LUCA IEZZI
Scaroni pronto a realizzare con Gazprom un impianto a San
Pietroburgo. Avanti le trattative sul petrolio
Possibile la sigla entro la
fine dell´anno dell´atteso accordo tra i due gruppi
SCARONI (a.d. Eni): se ALGERIA e
RUSSIA fanno cartello nella vendita del gas, è controproducente smembrare la
Snam in tanti compratori; meglio diversificare i fornitori col trasporto di gas
via mare.
Rimane
l’ipotesi di scambio: accesso dell’Eni agli investimenti in RUSSIA, accesso di
Gazprom al mercato del gas italiano.
ROMA – A sorpresa il barometro dei rapporti tra Eni
e Gazprom volge al bello. Impegnati su una trattativa che dura da più di un
anno senza esiti e contrapposti nella vicenda del gas europeo, il cane a sei
zampe e lo "Stato nello Stato" russo hanno invece intensificato i
propri rapporti, come segnala la stampa moscovita e come dimostra
l´intervista "strategica" rilasciata dall´ad Eni, Paolo Scaroni,
al quotidiano Vedemosti. L´ad ha chiarito che il suo governo «non vuole
rendere più difficile l´entrata di Gazprom sul mercato italiano» e ha
annunciato un prossimo investimento congiunto da 2,5 miliardi di dollari per un
impianto di liquefazione del gas da costruire a San Pietroburgo.
In realtà l´Eni è in piena sintonia con il ministro Pierluigi Bersani quando
denuncia il pericolo di un´eccessiva dipendenza continentale dall´asse
algerino-russo, Scaroni stesso lanciò l´allarme su un´Opec del gas già a
dicembre a Montecitorio, ma la sua posizione non ha una funzione "anti-Gazprom".
Gli effetti che interessano a San Donato della posizione del ministro sono
tutti italiani: se i fornitori fanno cartello allora ha poco senso che in
nome della liberalizzazione i compratori italiani si frammentino per perdere
quel poco di potere negoziale a livello internazionale. Ecco che l´Eni diventa
giocoforza l´unico compratore sufficientemente grande da fronteggiare i
monopolisti del gas. Una visione che tra l´altro Scaroni condivide con il
Ceo di Gazprom, Alexei Miller che ha dichiarato: «Quello del gas è un mercato
fatto dai venditori, con le tre principali aree, Europa, Asia e Nord America in
competizione per accaparrarsi le maggiori quantità». Inoltre non indebolire
il cane a sei zampe può significare anche non insistere più di tanto sulla dismissione
forzosa della rete Snam.
L´altra parte del discorso di Bersani che piace all´Eni è quella sulla
differenziazione dei fornitori per affrancarsi dal neonato cartello. Il
ministro la chiede all´Europa, e per coerenza anche in Italia dovrà spingere
sui rigassificatori. Nonostante le molte difficoltà ne sono in costruzione
due a Rovigo (Edison) e Brindisi (Bg). Ma, anche nel migliore dei casi, cioè
senza ulteriori stop dagli enti locali, non affiancheranno l´unico esistente a
Panigaglia (Eni) prima del 2008-09. L´Eni ha già annunciato di essere pronta a
costruire un proprio impianto, ma non ha indicato il sito, pronta a bruciare le
tappe se l´orientamento verso queste infrastrutture dovesse cambiare. E anche
su questo c´è piena sintonia con i russi.
Eni e Gazprom sono storicamente le società più importanti nella gestione dei
gasdotti in Europa, ma entrambe hanno capito che il tubo in un continente
sempre più frammentato non è più l´unica e migliore soluzione. Il mercato del
gas liquido via nave è diventata la prossima frontiera. Il progetto a San
Pietroburgo dimostra che le due società stanno riposizionandosi insieme. Rimane
in piedi la partita più importante: lo "scambio" tra l´accesso
diretto al mercato italiano per Gazprom in cambio di una presenza diretta di
Eni nell´estrazione petrolifera nelle tundre russe. Scaroni invita a non
avere fretta, ma si punta a rispettare la scadenza indicata, cioè «la fine
dell´anno».