Comunicato sul 27 Ottobre

Abbiamo già scritto riguardo al corteo del 27 Ottobre spiegando i motivi della nostra partecipazione in piazza, per cui rimandiamo a quel comunicato le considerazioni politiche, convinti che i contenuti e le modalità di lotta da esprimere in una piazza si definiscano ben prima del giorno del corteo. Nulla è cambiato rispetto alle considerazioni già espresse in precedenza, anzi, per molti aspetti le nostre critiche nei confronti della prospettiva politica e dell’impostazione organizzativa fatta propria dai promotori hanno trovato nella piazza del 27 una puntuale conferma.

In particolare, da un lato si è evidenziata l’incapacità di intercettare e dare prospettiva alle mille facce del disagio e dell’opposizione sociale presente nel paese reale: ciò è dimostrato dal fatto che tra le decine di migliaia presenti in piazza la stragrande maggioranza erano aderenti alle sigle promotrici, mentre le vertenze e le lotte erano in molti casi composte da semplici delegazioni; in secondo luogo è prevalso un approccio teso a trasformare una giornata di lotta in una sorta di “prova tecnica di trasmissione”dell’ ennesimo tentativo di assemblaggio elettorale di tutto ciò (in realtà ben poco) che si muove fuori dall’attuale governo e dall’attuale parlamento: una sorta di nuovo “arcobaleno”, magari privo di qualche impresentabile ma politicamente altrettanto confuso e raccogliticcio, come dimostra lo striscione di apertura con tanto di carosello di “grandi vecchi”(noi avremmo di gran lunga preferito una rappresentanza di vertenze e movimenti di lotta, e non solo per motivi simbolici) e la stessa “benedizione”al corteo, non certo casuale, da parte di Fausto Bertinotti.

Una prospettiva, quest’ultima, di cui non sentiamo la minima mancanza.

Per questo la nostra scelta è stata quella di manifestare vicini agli operai dell’Irisbus, in uno spezzone di classe che vedeva studenti, precari, lavoratori, operai e pensionati provenienti da numerose città. La nostra partecipazione a Roma volgeva anche in questo senso, ovvero nel tentativo di saldare i rapporti con le realtà più combattive del resto d’Italia a prescindere dalle tessere politiche o sindacali che ciascuno ha in tasca, al fine di non lasciare il 27 Ottobre come una giornata isolata, caduta in un autunno finora dimostratosi ancora poco caldo. Sin dalla prossima settimana torneremo nelle nostre città e sui nostri territori per supportare le vertenze in lotta e nell’unificare le mobilitazioni degli studenti insieme a quelle degli altri soggetti in lotta.

D’altra parte, lascia ben sperare il fatto che la manifestazione del 27 Ottobre non sia stata l’unica ad attraversare la penisola: a Genova si è svolto un importante corteo contro gli sfratti e a Riva del Garda un incontro che vedeva presente Mario Monti è stato più volte disturbato da una forte contestazione portata in piazza dai movimenti sociali che sono stati dispersi solo dopo numerose cariche.

Tornando alla piazza romana, due episodi avvenuti a margine del corteo dovrebbero farci seriamente riflettere. Ad inizio manifestazione un gruppo di compagni napoletani, per nessun valido motivo, è stato fermato, identificato e perquisito ancor prima che il corteo iniziasse; contemporaneamente un concentramento di studenti medi di Roma è stato bloccato a Piazza dell’Esquilino, e tre ragazzi minorenni sono stati portati in questura. Questi atti da parte delle forze dell’ordine non lasciano spazio alle interpretazioni: anche in un momento di piazza come quello di sabato il governo vuole far sentire la sua presenza costante, colpendo con lo strumento della repressione.

Alla luce di tutto ciò siamo sempre più convinti solo saldando quotidianamente le lotte di studenti, disoccupati, operai e precari è possibile ribaltare i rapporti di forza attualmente del tutto favorevoli alla classe padronale, e solo in questo modo sarà possibile “attraversare”in maniera efficace le prossime scadenze di piazza nazionali (a partire dalla mobilitazione proclamata per il 14 e il 16 dicembre) affinchè queste si facciano carico delle reali convenienze proletarie nell’epoca di crisi e non si riducano solo ad inutili passerelle ad uso e consumo del politicante di turno.

Comunisti per l’Organizzazione di Classe

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