Delocalizzazione, tra India e Polonia la «nuova frontiera» di Stm e Brembo

Un centro di progettazione a New Delhi e una fonderia a
Cracovia


DABROWA GORNICZA (Cracovia) – Non
ci sono solo i costi del personale contenuti e il fisco leggero. Ma anche i
clienti a portata di mano e le competenze dei cervelloni locali. È la faccia
della nuova delocalizzazione: guarda sempre a Est, ma adesso pensa al fatturato
e a ricerca e sviluppo, oltre allo snellimento dei costi. Ne hanno appena
fornito un esempio, tra sabato e lunedì, la Brembo di Bergamo e la
STMicroelectronics di Agrate Brianza
.
La prima ha inaugurato ieri una fonderia a Dabrowa Gornicza, in Polonia,
vicino a Cracovia
. Il motivo dell’investimento da 45 milioni di euro?
Per Alberto Bombassei, presidente e amministratore delegato di Brembo, la
risposta porta il nome dei più importanti clienti tedeschi: Mercedes, Audi e
Porsche
. Perché nel quarto trimestre 2005 la vicina Germania ha superato
l’Italia, diventando il primo mercato dell’azienda di impianti frenanti a disco.


E nella stessa Polonia, a qualche ora di camion da Dabrowa, ci sono gli
stabilimenti di clienti come Fiat, General Motors e Daewoo. Senza contare la
fabbrica slovacca di Peugeot-Citroën e le potenzialità dell’intero Est Europa:
tutte location dove spedire, nel giro di poche ore, i prodotti usciti
dall’impianto di Dabrowa
. «È la logica – commenta Bombassei –
dell’integrazione tra fonderia, lavorazione e clienti»: una strategia che,
entro la fine dell’anno, vuole produrre 10 milioni di dischi e portare a 750 il
numero dei lavoratori in stabilmento.
Tra le considerazioni che hanno spinto i bergamaschi a investire in questo
angolo di Polonia ci sono, certamente, anche i vantaggi sul fronte dei costi
.
A Varsavia e Cracovia la fiscalità sulle imprese pesa la metà rispetto
all’Italia. E nel paragone il costo del lavoro si riduce addirittura a un
quarto, tra orari più lunghi, vacanze più corte, stipendi contenuti e oneri
ridotti. Tuttavia, per Bombassei questo è un aspetto secondario. «I nostri
investimenti in Polonia – dice il manager – sono dovuti per l’80% dalla
vicinanza dei mercati di sbocco e solo per il 20% alla necessità di produrre a
costi più bassi».
Se Brembo investe a Est pensando ai clienti, STMicroelectronics
scommette sull’Asia guardando a cervelli e scienziati indiani
. Sabato
scorso, infatti, la società di semiconduttori ha inaugurato vicino a Nuova
Delhi il suo più grande centro di progettazione al di fuori dell’Europa
. È
una delle più importanti strutture di ricerca e sviluppo dell’azienda italo-francese
nel mondo, con un’estensione di 100 mila metri quadrati e la capacità di
ospitare fino a 5 mila dipendenti. I piani prevedono l’assunzione di diverse
centinaia di ingegneri nei prossimi mesi. Lo stesso Carlo Bozotti, presidente e
amministratore delegato di ST, ha voluto suggellare la crescente importanza
dell’India nella ricerca e nell’hi tech. Il ramo indiano di ST, ha detto
infatti Bozotti, «ha contribuito significativamente allo sviluppo di tecnologie
e prodotti all’avanguarda»
come «decoder digitali, multimedialità,
elaborazione dell’immagine e comunicazioni wireless».
I Paesi dell’Est, quindi, rilanciano la battaglia della globalizzazione sui
nuovi fronti degli sbocchi di mercato e della ricerca, fino a ieri due bastioni
dell’Occidente industrializzato. Che, adesso, deve rispondere adeguatamente
alla sfida.

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