USA, EUROPA, ARMAMENTI
CORRIERE Ven. 31/3/2006
Giovanni Caprara
Bello ma (forse) impossibile. Potrebbe essere questa
l’infelice conclusione del maggior piano di collaborazione aeronautica tra
Europa e Stati Uniti per la costruzione del nuovo super-caccia tattico
«Jsf-Joint Strike Fighter». Una meraviglia tecnologica che aveva fatto gola
agli otto Paesi partecipanti all’impresa (Gran Bretagna, Italia, Olanda, Turkia,
Danimarca, Norvegia, Canada e Australia) e guidata da Lockheed Martin.
Ma ora
la mela d’oro della tecnologia è diventata il pomo della discordia: gli Stati
Uniti non sono più così disponibili a cederla come sembrava all’inizio
dell’operazione. «C’è un problema di technology transfert – ammette
Yung Le, direttore Sviluppo affari internazionali della Lockheed, che
incontriamo a Milano -, derivante dalla preoccupazione per la situazione
internazionale. Ma è un problema politico, non nostro di società». Entro
l’anno si dovrebbero negoziare gli accordi governativi per definire ogni
dettaglio ma se l’atteggiamento americano non cambia ai tavoli della firma non
si arriverà. Gli inglesi, i più impegnati del gruppo, stanno già considerando
una possibile alternativa. I norvegesi hanno sospeso il pagamento della rata
dovuta per partecipare allo sviluppo. Il 10 marzo scorso i rappresentanti
europei coinvolti si sono trovati in Olanda per organizzare una risposta comune
nei confronti di Washington. Finora, tuttavia, i margini di trattativa
sembrano ristretti perché lo scontento ha superato una ragionevole soglia di
accettazione. Gli americani non intendono cedere conoscenze soprattutto
nelle tecnologie elettroniche, software in particolare, e in quella
dell’invisibilità del jet, che sono le due chiavi della supremazia della
macchina. Ma a questi ostacoli si aggiungono quelli dei ritorni industriali
inferiori in tutti i Paesi rispetto agli accordi. L’Italia investe 1,028
miliardi di dollari per partecipare allo sviluppo e circa la metà dovrebbe
rientrare sottoforma di contratti: finora si è arrivati ad appena un centinaio
di milioni. Intanto a Forth Worth (Texas) lavorano cinquanta ingegneri di
Alenia-Finmeccanica.
L’Italia, inoltre, (che acquisterebbe 131 jet) chiede di ospitare la linea
di produzione per tutta Europa ma per averla bisogna disporre di conoscenze che
gli Usa non concedono. «Questo è un problema da regolare tra i ministri –
nota Yung Le – anche perché devono essere soprattutto i governi europei ad
accettare la soluzione italiana».
La battaglia invisibile Il Joint Strike Fighter è un caccia tattico
supersonico stealth, cioè invisibile ai radar. La sua velocità è di 1.930
chilometri orari volando per 2.600 km. Realizzato in tre versioni (a decollo
normale, corto e verticale) ha un solo motore a geometria variabile.