Cuba, "direzione collegiale" il partito succede a Castro

OMERO CIAI
Raul non compare: sarebbe solo uno dei leader

Fidel avrebbe un ruolo simbolico, più simile alla regina
Elisabetta che a un anziano Stalin
Tra i cambiamenti più importanti l´apertura al mercato


Il potere di CASTRO sarebbe definitivamente passato a una
direzione collegiale, nella quale RAUL e le Forze Armate spingerebbero per
aperture all’economia privata e a investimenti stranieri per ampliare la
crescita economica dell’isola (+8%).


MIAMI – Passata l´euforia delle prime notti, tra un
piatto di mariquitas (le banane fritte) e una porzione di mais bollito con il
maiale, anche gli irriducibili che si riuniscono al Versailles, il ristorante
tempio dell´esilio cubano negli Usa
(tanto che lo chiamano il
"Pentagonito", piccolo Pentagono), sono costretti ad ammettere che
chiunque governi a Cuba ha il potere saldamente in mano. I nuovi dirigenti
hanno iniziato a mandare segnali da questa parte dello Stretto della Florida
.
E lo fanno sostanzialmente in tre modi: con criptiche dichiarazioni sulla prima
pagina del Granma, l´organo del regime; attraverso i corrispondenti accreditati
e in qualche modo "affidabili" (gli altri giornalisti non possono
entrare); e, infine, attraverso "ex rivoluzionari" che vivono a Miami
ma hanno ancora buone fonti off the records dentro il Partito comunista. Le
cose che la nuova dirigenza cubana sta dicendo sono: che c´è una direzione
collegiale perché la leadership storica di Castro «non si eredita» e soltanto
il partito comunista «può succedere» al capo supremo; che il trasferimento dei
poteri dal lider maximo alla direzione collegiale non è «transitoria» ma è
«definitiva», una successione in vita preparata da molto tempo; e, infine, che
nei prossimi mesi «il cammino della rivoluzione» subirà un nuovo orientamento
con importanti novità soprattutto di carattere economico
.
Tutto ciò spiegherebbe sia perché Raul non è ancora apparso in pubblico
– non ce n´è bisogno visto che la nuova guida è il partito comunista e non un
singolo leader -, e sia perché non vengono forniti maggiori chiarimenti
sulle condizioni di salute di Castro
. Anche se, come è molto probabile, e
come dicono dall´Avana, «si sta riprendendo dall´operazione», ormai il suo
ruolo sarà molto più simile a quello della regina Elisabetta piuttosto che a
quello di un anziano Stalin. In questo modo l´ex lider maximo
– che, filtra
sempre dall´Avana, lunedì sarebbe stato operato d´urgenza nel piccolo ospedale
privato che esiste nel palazzo della Rivoluzione – avrebbe ottenuto numerosi
vantaggi su tutti gli avversari (esuli e Casa Bianca). In primo luogo ha
evitato i pericoli di una ribellione interna e i rischi di una pressione
interventista americana
non improbabili nel caso di una successione dovuta
alla sua morte; e, in secondo luogo, ha creato una situazione d´incertezza,
un limbo nel quale nulla e nessuno si può muovere: né dentro, né fuori dall´isola.
Questo limbo è ciò che dovrebbe permettere alla direzione collegiale di
consolidarsi senza dover affrontare sussulti o prove di fuoco
.
Ma la parte più interessante di ciò che vogliono dire dall´Avana è quello che
riguarda il prossimo futuro. Il messaggio in sostanza riguarda il fatto che Raul
è certamente molto meno carismatico di Fidel ma allo stesso tempo è anche molto
meno ortodosso, molto più pragmatico. Dunque le aperture. La più importante
riguarderebbe l´economia, il mercato. Al contrario del fratello, ma in linea
con la cupola delle Forze armate, Raul pensa che il futuro
"socialista" di Cuba debba essere ricalcato sulla via cinese
: il
libero mercato all´interno di un regime politico a partito unico. Da tempo,
come scriveva ieri il New York Times, l´economia dell´isola grazie agli alti
costi delle materie prime – il nichel su tutte – cresce a ritmi sostenuti (+8%)
ma questo non si traduce in alcun benessere per la popolazione perché il
sistema è troppo centralizzato e chiuso
. E quindi via al mercato,
all´iniziativa privata, agli investimenti stranieri, se questo non comporterà
nessuna cessione di potere reale, civile e politico, del Partito comunista.
È una strada che il vertice del potere cubano avrebbe voluto prendere da tempo
se non fosse stato per l´opposizione di Fidel secondo cui comunque accettare
l´iniziativa privata avrebbe generato una nuova classe borghese nemica della
rivoluzione. Quest´ultima circostanza riapre i dubbi sul modo in cui è maturata
la successione, rafforzando l´idea che l´anziano leader abbia ricevuto una
"spintarella" per autorizzare la pubblicazione della lettera con la
quale ha ceduto i suoi incarichi. Ma siamo nel campo dell´ipotesi, dove chi la
spara più grossa vince. Dopo la deprimente ammissione di incapacità da parte
del Dipartimento di Stato Usa, «pochissime persone sanno cosa sta succedendo
davvero a Cuba e le nostre informazioni sono scarsissime», ha detto ieri un
portavoce, soltanto il passare dei giorni potrà chiarire i dubbi. Anche la
Chiesa cubana è molto cauta. Ieri un comunicato della Conferenza episcopale ha
invitato la popolazione a pregare per la salute di Fidel Castro e «affinché Dio
illumini il governo provvisorio»
. Intanto, nella guerra dell´opinion leader
da mettere sotto contratto per spiegare agli americani cosa sta succedendo
nell´isola, il colpo grosso lo ha fatto la Cnn ottenendo l´esclusiva dei
commenti di Alina Fernandez, l´unica figlia ma illegittima di Castro, nata nel
1956 e in esilio dal 1994.

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