentre in Francia continuano le proteste di piazza per l’innalzamento dell’età pensionabile, che il governo Macron giustifica con l’insostenibilità dell’attuale regime dovuto al mutamento della struttura demografica (stesse giustificazioni addotte da quello italiano…) ma che in realtà è semplicemente un aumento dello sfruttamento della vita lavorativa, l’esecutivo della borghesia francese ha presentato un poderoso incremento del bilancio militare, il maggiore dagli anni Sessanta.
Anche per la Francia, come già per Germania e Italia, la guerra in Ucraina è addotta a giustificazione di questa nuova spesa di morte.
In realtà il rafforzamento e consolidamento della capacità militare francese ha l’obiettivo di adeguarsi a quella dei concorrenti, e a prepararsi in vista di nuovi potenziali conflitti, in particolare nell’area che si potrebbe confrontare con la Cina, i Territori francesi d’oltremare dell’Indo-pacifico.
Pubblichiamo la sintesi di un articolo – di France Bleu del 4 aprile 2023 – sulla proposta del nuovo bilancio militare francese, che dovrebbe essere approvato prima della festa nazionale del 14 luglio (1789), data che esalta la vittoria della borghesia francese sulla nobiltà.
Sull’argomento segnaliamo anche:
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Bilancio delle forze armate: 413,3 miliardi di euro in sette anni, l’aumento più consistente dagli anni ’60.
Francia bleu 4/4/2023 – Victor Tribot Laspière
Francia: con il ritorno della guerra sul suolo europeo, è stato presentato (4 aprile 2023) il progetto di legge sulla programmazione militare, il più grande bilancio dagli anni Sessanta, che prevede un aumento di 3-4 miliardi di euro all’anno fino al 2030, per un bilancio totale di 413,3 miliardi di euro in sette anni.
Il bilancio della difesa passerà da 45 miliardi di euro nel 2023 a 69 miliardi di euro nel 2030. Il governo spera di adottare il disegno di legge entro il 14 luglio.
13 miliardi di euro di entrate extra-bilancio sono destinati a finanziare gli aiuti militari all’Ucraina, giustificati dal “rapidissimo deterioramento del contesto geopolitico” dovuto alla guerra in Ucraina, e a “numerosi salti tecnologici che hanno un costo”.
Nel dettaglio, il bilancio militare aumenterà di 3,1 miliardi di euro nel 2024, poi di 3 miliardi di euro all’anno dal 2025 al 2027, prima di aumentare di 4,3 miliardi di euro all’anno dal 2028.
Droni e inflazione
Il ministro delle Forze armate, Sébastien Lecornu chiede per il 2023una spesa aggiuntiva di 1,5 miliardi di euro al già previsto bilancio annuale di 43,9 miliardi, per far fronte alle “emergenze operative”, in particolare per i droni e la guerra anti-drone, una delle debolezze del sistema militare francese rivelata dall’Ucraina, e per coprire i costi aggiuntivi dovuti all’inflazione, stimati in 30 miliardi di euro in sette anni.
La voce di bilancio più importante pari a 49 miliardi di euro servono per la manutenzione, la riparazione o la distribuzione di pezzi di ricambio, con un aumento del 40%. La guerra in Ucraina ha evidenziato l’importanza di mantenere operativi gli armamenti in caso di conflitto ad alta intensità.
La seconda maggiore voce di bilancio, 16 miliardi di euro, è la ricostituzione delle scorte di munizioni e la creazione di nuove. Prevista l’acquisizione di nuove armi, come missili antinave a lungo raggio o missili aria-terra di nuova generazione.
Il governo vuole aumentare il bilancio militare per i territori d’oltremare, per rafforzare la presenza francese nelle acque territoriali e nelle Zone Economiche Esclusive lontane dalla terraferma. La zona più strategica è quella situata nella regione indo-pacifica, vicino alla Cina.
È previsto anche un aumento significativo del bilancio per le forze spaziali (+6 miliardi di euro), l’intelligence (+5 miliardi) e nella stessa misura per la difesa terra-aria.
Alcune consegne subiranno riduzioni o ritardi, come i nuovi carri armati Griffon, Serval e Jaguar, come pure per il Rafale (non sarà rispettata per la consegna entro il 2030.
Saranno mantenuti i programmi legati alla deterrenza nucleare, e il calendario per la portaerei di nuova generazione, che si aggiungerà alla Charles De Gaulle entro il 2038.