Minacce, censura, carcere duro «In Siria chi protesta è perduto» PARLA UN MILITANTE COMUNIS

Lorenzo Cremonesi Lo scrittore Oudat: «Il solo reato di opinione può costare 15 anni» Il regista Amiralay: «Punito per un film sul regime, non viaggio più» In SIRIA sono migliaia i prigionieri politici; i dissidenti sono isolati o incarcerati; il presidente BASHAR EL ASSAD non avrebbe più il controllo del governo, diviso in molti centri di potere e in mano ai duri del regime. In SIRIA l’unica opinione pubblica ammessa

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Libano, sì bipartisan. D'Alema accetta il testo Cdl

Lorenzo Fuccaro Il Polo: bene, la sinistra ammette gli errori. Prc e Pdci criticano il governo: scelta inopportuna ROMA — La Camera a larghissima maggioranza (507 sì, 20 no) converte il decreto legge che autorizza la partecipazione dei nostri soldati alla missione Unifil in Libano. I sì giungono dall’Unione e, con motivazioni diverse, anche dalla Cdl, ad eccezione dei leghisti che votano contro. Ora il provvedimento passa al Senato per

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Massimo e Gianfranco Su Bagdad e Beirut un patto nato a Caorle

Maurizio Caprara   ROMA — Nessun dirigente politico finora lo ammette in pubblico, ma il senso dello scambio che c’è stato ieri alla Camera con il voto concorde sulla missione in Libano è questo: il centrosinistra si è assicurato che, se nel nostro contingente ci saranno caduti, condividerà con l’opposizione la responsabilità dell’aver fatto partire le truppe; il centrodestra ha potuto evitare di votare contro un’operazione dei nostri soldati risparmiandosi

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Talebani all'attacco contro gli italiani: un morto, cinque feriti

Marco Nese Colpito un veicolo di pattuglia con un ordigno telecomandato Due militari sono gravi. La rivendicazione: «Siamo stati noi» KABUL — Dall’Afghanistan torna a casa in Italia un altro giovane senza vita. Giorgio Langella, caporalmaggiore, aveva 31 anni, era nato a Imperia, e ieri mattina è morto su una stradina polverosa, 10 chilometri a sud di Kabul. Era uscito all’alba dalla base italiana di Camp Invicta. Con lui altri

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Gli 007 americani: «Più terrorismo dopo la guerra in Iraq»

Guido Olimpio Gli uomini del presidente: «L’odio dei terroristi s’è formato nel corso di decenni» Dossier dell’intelligence svelato dal New York Times La Casa Bianca reagisce: «Informazioni incomplete» Secondo il National Intelligence Council, la guerra in IRAQ ha aumentato la forza di Al Qaeda che usa l’IRAQ come vivaio di terroristi e che diviene fonte d’ispirazione per le azioni di altri gruppi locali. Il giudizio di sedici agenzie di spionaggio

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Nasrallah: «Nessuno ci disarmerà»

Giuliano Gallo Sciiti in piazza a Beirut «per celebrare la vittoria divina»: «Siamo pazienti, rispetteremo l’Onu» Rispunta il capo di Hezbollah: abbiamo migliaia di missili BEIRUT — Le madri e le vedove degli shaid siedono in prima fila, avvolte nei loro barracani neri, gli occhi bassi, in mano foto di ragazzi giovani e sorridenti. Sembrano non ascoltare nemmeno l’uomo con la barba e il turbante che lì davanti, protetto da

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Torture, la denuncia Onu «Peggio che con Saddam»

ENNIO CARETTO Oltre 5.000 vittime a Bagdad in soli due mesi, molte seviziate prima di essere uccise WASHINGTON — Un agghiacciante rapporto dell’Onu ha ieri riferito che a luglio e ad agosto in Iraq sono state uccise 6.559 persone, di cui 5.106 a Bagdad: oltre cento al giorno. E che molte di loro erano state dapprima torturate, talvolta con trapani elettrici, acidi corrosivi, fiamme, chiodi. «Nel Paese — è scritto

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Sanzioni a Teheran, l'Italia spinge per il dialogo

Maurizio Caprara Oggi Prodi incontra Ahmadinejad. Il ministro degli Esteri al Polo: incredibile? L’ha visto anche Casini NEW YORK — Parlare con gli iraniani senza far arrabbiare gli americani. Passa per questa strettoia la linea scelta da Romano Prodi e Massimo D’Alema in occasione della sessantunesima assemblea generale delle Nazioni Unite, appuntamento settembrino nel quale, per anni, i governi italiani si sono presentati con il principale obiettivo di evitare sconvenienti

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«Il Pentagono prepara il blocco navale»

Ennio Caretto I media Usa WASHINGTON — Il Pentagono ha messo al punto un piano di blocco navale dell’ Iran: in caso di sanzioni il blocco servirebbe a isolare l’Iran e a tenere libere le rotte del petrolio del Golfo Persico, innanzitutto lo stretto di Hormuz. In caso di guerra, servirebbe a sferrare un micidiale attacco aereo e missilistico di più giorni contro gli impianti nucleari iraniani e le installazioni

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Il sovrano venerato come un dio/Il magnate dei media che volle farsi premier

Danilo Taino Bhumibol Il sovrano venerato come un dio   Provate a non alzarvi, in un cinema di Bangkok, quando, prima della proiezione, viene suonato l’inno reale (non l’inno nazionale). Le proteste che solleverete non saranno formali: i thailandesi hanno per il loro re, Bhumibol Adulyadej il Grande (Rama IX), una venerazione sincera. Quest’anno, sessantesimo anniversario della sua incoronazione, il Paese si è coperto di giallo — bandiere, coccarde, striscioni

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