Due miniere cinesi trappole mortali

Un incidente dopo
l’altro: i morti accertati sono 14 ma poche le speranze per altri
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PECHINO • Due miniere
cinesi si sono trasformate ieri, ancora una volta, in una trappola mortale.
Quattordici minatori sono morti a causa di un’esplosione di grisù in un
giacimento di carbone nella provincia meridionale dello Guizhou. I dispersi sono
due.
Per altri centodue minatori, intrappolati in una galleria allagata, « ci
sono poche possibilità » secondo le autorità.

Le squadre di soccorso continuano
a lottare contro il tempo e contro l’acqua nel tentativo di salvare gli operai
imprigionati a 420 metri di profondità nella miniera inondata di Xingning, nella
Cina meridionale. Secondo il vicesindaco della vicina città di Meizhou, « il
livello d’acqua cresce di 50 centimetri ogni ora e le possibilità di trovare
qualcuno ancora in vita sono poche » .
L’inondazione potrebbe essere dovuta a
un errore dei minatori, che avrebbero colpito una falda acquifera
sotterranea.
Le miniere cinesi sono considerate le più pericolose del mondo:
l’anno scorso le vittime di incidenti sul lavoro sono state seimila, mentre nei
primi sei mesi del 2005 hanno perso la vita 2.700 minatori. La maggior parte
degli incidenti sono dovuti a fughe di gas, ma in estate anche inondazioni e
frane sono frequenti.
Secondo l’Ilo « gli incidenti minerari in Cina sono
quasi tutti prevedibili » . Le cifre utilizzate per valutare la situazione,
inoltre, sono basate su notizie di stampa e su informazioni fornite dalle
autorità locali e non tengono in considerazione le miniere illegali. I dati a
disposizione potrebbero quindi essere inferiori rispetto a quelli reali, visto
che molti incidenti non vengono denunciati. Le gallerie illegali nascono con
piccoli investimenti in tutta la Cina centrale e settentrionale, ricca di
risorse di carbone, e sono fonti di consistenti e rapidi profitti. Se non
denunciano gli incidenti, i proprietari evitano di pagare gli indennizzi alle
famiglie e si salvano dalle tasse e dalla prigione.
Periodicamente, il
governo cinese lancia delle campagne contro le miniere illegali, cercando di
imporre il rispetto degli standard di sicurezza, ma le gallerie chiuse
d’autorità spesso riaprono in seguito.
L’industria estrattiva del Paese
sconta decenni di mancati interventi di ristrutturazione e ammodernamento. La
corsa al carbone si è intensificata negli ultimi due anni, quando il consumo di
energia della Cina è aumentato e i prezzi del petrolio sono saliti. Circa tre
quarti dell’energia consumata nel Paese proviene dal carbone: una quota che,
secondo gli analisti, è destinata ad aumentare nei prossimi anni. (
Ap)

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