Fabrizio Dragosei
Intesa sul gas e sui jet
regionali. Si farà anche una banca d’affari italo-russa
MOSCA – Italia e Russia sono decise a rilanciare la
collaborazione in tutti i campi, a partire da quello dell’energia nel quale il
principio guida sarà costituito dalla "reciprocità": aziende russe
potranno entrare nel mercato italiano per vendere gas e ditte italiane potranno
lavorare nei grandi giacimenti della Russia. Sono questi i punti fissati
nella prima visita di Prodi a Mosca da Presidente del Consiglio durante il
lungo incontro e la cena con Vladimir Putin al Cremlino. Punti che potranno
anche servire da guida in vista del summit del G8 in programma dal 15 luglio a
San Pietroburgo.
CLIMA DI INTESA – Il primo risultato del nuovo clima di intesa sembra
essere l’accordo per la partecipazione dell’Eni ai lavori per ampliare il
gasdotto Blue Stream. Si tratta del metanodotto che passa sotto il Mar Nero e
che congiunge direttamente la regione russa di Krasnodar con la Turchia. I
lavori serviranno a portare più gas verso l’Europa meridionale e verso Israele
senza dover passare sul territorio di Paesi che Mosca ritiene poco affidabili.
Di questo e di altri progetti in comune hanno parlato in contemporanea
l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni e il suo omologo di Gazprom
Aleksei Miller. «Putin ha ripetuto più volte il legame della Russia con
l’Europa e l’impegno del suo Paese ad assicurare le forniture di energia», ha
detto un Prodi molto soddisfatto dopo l’incontro. I due Paesi poi agiranno per
convincere gli ucraini ad immagazzinare più gas nei depositi.
LA GAFFE DI GAZPROM – Dimenticata insomma la gaffe di Gazprom che il
primo gennaio chiuse il rubinetto del gas all’Europa per «punire» l’Ucraina.
Ora si guarda avanti in un clima di reciproca fiducia. Anche se resta il
problema Cecenia «un problema che non può non essere sollevato», ha detto Prodi
aggiungendo che si tratta di una divisione nota. La fiducia, per ora, non è
condivisa da alcuni degli altri Paesi più industrializzati. Oltre al Blue
Stream, altre intese sono già state raggiunte tra i due Paesi. Finmeccanica
e Sukhoi costruiranno aerei assieme, con l’obiettivo di raggiungere una quota
di mercato del 15% nel settore dei velivoli per brevi distanze (75/100
posti). L’italiana Sogin collaborerà con i russi allo smantellamento dei
sommergibili nucleari, un programma del valore di 360 milioni. La
collaborazione tra i due Paesi punterà al raggiungimento di grandi intese che
potranno fungere da catalizzatore per tanti piccoli accordi aggiuntivi,
coinvolgendo le piccole e medie imprese italiane. Sarà costituita una banca
d’affari italo-russa (per l’Italia il progetto sarà coordinato da Banca
Intesa). Nel campo dell’energia, Gazprom vuole entrare nel mercato italiano
vendendo direttamente gas. Contemporaneamente l’Eni, l’Enel e altri gruppi
potranno lavorare in Russia. In quali campi? L’azienda elettrica è già
presente a San Pietroburgo e potrà sviluppare nuove centrali. L’Eni ha molto da
offrire al partner russo, come ha spiegato Scaroni.
Intanto l’ammodernamento della rete di gasdotti che oggi fanno registrare
forti perdite del prodotto in transito. Poi il campo della raffinazione: la
Russia produce molto olio combustibile (con una domanda mondiale in forte calo)
e poco gasolio pulito (più richiesto). Quindi la migliore utilizzazione dei
giacimenti esistenti con le tecnologie di cui l’Eni dispone. Infine la ricerca
e lo sviluppo di nuovi giacimenti. Un settore nel quale però ci sono forti
resistenze ad ammettere altri partner.