Questo il link per la riunione di domenica 4 agosto, con inizio alle ore 10: https://meet.google.com/kot-gkjn-rpr
Riportiamo qui di seguito la convocazione della riunione fatta alcuni giorni fa. Sappiamo bene di sfidare tutte le consuetudini consolidate nel chiamare una riunione in agosto e di domenica, ma nel momento in cui ci sono segnali di una volontà del governo Meloni di accelerare ulteriormente l’iter di esame nelle Commissioni del DDL 1660 Piantedosi-Nordio-Crosetto per portarlo davanti alle Camere per l’approvazione definitiva, non ci sono consuetudini consolidate che tengano.
Sono in gioco libertà fondamentali, prima tra tutte la libertà di lottare contro le guerre in corso a cominciare dal genocidio a Gaza e dal macello in Ucraina, contro la corsa alla guerra, contro i padroni, contro le grandi opere, contro la catastrofe ecologica incombente, contro le nuove norme che colpiscono i diritti delle donne, contro i soprusi e le violenze sistematiche dei regimi carcerari, contro il razzismo di stato e la guerra agli immigrati, e per affermare la libertà di organizzarsi, e bisogna muoversi! E muoversi in modo unitario, con il coordinamento delle non poche forze disponibili ad agire insieme, senza deleteri protagonismi individuali e/o di gruppo/organizzazione.
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I promotori dell’assemblea on line del 21 luglio (Movimento dei disoccupati 7 novembre, Laboratorio politico Iskra, Tendenza internazionalista rivoluzionaria) hanno inviato oggi questo messaggio agli organismi e alle organizzazioni che hanno preso parte all’assemblea di domenica scorsa, e a quelli che hanno manifestato l’intenzione di parteciparvi.
Care/i,
in conclusione della nostra riunione di domenica scorsa, eravamo rimaste/i d’intesa di risentirci ai primi di agosto per tracciare insieme un piano di mobilitazione unitaria per l’autunno.
Dopo un’ampia consultazione, vi scriviamo appunto per proporvi come data di un nuovo incontro on line domenica 4 agosto, alle ore 10 (con il link che invieremo nei prossimi giorni).
Oltre la fondamentale convergenza di fondo sui contenuti, l’aspetto più positivo di quella riunione è stata, a nostro avviso, la presenza di pressoché tutti i settori di classe e i movimenti sociali che sono i diretti bersagli dei nuovi “decreti sicurezza”.
Nel frattempo, si è tenuta venerdì 26 una partecipata assemblea on line nella quale il SI Cobas ha confermato la sua intenzione di essere parte attiva di questa mobilitazione unitaria.
E lo stesso giorno, in val di Susa, nel corso di un’assemblea sul “diritto al dissenso” che si è presto trasformata in un’assemblea contro il DDL 1660, abbiamo invitato l’intero movimento No Tav ad unirsi alla nostra chiamata.
Altri organismi di lotta non presenti domenica scorsa ci hanno espresso la volontà di partecipare alla mobilitazione contro la nuova stretta repressiva del governo Meloni, mentre alcuni dei collettivi e delle organizzazioni presenti hanno espresso l’intenzione di allargare gli inviti a tutte/i coloro che condividono l’analisi e gli indirizzi d’azione emersi il giorno 21.
A questo punto, non resta altro da fare che incontrarci e definire il nostro piano di lavoro.
Il tempo a nostra disposizione è poco poiché, slitti o meno di qualche settimana l’approvazione del DDL, la determinazione del governo ad andare avanti e, se possibile, a peggiorare il testo originario, è evidente e ferma. Dai segnali che arrivano da varie città, da Bolzano a Palermo, settori della magistratura appaiono disposti ad anticipare la stessa approvazione della legge con iniziative mirate e perfino “spettacolari”.
Negli ultimi giorni i fari della repressione sono puntati prevalentemente su Napoli: alle misure cautelari scattate alla vigilia dell’assemblea, si sono aggiunte in queste ore nuove denunce per gli scioperi nel settore dell’igiene ambientale, e la comunicazione dell’avvio il prossimo 28 ottobre del maxi-processo contro 43 compagni/e per le lotte dei disoccupati, che si terrà addirittura nell’aula bunker del carcere di Poggioreale.
Dunque, ferie o non ferie, rimbocchiamoci le maniche, lavoriamo sodo per metterci di traverso a questo provvedimento liberticida del governo Meloni, all’economia di guerra e alla corsa verso la guerra da cui nasce.
Davanti ad un vero e proprio salto di qualità della repressione statale (anche in chiave di prevenzione dei conflitti sociali), l’invito, a tutte/i, è di mettere davanti ciò che ci unisce.
Se saremo unite/i, sarà comunque durissima; ma se saremo divise/i, ci spianano. A presto