Colpo di Stato : L’Honduras pedina dello scacchiere imperialista

Il 28 giugno 2009 con un intervento militare veniva deposto il presidente Manuel Zelaya assieme ai principali membri del suo governo; Zelaya veniva successivamente espulso in Costa Rica. A Zelaya subentrava un governo de facto con a capo Roberto Micheletti sostenuto dai golpisti; tra i collaboratori di Micheletti Billy Joia Améndola, già fondatore degli squadroni della morte nel corso della guerra fredda, addestrato alla contrainsurgencia negli USA e già inviato

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La classe operaia sul tetto che scotta

Siamo forti quando parlano di noi o parlano di noi quando siamo forti?   Da tempo sosteniamo la necessita’, da parte del movimento operaio, di superare forme desuete, rituali e prevedibili di “lotta”, totalmente imprigionate da leggi, regole e normative che le rendono sempre piu’ inoffensive. All’alba del terzo millennio, percorso dalla piu’ grave crisi capitalistica dal dopoguerra, gli scioperi sono imprigionati dalle leggi antisciopero, i cortei dai protocolli comuni-sindacati,

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Afghanistan -Le lacrime di coccodrillo dell'imperialismo italiano

Tutti ricordiamo le promesse fatte anni fa sulla missione in Aghanistan: doveva essere una “missione di pace”, decisa per contrastare il terrorismo e il traffico di droga e per promuovere lo sviluppo del paese, la sua laicizzazione e l’emancipazione femminile. Tutti ricordiamo le campagne stampa contro il burka, la lapidazione, l’oppressione talebana e i terrorismo. Ad alcuni anni di distanza è ormai noto che le truppe italiane partecipano attivamente agli

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INNSE: l’eredità di una lotta

I lavoratori della INNSE di Milano hanno mantenuto il proprio posto di lavoro e battuto l’attacco di un padrone che voleva chiudere una fabbrica competitiva per destinare il suo terreno alla speculazione immobiliare. Nei 15 lunghi mesi di lotta hanno dimostrato non solo dignità di classe e determinazione, ma anche autonomia di giudizio rispetto alle forze della politica parlamentare. La INNSE era una fabbrica con un proprio parco clienti e

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Divide et impera antioperaio nel Xingjiang

I sanguinosi disordini nello Xinjiang hanno costretto il premier Hu Jintao ad abbandonare la passerella del G8 e rientrare frettolosamente in Cina per dirigere la repressione. La sua abilità in questo campo, applicata con la stessa determinazione in passato in Tibet, gli ha spianato la strada al potere; e anche stavolta l’ha applicata con la piena approvazione della borghesia di Stato e privata cinese che lo ha espresso e dei cui interessi di

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Lo scontro interno alla borghesia iraniana mobilita anche una nuova generazione di proletari

La clamorosa vittoria di Ahmadinejad alle presidenziali in Iran e la contestazione da parte di almeno due candidati, Moussavi e Karroubi, del risultato elettorale, ha portato centinaia di migliaia di iraniani nelle piazze, come spesso succede quando lo scontro tra frazioni borghesi si inasprisce e la frazione con minore peso istituzionale tenta la carta rischiosa della mobilitazione di piazza. La posta in gioco dello scontro interborghese è il controllo di

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Continua lo sciopero a Pyeongtaek in Sud Corea

[??Libcom.org]        0901619 Continua lo sciopero a Pyeongtaek in Sud Corea Loren Goldner ●     4asettimana di sciopero in Sud Corea, nella fabbrica auto Ssangyong Motors di Pyeongtaek, da anni il primo del genere, il cui esito non è ora prevedibile, pur potendo approfittare di un clima politico favorevole, ma in presenza di una crisi internazionale e in particolare dell’auto. ●     Se riesce sarà una fiaccola per i lavoratori dell’auto coreani ed

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Pagine Marxiste n. 22 (maggio 2009)

Collegare le lotte nella crisi (Editoriale) CRISI GLOBALE GLI STATI E LA CRISI: TRILIONI E POVERTÀ Natura della crisi e azione comunista La crisi dell’economia accentua le tensioni sociali in Cina USA: IMPERIALISMO “DAL VOLTO UMANO” COLLEGARE LE LOTTE OPERAIE UNA LOTTA OPERAIA MULTIETNICA ESEMPLARE (Bennet di Origgio) Governi e Confederali, da sempre contro la libertà di sciopero RIBELLI SENZA CONGEDO Rivolte partigiane dopo la Liberazione 1945-1947 (letture e recensioni)

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Incidente ferroviario a Karow – Per poco a Berlino non è successa una catastrofe

Berliner Morgenpost        090417/20 Indicente ferroviario a Karow – Per poco a Berlino non è successa una catastrofe ●    Bastava che nello scontro, nelle vicinanze della stazione di Karow, tra un espresso regionale (RE3, Wünsdorf-Waldastadt) e un merci si producesse una falla in uno dei 14 vagoni cisterna contenenti 119mila litri di propano (gli altri contenevano propano e butano) e si sarebbe prodotta un’enorme esplosione. – Se il disastro non è accaduto

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LE CATASTROFI DEL PROFITTO… E I PROFITTI DELLE CATASTROFI

I movimenti tettonici hanno fatto tremare la terra d’Abruzzo e trecento persone sono morte sotto le macerie. Tante quante, non dimentichiamolo, una settimana prima erano state inghiottite dal mare nel Canale di Sicilia. Due tragici eventi che non sono fatalità. Seicento morti (ci si permetta, fautori della purezza italica o padana, di fare la somma!) che vanno ascritti sul libro nero non del destino ma di questa società capitalistica in

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