La Direzione del teatro Alla Scala di Milano vuole imporre ai lavoratori del teatro di mettere in scena la prima della Turandot il primo maggio, in coincidenza con l’inaugurazione del famigerato Expo 2015. I lavoratori si stanno opponendo a questa operazione di immagine che andrebbe per loro a cancellare la festa del primo maggio, festa che loro, con sano istinto di classe, considerano la festa più importante dell’anno. In una prima assemblea sindacale della CGIL hanno manifestato il disappunto per questa decisione, ribadendo poi il loro no anche alla presenza del segretario della Slc. La Direzione ha cercato di scavalcare l’ostacolo mandando una lettera per sondare la “disponibilità individuale” per la data in oggetto. A tale lettera i lavoratori della CGIL invitano i loro colleghi a non rispondere per evitare che attraverso questo stratagemma di fatto si passi sopra ai loro diritti inviolabili, in nome dell’importanza di far bella figura in una vetrina internazionale come è l’EXPO. Come spesso accade la combattività dei lavoratori non sta trovando sostegno da parte dei vertici sindacali, Camusso in prima linea, ma, nonostante questo boicottaggio i lavoratori sembrano intenzionati a resistere per non farsi mettere i piedi in testa. Come è prevedibile nelle prossime settimane e mesi le pressioni che saranno fatte su di loro per farli desistere saranno enormi. Solo la solidarietà attiva e militante degli altri lavoratori potrà impedire al governo e alla direzione del teatro di costringerli a cedere, aprendo così la strada alla cancellazione, tra l’altro, della festività del primo maggio. Cancellazione che è stata di fatto già resa operativa per altre categorie di lavoratori (commercio, etc.).
Sulla questione è intervenuto ieri a Milano Renzi. Come nel suo stile, lo ha fatto a gamba tesa, e ciò non ci stupisce in quanto si tratta di una modalità tipica del personaggio quando si tratta di dare addosso ai lavoratori. Ha affermato, riferendosi alla prima della Turandot, che non saranno accettate misure di “boicottaggio” e che il governo è disposto a varare una normativa ad hoc per permettere lo svolgimento della prima. Le sue parole sono una chiara e forte dimostrazione di come ormai, l’esistenza di qualsiasi diritto dei lavoratori sia seriamente a rischio. Se passasse, infatti la logica che per qualsiasi evento considerato di “rilevanza nazionale” (dai capitalisti o dai loro tirapiedi politici) si possa interdire uno sciopero, allora è la stessa la libertà di sciopero (e non solo quella) ad essere messa a repentaglio.
Noi comunisti abbiamo sempre denunciato che le leggi di limitazione al diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali non sono finalizzate a tutelare gli utenti di tali servizi (che, del resto, vengono quotidianamente vessati a causa dei continui tagli di tutti i governi), ma, al contrario, servono solo a preparare il terreno per cancellare, appena le condizioni diventano favorevoli al padronato e al governo, il diritto di sciopero stesso.
Dopo tanti anni i fatti dicono che noi avevamo ragione e che le burocrazie sindacali confederali collaborazioniste, che difendevano tali provvedimenti avevano torto marcio.
Non facciamo passare quest’infamia.
Solidarietà incondizionata ai lavoratori del teatro alla scala di Milano
Su questo punto riportiamo un intervento di una delegata, di cui apprezziamo soprattutto la rivendicazione del Primo Maggio come conquista di lunghe lotte, anche se non possiamo non sottolineare la corresponsabilità degli stessi sindacati confederali nel demolire questa tradizione di lotte.
La Scala di Milano – Intervento di una delegata
SABATO A MILANO INIZIA L’EXPO, ha esordito due giorni fa il Ministro con delega all’Expo Maurizio Martina.
Ospiti il Presidente dell’Anac, il Direttore della FAO, i commissari degli oltre 140 Paesi che parteciperanno all’Expo, il Presidente dell’organizzazione mondiale degli agricoltori, oltreché 500 esperti, imprenditori, industriali, associazioni e sindacalisti.
Non mancherà un video messaggio di Papa Francesco e la chiusura dell’evento spetterà al Premier Renzi.
Che delusione… allora il 1° Maggio?
Il 1° Maggio è la FESTA del LAVORO o FESTA dei LAVORATORI che viene celebrata ogni anno in molti Paesi del Mondo per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i tra guardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale.
La FESTA ricorda le battaglie operaie.
La FESTA risale a una manifestazione organizzata a New York nel 1882. Due anni dopo le organizzazioni sindacali suggerirono come data della FESTIVITÀ il 1° Maggio, tale data viene definitivamente confermata dopo gravi incidenti accaduti nei giorni di Maggio del 1886 a Chicago, quando dei lavoratori in sciopero vennero uccisi e feriti dalla polizia. In seguito furono impiccati 4 operai, 4 organizzatori sindacali e 4 anarchici per aver organizzato uno sciopero il 1° Maggio.
In Europa la FESTIVITÀ fu ufficializzata a Parigi nel 1889 e in Italia due anni dopo.
Il 1° Maggio 1955 Papa Pio XII istituì la Festa di San Giuseppe Lavoratore in modo che fosse condivisa anche dai lavoratori cattolici. E’ nel 1947 che durante la Ricorrenza con 2000 lavoratori in FESTA ne vennero uccisi 11 e feriti circa 50 per mano di una banda.
1° MAGGIO Festa/Ricorrenza? MAGARI!!!!!
La Direzione del Teatro, dopo aver prima negato (con il vecchio Sovrintendente Lissner) e poi tergiversato, ha infine comunicato alle Organizzazioni Sindacali ed ai Rappresentanti dei Lavoratori, di aver fissato per la Prima di Turandot, la data del 1° Maggio 2015.
E’ in un comunicato sindacale del 4 Luglio 2014 che si affronta per iscritto con i lavoratori il delicato tema?… Stante questa pesantissima situazione qualcuno ha l’ardire di chiedere di lavorare nel giorno di festa più importante per i lavoratori di tutto il mondo. Per noi l’inaugurazione dell’Expo 2015 può avvenire pacificamente dal giorno successivo il PRIMO MAGGIO.
Dalla prima assemblea generale CGIL è emerso il più profondo disappunto dei lavoratori.
Il 21 gennaio nuovamente gli iscritti alla Cgil dicono di no anche alla presenza del Segretari o SLC che a Settembre dichiarò IL PRIMO MAGGIO NON SI PUO’ FARE SENZA UNA DISCUSSIONE SERIA CON IL SINDACATO.
La Direzione ha quindi mandato a tutti una lettera allo scopo di verificare la ”disponibilità” individuale per la data in oggetto. Come Cgil abbiamo invitato i lavoratori a non rispondere.
Non possiamo accettare che si passi sopra ai nostri diritti.
Il mondo della cultura, del teatro e dell’arte musicale di cui facciamo parte e contribuiamo a diffondere non si deve sottomettere a logiche puramente mercantili.
D’altronde la Scala parteciperà all’Expo rimanendo aperta per tutto il periodo (6 mesi), compresi luglio e agosto. Ci sono quindi tutte le condizioni, se si vuole, per trovare una data condivisa per la Prima di Tourandot.
Ma se intenzione della Direzione è di ricercare pervicacemente la data del 1° Maggio, giorno di Festa del Lavoro e dei Lavoratori, allora avrà la nostra totale contrarietà, come evidenziato dalla posizione espressa dai delegati e decisa dall’assemblea.
Il primo Maggio ci è stato lasciato in eredità dalle generazioni passate, è ancora tutelato dal contratto nazionale del lavoro e ribadito da una sentenza in Cassazione, che lo sancisce come diritto insindacabile, quindi non nella disponibilità della trattativa sindacale.
E’ il nostro dovere operare affinché continui a rimanere tale.
Mi piace ricordare che all’arrivo dell’Imperatrice e della sua corte mentre Goethe si tolse il cappello, Beethoven si calcò ben bene il suo cappello sulla fronte, aggrottò le folte sopracciglia che crebbe di cinque centimetri, e continuò a camminare senza rallentare il passo.
Concludo con il comunicato di ieri della RSA :
I delegati e i lavoratori CGIL del Teatro mantengono la posizione espressa dall’assemblea degli iscritti e ribadita il 28 gennaio scorso ai vertici della Camera del Lavoro di Milano.
Il Primo Maggio resta una data indisponibile ad ogni trattativa:continuiamo a non comprendere la pervicacia con cui la Direzione insiste nel non voler modificare la data della Prima di Tourandot.
Agli attacchi che abbiamo ricevuto dai media, ultimamente si sono aggiunti quelli di alcuni soggetti sindacali, compresi illustri dirigenti locali e nazionali della nostra organizzazione, che usando in modo strumentale e squallido la demagogia sulle morti bianche, ci vogliono ” comandare” al lavoro.
Che strana democrazia sindacale quella nella quale chi dovrebbe rappresentare l’interesse dei lavoratori si pone contro la maggioranza degli stessi!
“LA CGIL HA INSEGNATO AI POVERI CONTADINI A NON TOGLIERSI IL CAPPELLO DI FRONTE AI LATIFONDISTI”…
Giuseppe Di Vittorio