Disastroso per la Cina/Ancora più vicini alla Cina+ vari

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Disastroso per la Cina/ancora più vicini alla Cina

●    L’escalation delle tensioni nelle aree marittime di confine disputate tra Sud e Nord Corea[1] pregiudica gli sforzi della Germania per raggiungere l’unificazione delle due Coree, a cui sta lavorando da anni.

o   Dalla riunificazione Berlino si attende maggiore influenza nella penisola coreana (grazie alla indiscutibile competenza in materia della Germania) come pure vantaggi geo-strategici rispetto alla Cina.

●    Esperti tedeschi del Nord Corea, e in particolare la fondazione Friedrich-Naumann-Stiftung (FDP) ritengono che la nuova generazione che sta per succedere al potere in N-C segua una strategia di “apertura all’Occidente”;

o   in Nord Corea è in corso un profondo cambiamento generazionale che coinvolge i più alti vertici dello Stato e che assegna posizioni di spicco a persone che intrattegono stretti contatti nei paesi occidentali,

o   e di questo Berlino cerca di approfittare continuando i propri sforzi a favore della riunificazione, su modello della riunificazione della DDR.

●    La Cina sarebbe la più toccata da un’apertura del Nord Corea all’Occidente e da un’eventuale riunificazione con il Sud:

o   il Nord Corea è per la Cina un “cuscinetto strategico” nel nord-est che, mentre tiene a distanza e impegnati i quasi 30 000 soldati Usa stanziati nel Sud (il contingente americano più vicino alla Cina), offre spazio a Pechino per la sua politica verso Taiwan.

o   Se il Nord Corea si accordasse con gli Usa, ottenendo di poter detenere armi atomiche in cambio di un’alleanza, truppe occidentali potrebbero essere stanziate al confine con la Cina…

o   La riunificazione offrirebbe agli Usa un maggiore spazio di manovra militare nei confronti di Pechino.

– Presenti a Seoul alcune organizzazioni tedesche, in particolare fondazioni vicine ai partiti, , e, come la Friedrich-Naumann (FDP), che dal 2002 gestisce un programma di cooperazione con il Nord Corea (manifestazioni culturali a Piongjang, seminari in Germania).

o   Il presidente della fondazione, Walter Klitz, ha relazioni di lavoro con alti dirigenti nordcoreani. Un funzionario del partito al governo gli avrebbe detto che il socialismo “non può sopravvivere in isolamento”, per cui il Nord Corea seguirebbe una “strategia di apertura al mondo”(cfr. di seguito documento della Friedrich-Naumann, su confronto di Klitz con dirigenti coreani, 30 aprile 2010, Generational Change on all levels in North Korea on the way).

– Secondo l’esperto tedesco per la Corea, Koschyk, (CSU, attualmente segretario di Stato alle Finanze e per anni presidente del gruppo parlamentare tedesco-coreano)

o   i giorni del regime nordcoreano sarebbero contati; già alcuni anni fa Koschyk aveva dichiarato che in caso di cooperazione di Piongjang con l’Occidente, potrebbe approfittarne anche la Germania, che in Nord Corea gode di buona fama.

o   Per il tentativo di Berlino di cooperare con il Nord Corea, Koschyk suggerisce di tener conto dei rapporti interni e non trascurare i militari nordcoreani.

●    La Germania è il secondo maggior fornitore di armamenti del Sud Corea;

o   il Sud Corea nel 2003 e 2004 era il terzo maggiore acquirente di armi tedesche al di fuori della Nato, nel 2007 era divenuto il 6° maggior acquirente in assoluto, e nel 2008 il primo, con oltre €1,9MD di armi tedesche acquistate.

o   Nel 2007 il ministro Difesa tedesco, Franz Josef Jung, siglò un accordo di maggiore cooperazione militare tra i due paesi.

– La fornitura di armi tedesche serve innanzitutto a rafforzare Seoul contro Piongjang, e dispone, anche grazie ai sottomarini tedeschi, di navi da guerra moderne;

– La strategia militare sudcoreana prevede considera la possibilità di una guerra con il Nord Corea (secondo gli esperti la marina, ad es., sarebbe organizzata in vista di una guerra intercoreana), che in caso di sconfitta del Nord porterebbe le forze occidentali al confine della Cina,

o   ma anche un conflitto armato tra una Corea riunificata e la Cina.

– Sulla apertura economica del Nord Corea in corso: il Brasile è già ora il terzo maggior partner commerciale del Nord Corea, dopo Cina e Sud Corea; si ipotizza una cooperazione per il nucleare Nord Corea-Brasile.

[1] Le due parti si rimpallano la responsabilità dello scontro a fuoco di sull’isola di Yeonpyeong, con 4 vittime, 2 civili e 2 militari, 15 i soldati feriti; difficile stabilire come si siano svolti i fati anche perché Pjongiang non riconosce i confini marini stabiliti dall’Onu, e Seoul stava conducendo manovre militari nel territorio disputato, con tiri di artiglieria pesante. L’incidente è il secondo incidente con vittime di quest’anno tra le due Coree, il 26 marzo è stata colpita ed affondata una corvetta sudcoreana, 46 i soldati morti.; anche questo incidente avvenne durante manovre militari sudcoreane presso il confine disputato.

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Desaströs für China
25.11.2010
PJÖNGJANG/SEOUL/BERLIN

–   (Eigener Bericht) – Nach den bewaffneten Auseinandersetzungen an der Seegrenze zwischen Süd- und Nordkorea erhöht Berlin den Druck auf Pjöngjang. Wie das Auswärtige Amt mitteilt, hat es am gestrigen Mittwoch den Botschafter Nordkoreas einbestellt und gegen den tödlichen Beschuss der Insel Yeonpyeong protestiert.

–   Die Eskalation an der umstrittenen Seegrenze beschädigt deutsche Bemühungen, eine Vereinigung Süd- und Nordkoreas zu erreichen. Auf dieses Ziel arbeitet die Bundesrepublik seit Jahren hin.

o    Berlin erhofft sich davon nicht nur eine einflussreichere Position auf der koreanischen Halbinsel – man sei in Sachen "Wiedervereinigung", heißt es, konkurrenzlos qualifiziert -, sondern auch umfassende geostrategische Vorteile gegenüber China.

–   Wie chinesische Experten bestätigen, dient Nordkorea der Volksrepublik als "Pufferzone" gegenüber den in Südkorea stationierten US-Streitkräften.

–   Südkorea wiederum wird von Deutschland schon seit Jahren mit Kriegsgerät unterstützt. Das Land nimmt gewöhnlich vordere Plätze auf der Rangliste deutscher Rüstungsexporte ein – zuletzt Platz eins.

Tödliche Schüsse

–   Nach den jüngsten bewaffneten Auseinandersetzungen zwischen Süd- und Nordkorea dauern die schweren Spannungen zwischen den beiden Staaten an. Am Dienstag war es an der Seegrenze bei der Insel Yeonpyeong zu einem Schusswechsel gekommen, bei dem zwei Zivilpersonen und zwei Soldaten aus Südkorea ums Leben kamen und 15 Soldaten verletzt wurden.

–   Diverse Gebäude auf Yeonpyeong wurden beschädigt. Seoul gibt an, Pjöngjang habe grundlos angegriffen. Pjöngjang erklärt, südkoreanische Kriegsschiffe hätten vorher nordkoreanisches Hoheitsgebiet beschossen.

–   Die Feststellung der Tatsachen wird dadurch erschwert, dass Pjöngjang die durch die UNO unter westlichem Einfluss festgelegte Seegrenze nicht anerkennt und Seoul in dem umstrittenen Gebiet zum Zeitpunkt der Eskalation ein Marinemanöver abgehalten hat – scharfe Schüsse inklusive.

–   Der Schusswechsel ist bereits der zweite tödliche Zwischenfall in diesem Jahr. Am 26. März war eine südkoreanische Korvette zerstört worden und gesunken; 46 Soldaten kamen ums Leben.

–   Seoul ist heute – nach anfänglichen Zweifeln – davon überzeugt, dass das Schiff von der nordkoreanischen Marine gezielt abgeschossen wurde.

–   Pjöngjang bestreitet das. Auch der tödliche Zwischenfall im März fand während eines südkoreanischen Manövers an der umstrittenen Seegrenze statt.[1]

Vereinigungsexperten

–   Deutschland ist schon seit Jahren mit den Beziehungen zwischen Süd- und Nordkorea befasst. Die Berliner Bemühungen zielen insbesondere darauf ab, eine "Wiedervereinigung" der beiden Länder zu erreichen. Deutsche Organisationen, insbesondere mehrere parteinahe Stiftungen, sind in Seoul mit entsprechenden Programmen präsent und bemühen sich zudem um ergänzende Kontakte nach Pjöngjang, insbesondere die FDP-nahe Friedrich-Naumann-Stiftung.[2]

–   Die Bundesrepublik sei aufgrund ihrer Erfahrungen mit der Übernahme der DDR in besonderem Maße befähigt, im Falle eines Zusammenschlusses von Süd- und Nordkorea unterstützend tätig zu werden, erklärt Berlin – in der Hoffnung auf ein aktives, prägendes und damit auch Einfluss sicherndes Eingreifen auf der koreanischen Halbinsel. Zuletzt waren deutsche Experten zu der Ansicht gelangt, die gegenwärtig in Pjöngjang an die Macht gelangende Nachwuchsgeneration sei zu einer Öffnung gegenüber dem Westen bereit (german-foreign-policy.com berichtete [3]). Die Gewalteskalation an der Seegrenze zwischen Süd- und Nordkorea findet demnach in einer Phase eventuell weit reichender Umbrüche in Pjöngjang statt.

Pufferzone

–   Von einer Öffnung Nordkoreas für den Westen und einer eventuellen Vereinigung mit Südkorea wäre vor allem die Volksrepublik China betroffen. Dies hat bereits vor Jahren der Direktor des Institute of International Studies an der renommierten Shanghaier Fudan-Universität, Shen Dingli, erläutert.

–   Shen zufolge besitzt Nordkorea für China "als strategische Pufferzone" hohe Bedeutung: Es halte die in Südkorea stationierten Truppen – fast 30.000 Soldaten – auf Abstand, binde sie und verschaffe Beijing damit Freiräume unter anderem für seine Politik gegenüber Taiwan.

–   Sollte aber Pjöngjang im Zuge einer Öffnung gegenüber dem Westen entweder die Seiten wechseln oder dem Zusammenschluss mit Südkorea zustimmen, dann verlöre die Volksrepublik ihre "Pufferzone" im Nordosten.

–   Was geschieht, fragt Shen, falls Pjöngjang "einen Vertrag mit den Vereinigten Staaten unterzeichnet, Atomwaffen gegen Freundschaft tauscht und damit in die Fußstapfen Libyens tritt?" Dann stünden voraussichtlich westliche Truppen unmittelbar an der chinesischen Grenze, vermutet der Experte und warnt, der Druck auf Beijing sei dann "weitaus ernsthafter" als schon heute.[4]

Rüstungslieferant

–   Die Bundesrepublik ergänzt ihre sich friedlich gebende Politik zugunsten einer koreanischen "Wiedervereinigung" schon lange um handfeste Unterstützung für Südkorea – Rüstungslieferungen inklusive.

–   Zuletzt war Deutschland für Seoul der zweitgrößte Lieferant von Kriegsgerät; besonders Hubschrauber, Teile für Panzer und gepanzerte Fahrzeuge sowie Schiffe und Marinezubehör werden regelmäßig an Südkorea verkauft. In den Jahren 2003 und 2004 war Seoul der drittgrößte Abnehmer deutscher Rüstungsgüter außerhalb der NATO,

o    im Jahr 2007 stieg es in der Gesamtliste deutscher Rüstungsexporte auf Platz sechs und 2008 gar auf Platz eins – mit Liefergenehmigungen im Wert von mehr als 1,9 Milliarden Euro. Im Jahr 2007 verabredete zudem der damalige Berliner Verteidigungsminister Franz Josef Jung eine engere militärische Kooperation zwischen Südkorea und Deutschland. Im Juni hielt sich eine hochrangige Delegation der südkoreanischen Streitkräfte zum weiteren Ausbau der bilateralen Kooperation in der Bundesrepublik auf.

Besser gerüstete Gegner

–   Selbstverständlich dienen die deutschen Rüstungslieferungen in erster Linie der Stärkung Seouls in den Auseinandersetzungen mit Pjöngjang. Die Marine etwa ist Rüstungsexperten zufolge vor allem "auf einen innerkoreanischen Krieg ausgerichtet". Sie verfügt demnach, "unter anderem dank den aus Deutschland gelieferten U-Booten, über Kampfschiffe moderner Bauart". Diese seien, heißt es, jedoch "auch technisch besser ausgerüsteten Gegnern als der nordkoreanischen Marine ebenbürtig".[5]

–   Dabei zieht die offizielle südkoreanische Militärdoktrin keineswegs nur einen eventuellen Krieg gegen Nordkorea in Betracht, der im Falle einer nordkoreanischen Niederlage Shen Dingli zufolge den Westen bis an die chinesische Grenze vorrücken ließe und deshalb "desaströs für China" wäre.

–   In Seoul hält man mittlerweile auch das Szenario eines Krieges zwischen einem wiedervereinigten Korea und der Volksrepublik China für möglich. Dieser Krieg würde in erheblichem Umfang mit deutschen Waffen geführt – auf koreanischer Seite und gegen Beijing.

[1] Rainer Werning: Auf Provokationskurs; junge Welt 03.06.2010

[2] s. dazu Gesamt-Transformation und Noch näher an China

[3] s. dazu Noch näher an China

[4] Shen Dingli: North Korea’s Strategic Significance to China; China Security, Autumn 2006

[5] Bonn International Center for Conversion: Länderportrait Korea; www.bicc.de

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Noch näher an China

20.10.2010
PJÖNGJANG/BEIJING/BERLIN

–   (Eigener Bericht) – Deutsche Nordkorea-Experten spekulieren über eine Öffnung Pjöngjangs gegenüber dem Westen. Die Tage der nordkoreanischen Regierung seien "gezählt", urteilt der parlamentarische Staatssekretär im Finanzministerium und langjährige Korea-Aktivist Hartmut Koschyk (CSU).

–   Auch die FDP-nahe Friedrich-Naumann-Stiftung will in Pjöngjang erfahren haben, die Demokratische Volksrepublik Korea verfolge die Strategie, sich "zu öffnen".

–   Die Spekulationen erfolgen zu einer Zeit, da in Nordkorea ein umfassender Generationswechsel im Gange ist, der die höchste Staatsspitze einschließt und Personen mit teilweise engen Kontakten in westliche Länder in einflussreiche Positionen bringt.

–   Berlin begleitet die Öffnungstendenzen in Pjöngjang mit anhaltenden Bemühungen, Nord- und Südkorea zusammenzuschließen – nach dem Vorbild der Eingliederung der DDR in die Bundesrepublik. Die Bemühungen richten sich auch gegen China.

–   Wie ein Experte für auswärtige Politik aus Shanghai erläutert, besitzt Nordkorea als Pufferstaat zwischen den in Südkorea stationierten US-Einheiten und China eine herausragende Bedeutung und bindet mit seinem Militärpotenzial amerikanische Truppen.

–   Sollten sich Nord- und Südkorea zusammenschließen, gewänne Washington größeren militärischen Spielraum gegenüber Beijing.

"Die Tage sind gezählt"

–   Deutsche Nordkorea-Experten spekulieren über eine Öffnung Pjöngjangs gegenüber dem Westen. "Die Tage des Regimes in Nordkorea sind gezählt", urteilt der parlamentarische Staatssekretär im Bundesfinanzministerium, Hartmut Koschyk (CSU).[1]

–   Koschyk stand über Jahre hin der deutsch-koreanischen Parlamentariergruppe vor und hat sich dabei stets auch mit den Entwicklungen in der Demokratischen Volksrepublik Korea befasst – sowie mit Möglichkeiten, das Land westlicher Einflussnahme zu erschließen.[2]

–   Sollte es zu engerer Kooperation Pjöngjangs mit dem Westen kommen, ergäben sich auch für Deutschland "neue Gestaltungsmöglichkeiten", erklärte Koschyk bereits vor einigen Jahren.

–   Die Bundesrepublik genieße in Nordkorea durchaus "einen sehr guten Ruf". Bei der angestrebten Zusammenarbeit mit dem Land habe Berlin allerdings auf die inneren Verhältnisse Rücksicht zu nehmen und dürfe keinesfalls das nordkoreanische Militär "links liegen lassen".[3]

Zugang in Pjöngjang

–   Chancen für eine "Öffnung" in Pjöngjang will auch die FDP-nahe Friedrich-Naumann-Stiftung erkannt haben. Die Stiftung unterhält ein Büro in der südkoreanischen Hauptstadt Seoul und führt von dort aus seit dem Jahr 2002 ein Kooperationsprogramm mit Nordkorea durch – darunter nicht nur Veranstaltungen, die in Pjöngjang stattfinden, sondern auch Seminare in Deutschland.

–   Der für Korea zuständige Stiftungsrepräsentant Walter Klitz gilt nicht nur in Seoul als eine "von wenigen Persönlichkeiten der internationalen Beziehungen, denen auch die DVR Korea Zugang gewährt". Über ihn heißt es, er unterhalte durchaus "verlässliche Arbeitsbeziehungen mit nordkoreanischen Entscheidungsträgern".[4] Als Klitz sich Ende April in Pjöngjang aufhielt, urteilte ein Funktionär der Regierungspartei im Gespräch mit ihm, der Sozialismus könne "nicht in Isolation überleben". Daher folge Nordkorea einer "Strategie, sich gegenüber der Welt zu öffnen".[5]

Auslandskontakte

–   Beobachter bringen eine mögliche Öffnung Nordkoreas mit dem Generationswechsel in Pjöngjang in Verbindung, der gegenwärtig im Gange ist und die höchste Staatsspitze einschließt. Man müsse abwarten, welche Rolle die nachrückende junge Generation "in der Politik des Landes wird spielen können", erklärt Klitz. Der Experte verweist darauf, dass sie "meist über Auslandskontakte verfügt oder sich sogar längere Zeit im Ausland aufgehalten hat". Als Beispiel gilt der mutmaßlich nächste nordkoreanische Staatschef Kim Jong-Un, der mehrere Jahre lang im deutschsprachigen Teil der Schweiz zur Schule ging und daher sogar Deutsch spricht. Seine Generation "verdient verstärkte Aufmerksamkeit", urteilt Klitz.[6]

Anschluss in Deutschland

–   Als exemplarisch für eine bereits im Gang befindliche ökonomische Öffnung des Landes gilt Beobachtern der Ausbau der Wirtschaftsbeziehungen zu Brasilien.

–   Brasilien ist mittlerweile nach den Nachbarstaaten China und Südkorea der drittgrößte Handelspartner Pjöngjangs. Es steht im Verdacht, auf der Grundlage bundesdeutscher Zuarbeit Atombomben zu entwickeln [7], weshalb Kritiker schon über eine Nuklearkooperation zwischen Nordkorea und Brasilien spekulieren [8].

–    Auch Deutschland ist bereits in die sich anbahnende internationale Zusammenarbeit Nordkoreas einbezogen. Der Anschluss des Landes an das Internet, der im Februar 2004 in Betrieb genommen wurde, ist von einer deutschen Firma aufgebaut worden. Wie Firmenchef Jan Holtermann schreibt, erhielt er für die notwendige Sicherheits- und Filtertechnologie keine Exportgenehmigung, "da sie unter Umständen auch militärisch genutzt werden kann". Daher stehe der "Hauptserver mit seinen Verschlüsselungssystemen" in Deutschland. "Dort können die Nordkoreaner ihre Inhalte lagern", teilt Holtermann mit. In Pjöngjang befinde sich lediglich "ein sogenannter Proxy, der die Webinhalte entsprechend den Wünschen der Koreaner im Land verfügbar macht".[9]

Übernahmeexperten

–   Angesichts der Spekulationen über eine Öffnung Pjöngjangs gegenüber dem Westen und über den Ausbau der ökonomischen Kooperation gewinnen die Bemühungen Berlins um eine Vereinigung Nord- und Südkoreas neues Gewicht. Schon lange treten deutsche Politiker in Seoul als Experten für eine "Wiedervereinigung" der zwei Staaten auf; so unterhielt die Hanns-Seidel-Stiftung (CSU) zeitweise ein "Projekt Koreanische Wiedervereinigung", das sie "auf der Grundlage der deutschen Erfahrung" durchführte.[10] Der erhoffte Zusammenschluss der beiden Länder gehört bereits seit Jahren zu den Gegenständen, die bei deutsch-südkoreanischen Treffen eine wichtige Rolle spielen. Letzte Woche beispielsweise hielt sich der Vorsitzende der Konrad-Adenauer-Stiftung (CDU) in Südkorea auf – und konferierte in Seoul unter anderem mit dem Minister für Wiedervereinigung. Basis sind stets die Erfahrungen mit der Übernahme der DDR durch die BRD.

Strategische Pufferzone

–   Erhebliche Bedenken rufen die deutschen Aktivitäten vor allem in Beijing hervor. Wie Shen Dingli, Direktor des Institute of International Studies an der Fudan-Universität in Shanghai, erklärt, hat die Volksrepublik China großes Interesse an staatlicher Integrität und Souveränität der Demokratischen Volksrepublik Korea.

–   In Südkorea sind derzeit rund 28.500 US-amerikanische Soldaten stationiert – so nah an China wie sonst nirgends. Nordkorea dient China laut Shen als "strategische Pufferzone", um Washingtons Truppen auf Abstand zu halten. Pjöngjangs nukleare Aufrüstung binde ebenfalls US-Militärs in Südkorea und halte die Vereinigten Staaten von umfangreicheren Aktivitäten etwa auf Taiwan ab. "Das ist Nordkoreas ‘Beitrag’ zu Chinas nationaler Sicherheit", erläutert Shen. Die Volksrepublik rechnet hingegen mit Schwierigkeiten, falls Pjöngjang die Seiten wechselt, "einen Vertrag mit den Vereinigten Staaten unterzeichnet, Atomwaffen gegen Freundschaft tauscht und damit in die Fußstapfen Libyens tritt": In diesem Fall gewönne Washington weitere militärische Spielräume, die es gegen Beijing nutzen könne. Dies gelte auch, sollten Nord- und Südkorea sich nach deutschem Modell zusammenschließen. Selbst die Errichtung von US-Militärbasen direkt an der koreanisch-chinesischen Grenze sei dann nicht länger auszuschließen.[11]

Gegen Beijing

Shens Erwägungen offenbaren die langfristigen strategischen Implikationen der deutschen Bemühungen um einen Zusammenschluss Nord- und Südkoreas. Diese richten sich gegen Beijing und sind Teil der Vorbereitungen für künftige Auseinandersetzungen mit der Volksrepublik China.

[1] Korea weist zahlreiche Parallelen zur deutschen Teilung auf; www.koschyk.de 25.06.2010

[2] s. dazu Deutschland "neutraler Boden" für Verhandlungen zwischen Süd- und Nordkorea und Nordostasien-KSZE

[3] Hartmut Koschyk: Berlin wird in Pjöngjang gehört. Neue Gestaltungsmöglichkeiten für Deutschland und die EU?, in: Christoph Moeskes (Hg.): Nordkorea – Einblicke in ein rätselhaftes Land, Berlin 2007

[4] Korea: Klitz erhält Auszeichnung der Hanyang-Universität; www.freiheit.org

[5] Generational Change on all levels in North Korea on the way; www.fnfkorea.org 30.04.2010

[6] Operation Kim Jong-un; Die Welt 16.09.2010

[7] s. dazu Die brasilianische Bombe

[8] Bertil Lintner: Brazil, North Korea: Brothers in trade; Asia Times 03.06.2010

[9] Jan Holtermann: Sie hätten Post! Das nordkoreanische Internet, in: Christoph Moeskes (Hg.): Nordkorea – Einblicke in ein rätselhaftes Land, Berlin 2007

[10] s. dazu Projekt Koreanische Wiedervereinigung

[11] Shen Dingli: North Korea’s Strategic Significance to China; China Security, Autumn 2006

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Friedrich Naumann Foundation for Liberty       100430

Generational Change on all levels in North Korea on the way

–   From April 26th until 28th, a time where inner Korean tensions were high and channels of dialogue with Pyongyang were very few, the representative of the Friedrich Naumann Foundation for Liberty in Korea, Mr. Walter Klitz, visited Pyongyang and spoke to members of the nomenklatura. For more than six hours he discussed the current situation within the country and pressing political affairs with senior officials of the Worker’s Party.

talks in Pyongyang

–   The North Korean side acknowledged that last year’s currency reform had not quite been as successful as expected. It was admitted that not all aspects within the process of implication had been taken into consideration. Some party- and administration members had lacked “the selfless spirit of officials towards their people” and not predicted the reaction of the market to the intervention; namely a skyrocketing of prices.

–   Those responsible had been called to account. Despite of some minor irritations in the early aftermath of the reform, they said, the prices have meanwhile stabilized on a quite high level. Due to the usual annual food shortages before the harvest they are expected to increase again.  

–   The objectives of the currency reform clearly had been fighting inflation, regaining control over the markets, rebuilding the public distribution system and fighting illegal trade. This was to ensure that people would no longer engage in any kind of private market activities but go back to their regular jobs within the socialist system instead.

–   Due to limitations of exchanges from old to new currency, most personal savings were wiped out. Since markets had collapsed for weeks, the reform led to some uncertainty within the population. Some parts of the currency reform therefore were withdrawn or softened rapidly.

–   Still, as a matter of fact, the purchasing power of the North Korean Won today is higher than it was ahead of the currency reform. Since wages were not affected by the reevaluation, the average citizen today can purchase more than last October.

o    In late May 2009, one kilogram of potatoes was sold for 1700 (old) Won. The last weekday ahead of the currency reform, on Friday October 30th, Pyongyang’s market women charged 3500 Won. In mid February, after the markets had opened again, one kg potatoes was sold for only 300 (new) Won. Prices rose to 700 Won in March but dropped to 330-400 Won until mid of April 2010. An almost similar development can be observed for other consumer products such as pork (1kg was worth 5500 old Won in October 2009, 1000 new Won in February, 2500 Won in March and 1700-1900 Won mid of April 2010) or cabbage, the essential for Korean kimchi (1kg was sold for 1000 old Won in October 2009, 250-500 new Won in February, 500 Won in March and 250 Won mid of April 2010).   

–   But “apart from the currency reform, North Korean authorities seem to pursue other strategic approaches to regain control over the markets as well” Mr. Klitz stated after visiting a new apple plantation close to the capital. “True to their Juche policy of self reliance, it seems as if the leadership in Pyongyang actively tries to challenge imports by investing significantly in domestic farming projects and the production of other products for everyday use”.

–   In order to provide revolutionary Pyongyang with apples, 2,2 million trees were planted in February 2009 at alone.

Taedonggang Fruit Complex

Apart from the currency reform the nuclear summit in Washington, the nuclear strategy review of the United States and the upcoming NPT revue conference were subject to the political talks as well.

In the context of the NPT review conference the North Korean counterparts expressed their strong willingness to participate in the international fight against terrorism. The DPRK, they claimed, had always supported this goal and stated this intend at multiple occasions.

●    Another rather unexpected remark referred to the stability of the regime. “Socialism” an official of the Worker’s Party noted, “can not survive in isolation” and concluded that the DPRK was following a “strategy to unclench to the world”.

–   For those travelling to North Korea on a regular basis it seems clear that times in Pyongyang are crucial and some affairs may be put on new tracks. A generational change at all levels of the administration and the party is obvious. The leadership is surrounding itself with young followers and builds up new loyalties.

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Le Monde       101125

Escalade militaire entre les deux Corées

LEMONDE.FR avec Reuters et AFP | 25.11.10 | 06h57 • Mis à jour le 25.11.10 | 08h55

–   Les relations entre la Corée du Nord et la Corée du Sud sont toujours très tendues deux jours après des tirs d’artillerie nord-coréens sur l’île sud-coréenne de Yongpyong qui ont fait quatre morts.

–   Jeudi 25 novembre, la Corée du Sud a annoncé qu’elle allait "nettement augmenter les forces armées, dont les troupes terrestres, dans les cinq îles de la mer Jaune" au nord-ouest de la Corée du Sud.

–   De son côté, la Corée du Nord s’est déclarée prête à déclencher "une deuxième et même une troisième salve d’attaques sans la moindre hésitation en cas de nouvelle provocation militaire inconsidérée de la part des bellicistes de Corée du Sud", en accusant encore une fois son voisin d’avoir ouvert les hostilités.

–   "La République populaire démocratique de Corée, qui fait grand cas de la paix et de la stabilité dans la péninsule coréenne, est en train de faire preuve d’un contrôle de soi surhumain, mais les pièces d’artillerie de l’armée de la RPDC, qui défend la justice, restent prêtes à tirer", a indiqué mercredi soir le gouvernement nord-coréen, alors que le bombardement de mardi est le plus lourd subi par la Corée du Sud depuis la fin de la guerre de Corée en 1953.

–   Le chef de l’Etat sud-coréen, Lee Myung-bak, a présidé jeudi matin une réunion extraordinaire au cours de laquelle a été décidé un renforcement de la présence militaire dans cinq îles de mer Jaune. Mais Séoul a aussi exprimé l’intention d’engager un dialogue constructif avec la Chine pour qu’elle use de son influence auprès du régime nord-coréen. Un projet qui semble se heurter à un premier obstacle avec l’annonce du report de la visite du ministre des affaires étrangères chinois, Yang Jiechi, qui était attendu cette semaine à Séoul. Aucune explication n’a été fournie à ce report.

–   Les Etats-Unis ont, pour leur part, déployé en mer Jaune, au large de la péninsule coréenne, une flotte emmenée par le porte-avions nucléaire George-Washington pour des manœuvres navales conjointes avec la Corée du Sud. L’armée américaine souligne que ces manœuvres avaient été programmées avant les tirs d’artillerie nord-coréens, mais ce déploiement massif risque de susciter la colère de la Corée du Nord et de déplaire à la Chine.

Le USS George Washington quitte la base japonaise de Yokosuka, au sud de Tokyo, le 24 novembre 2010.

2010.REUTERS/KYODO

–   La Chine est "préoccupée" par les prochaines manœuvres aéronavales conjointes prévues par les Etats-Unis et la Corée du Sud à partir de dimanche, a déclaré jeudi un porte-parole du ministère des affaires étrangères. Se refusant toujours à condamner son allié nord-coréen pour ces tirs qui ont fait quatre morts et provoqué un tollé international, la Chine a "exprimé sa peine et ses regrets face aux pertes humaines", par la voix du porte-parole.

–   D’après les médias sud-coréens, les tirs d’artillerie qui ont fait quatre morts, dont deux civils, mardi dans l’île de Yongpyong ont probablement été effectués sur ordre personnel du dirigeant nord-coréen Kim Jong-il dans le but de renforcer la position de son fils et probable dauphin, Kim Jong-un, au sein de l’armée. Les deux dirigeant se sont rendus, quelques heures avant le bombardement de mardi, sur le site d’où ont été tirés des obus en direction de la Corée du Sud, écrit le Joongang Daily, citant une source gouvernementale.

–   D’après un membre de la commission de la défense de l’Assemblée nationale sud-coréenne, cette information a été obtenue par les services de renseignement militaire, qui tentent de déterminer si cette rencontre a un lien avec le bombardement, écrit le Chosun Ilbo. L’agence officielle de presse nord-coréenne KCNA a fait état, lundi, d’un déplacement de Kim Jong-il dans la province de Hwanghae du Sud en compagnie de dignitaires de l’armée, y compris son fils.

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