Reazione e guerra di menzogne contro i lavoratori Ikea in lotta

Come previsto, a Piacenza la canea mediatica, politica e dei sindacati concertativi intorno al blocco di interessi Ikea-San Martino si è scatenata al massimo livello contro i lavoratori in lotta contro le sospensioni e l’attacco al loro sindacato SI Cobas. (vedi il sito di Piacenza Sera). Ikea e i padroni della “cooperativa” San Martino, dopo aver chiuso il magazzino pur di non ritirare le 33 sospensioni arbitrarie, praticando una serrata

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Il primo maggio non è una festa di gala, è un giorno di lotta!

Mentre le telecamere italiane riprendevano preparativi e spettacolo di un’inutile e costosa manifestazione promozionale per artisti milionari, mentre i “sindacalisti” elevavano tardive e deboli proteste contro una legge contro il lavoro, nominata fantasiosamente Job Act, perché l’inglese fa moda non solo nelle canzoni e così nessuno capisce il significato, in altri paesi dove il gioco si fa duro i proletari sono scesi in campo, per un 1° maggio di protesta

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[Napoli] 9 MAGGIO 9:30 Presidio di lotta al tribunale piazza Cenni

VENERDI 9 MAGGIO alle 9:30 con il Presidio di lotta al tribunale di Napoli piazza Cenni per l’immediata scarcerazione dei compagni detenuti e con la conferenza stampa insieme con gli avvocati difensori dei compagni che dal 13 febbraio scorso sono sottoposti a misure cautelari emesse dal G.i.p. De Gregorio. Ricordiamo infatti come nonostante l’impianto accusatorio del giudice che condanna per reato di associazione a delinquere 25 attivisti dei Disoccupati Organizzati

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Riprende la lotta all’Ikea di Piacenza

Ikea e San Martino sparano sui lavoratori SI Cobas: 33 sospesi Riprende la lotta Nell’ottobre 2012 le cooperative Ikea lasciavano a casa 40 lavoratori iscritti al SI Cobas rei di avere fatto sciopero, per cacciare il SI Cobas dal magazzino. Seguirono 5 mesi di lotta durante i quali alla maggioranza dei lavoratori venne chiesto di lasciare il SI Cobas se volevano lavorare, ma alla fine tutti i lavoratori espulsi (tranne

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Primo Maggio di lotta a Bagnoli: La lotta non si arresta!

A distanza di un anno dalla mobilitazione che fece saltare il concerto dei sindacati confederali con gli scontri avvenuti a Città della Scienza (http://www.laboratoriopoliticoiskra.org/comunicati/lavoro/item/307-abbiamo-rovinato-la-festa-confederali.html) anche quest’anno un migliaio di studenti, disoccupati, precari e lavoratori hanno riempito il corteo del 1° Maggio a Bagnoli che per il terzo anno consecutivo si costruisce appunto in un’area della città di Napoli simbolo complessivo delle contraddizioni di un sistema che oramai produce solo disoccupazione,

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Primo maggio proletario e internazionalista!

Il 1° Maggio di quest’anno arriva in una situazione politica molto significativa per chi vuole lottare per la ripresa del movimento e dell’organizzazione di classe. Nonostante borghesi e riformisti di ogni risma abbiano fatto di tutto per svilire e depotenziare questa fondamentale giornata di lotta operaia internazionale, riducendola a “kermesse” o ad innocua “processione”, c’è ancora chi ritiene (e noi siamo tra questi) che essa costituisca pur sempre un momento

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[Napoli] – 1° maggio – Lavoro o non lavoro salario garantito!!!

  Come confermano anche gli ultimi dati Istat, nel nostro paese la disoccupazione ha raggiunto cifre mai viste prima: il 13% in Italia, con oltre il 42% dei giovani che sono senza lavoro. Al sud e Napoli queste cifre sono almeno raddoppiate!!! Non avere un lavoro, in Italia significa anche non poter pagare l’affitto di casa, non poter mantenere i propri figli a scuola, non potersi ammalare perché gli ospedali

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25 Aprile: antifascismo è anticapitalismo!

Con l’aprile del 1945 in Italia terminava l’occupazione tedesca, un’occupazione che aveva assunto caratteri di rapina verso l’apparato produttivo italiano e imposto un pesante tributo in primo luogo ai proletari che già da anni versavano sangue e sudore per le guerre dell’Asse, ma anche ai borghesi che da alleati dell’imperialismo nazista lo avevano lasciato per trovarsi improvvisamente nei panni delle sue vittime. Per la classe dirigente italiana la fine della

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Mobilitazioni degli operai del settore energetico in Turchia

Venerdì 18 aprile gli operai del settore energetico e i minatori di Yatağan nell’Anatolia sudoccidentale, di Yeniköy e Kemerköy nei pressi della capitale, in lotta da mesi contro il piano di privatizzazioni portato dal governo dell’AKP hanno dato il via all’occupazione delle centrali termoelettriche e delle miniere di carbone, bloccando la produzione e negando l’ingresso ai dirigenti e ai reparti delle forze dell’ordine inviati per abbattere le barricate costruite dagli

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L’azione di oggi all’ipercoop di Acerra: la rabbia di chi non riesce più a vivere in queste condizioni e si organizza!

Qualche settimana fa a Cagliari un gruppo di famiglie proletarie ha presidiato per giorni l’assessorato alle politiche sociali rivendicando il pagamento degli arretrati del sussidio di povertà dovuto dal Comune. Alcune donne di queste famiglie ridotte miseria e a cui evidentemente la politica “progressista e di sinistra” del sindaco in quota SEL di Cagliari non basta a riempire lo stomaco, con una forma di protesta clamorosa, sono entrate in due

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