Flessibili tre dipendenti statali su 10

Il Sole-24 Ore
sezione: ITALIA – LAVORO data: 2006-05-12 – pag: 21
autore: MARCO ROGARI
Buste paga in crescita del 2,4% La Ragioneria dello Stato: a rischio 40mila precari per i tetti della Finanziaria



Nel 2004 il ricorso al tempo determinato è aumentato del 12,6%
ROMA • La flessibilità comincia a fare breccia nella
pubblica amministrazione. Nel 2004 ad adottare il part time
sono stati 143.881 " statali", con una crescita del
4,3% sul 2003. E il personale a tempo determinato e con
contratti di formazione ha toccato quota 115.198, con una
lievitazione del 12,6% e con un’incidenza del 3,4% sui
travet a tempo indeterminato. È quanto emerge dall’ultima
rilevazione della Ragioneria generale dello Stato ( Rgs). Che,
però, allo stesso tempo lancia un " allarme
precariato": per effetto delle norme introdotte
dall’ultima legge Finanziaria 30 40mila statali "
precari" rischiano di lasciare il posto nella seconda metà
di quest’anno.
L’ultima manovra economica, infatti,
obbliga le amministrazioni a non spendere più del 60% di quanto
sostenuto l’anno precedente per il personale a tempo o con
contratti di formazione e per il ricorso ai « co. co. co. » ,
che secondo alcune stime ufficiose, quest’anno potrebbe non
essere inferiori alle 100mila unità. In tutto, dunque, gli
addetti senza collocazione a tempo indeterminato sarebbero
oltre 215mila e una fetta di questi lavoratori corre il rischio
di inciampare nella " tagliola" della Finanziaria.
Dati, diffusi nel corso di un convegno organizzato
nell’ambito di " Forum Pa", che hanno portato a
fare una « riflessione oggettiva » l’ispettore generale
capo della Rgs, Giuseppe Lucibello ( responsabile delle
tematiche del pubblico impiego). « Applicando alla " realtà
precariato" le nuove norme della Finanziaria, secondo le
quali non si può superare per il personale precario il 60%
della spesa del 2003, — ha osservato Lucibello — si presuppone
una forte criticità per il mantenimento dell’attuale
livello occupazionale dei precari » . Dagli ultimi dati della
Rgs ( raccolti nel " Conto annuale 2004") emerge che i
comparti che hanno maggiormente contribuito alla crescita dei
contratti a tempo o di formazione sono stati le università (+
4.334 unità), il servizio Sanitario nazionale (+ 3.418) e gli
enti locali (+ 2.737). In aumento anche il lavoro interinale:
7.308 unità nel 2004 (+ 16%). La fotografia scattata dalla
Ragioneria mette in risalto una Pa che, oltre ad essere un
po’ più flessibile, è diventata più " rosa", più
" vecchia" e anche maggiormente costosa. Nel 2004 il
costo del lavoro ha raggiunto i 143,878 miliardi (+ 3,7%) ma
mantenendo sostanzialmente invariata l’incidenza sul Pil (
10,36 per cento). La retribuzione media pro capite sale dai
28.293 euro del 2003 a 28.969 euro (+ 2,4 per cento).
In
continua crescita la presenza femminile, che è arrivata a
rappresentare il 53,4% ( rispetto al 53% del 2003) del totale
degli " statali" con contratto a tempo indeterminato.
Che nel 2004 sono risultati 3.360.952 (+ 0,06% sul 2003),
distribuiti fra scuola ( 33,6%), Servizio sanitario ( 20,4%),
Regioni ed Autonomie Locali ( 17,8%), Forze Armate e corpi di
Polizia ( 13,7%), ministeri, Agenzie fiscali e presidenza del
Consiglio ( 7,5%) e Università ( 3,3%).
Infine, la nota
dolente dell’età.
La Pa continua ad invecchiare: secondo
la rilevazione della Ragioneria l’età media del personale a
tempo indeterminato è passata dai 45,4 anni medi del 2003 ai
45,6 del 2004.
Sale la presenza delle donne, età media più
alta ( 45,6 anni)

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