Dal mondo un miliardo di dollari per la ricostruzione

M. Antonietta Calabrò

CONFERENZA DEI DONATORI

 

STOCCOLMA — L’obiettivo era quello di
raccogliere «almeno 400 milioni di dollari»
come ha spiegato nel suo
discorso di apertura il primo ministro libanese Fouad Siniora. Invece la
«prima conferenza» dei donatori per il Libano, che si è tenuta ieri nella
capitale scandinava per iniziativa del governo svedese, ha più che raddoppiato
la somma offerta da 65 tra governi e organizzazioni internazionali per un primo
intervento di riparazione degli ingenti danni causati al Paese dalla guerra dei
33 giorni tra Hezbollah e Israele. Il comunicato finale parla di una cifra
superiore ai 940 milioni di dollari, che aggiunta a quanto già stanziato nel
mese di agosto fa arrivare a un miliardo e duecento milioni di dollari il
totale di quanto il governo libanese potrà disporre nei prossimi tre mesi per i
primi interventi di ricostruzione. A questo denaro si sommano sostegni
finanziari, in particolare dei Paesi arabi (Arabia Saudita, Emirati e Kuwait)
per un altro miliardo di dollari. L’Europa complessivamente intesa(Commissione
Ue e singoli Stati) e Stati Uniti quasi paritariamente hanno offerto, ciascuno,
intorno ai 200 milioni di dollari
. «L’Italia — spiega il
viceministro degli Esteri, Patrizia Sentinelli, capodelegazione italiana alla
Conferenza — ha dato 30 milioni di euro già stanziati. E’ tra i maggiori
contributori europei
. Un impegno importante che, accanto a quello militare,
si sviluppa con più incisività sul versante civile».

In Svezia quindi Siniora ha colto un importante successo personale e politico.
Il premier libanese, molto commosso, ha parlato di un vero e proprio
«spettacolo di solidarietà», che ha fatto concretamente vedere agli occhi del
mondo che «il Libano non è solo». Ha più volte sottolineato che sarà il suo
governo a gestire direttamente gli aiuti secondo procedure, concordate con i
donatori, che garantiscano l’effettivo utilizzo dei fondi per le necessità
della popolazione. A precisa domanda ha risposto che «non saranno gli
Hezbollah a gestire il danaro», minimizzando i dubbi di chi pensa che possa
essere utilizzato per riarmare le milizie. Ma al tempo stesso, il primo
ministro di Beirut ha ribadito con molta forza che la concessione dei fondi
«non è stata vincolata a nessuna condizione politica»
.
Le donazioni serviranno per undici obiettivi immediati, secondo un preciso
ordine di priorità fissato dal governo del Libano. Innanzitutto, si legge nel
dossier ufficiale libanese, «case prefabbricate e bonifica del terreno dalle
bombe a grappolo, per evitare ulteriori ferimenti e uccisioni di civili e
libertà di movimento anche per gli aiuti»
.
All’Italia è stata chiesta la ricostruzione di tre ponti sulla strada che da
Beirut porta a Sidone e Tiro e dello svincolo di Chouf sull’autostrada che
attraversa la zona a maggioranza drusa e cristiana
. E anche la fornitura
urgente di materiale scolastico per permettere l’imminente ripresa delle
lezioni.

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