OMERO
CIAI
Con una lettera il Lìder
maximo lo ha nominato "reggente"
E´ la prima volta in 47 anni Nel Gabinetto di transizione tutti i
fedelissimi di Fidel
Per la prima volta l´eterno gregario è in testa al
gruppo, l´eterno secondo, il fratello minore, il più piccolo della famiglia,
coccolato e protetto, è solo. Solo con Cuba. Nella notte di lunedì Fidel Castro
gli ha passato il potere dopo un intervento chirurgico dal quale, secondo
diverse fonti, si sta in queste ore comunque riprendendo bene. «L´intervento è
riuscito e Castro è fuori pericolo», ha affermato il ministro degli interni
cileno mentre anche da Caracas, altre "fonti ben informate",
rassicuravano.
Per quanto solo con il potere, Raul concentra da oggi tutte le cariche del
fratello, chi ha vergato il proclama ha voluto costituirgli intorno una sorta
di "gabinetto di crisi" nel quale emergono gli uomini che, spera il
leader malato, possono fare il miracolo, gestire Cuba senza di lui o, almeno,
tenere tutto ben legato finché lui non si sarà ristabilito.
Sintomatica, tra gli eletti, l´assenza di un uomo come Ricardo Alarcon, il
presidente del Parlamento, e il ruolo, marginale, di un rampante come il
ministro degli esteri Felipe Perez Roque. Ma in queste ore, mentre si sta
cercando di intuire, come nell´oscura Mosca degli anni di Breznev, quali siano
le reali condizioni di salute del «lider maximo» e quanto questo trasferimento
dei poteri sia "temporaneo", il sali-scendi dei nuovi mandarini è
pura speculazione. Le ipotesi sulle quali si lavora sono due. Secondo la
prima Fidel Castro è effettivamente grave. Ciò che ha provocato il ricovero
e la difficile operazione poteva anche portarlo alla morte e, per questo, per
una ragione di forza maggiore, il capo supremo è stato costretto a cedere i
poteri. Prova di ciò sarebbero il fatto che la lettera-proclama è
successiva e non precedente all´operazione, la designazione di un pacchetto di
mischia per la transizione e una curiosità: Castro non usa, concludendo la
lettera, una espressione tipica, presente ovunque e da lui ripetuta milioni di
volte: "Patria o morte". Come se, questa volta, non sia il caso di
richiamarsi alla morte come estremo sacrificio per la difesa della patria
socialista.
L´altra ipotesi è quella di una crisi momentanea che si trasforma in prova
generale. Da mesi, mentre s´avvicinava l´appuntamento degli ottant´anni (li
compirà il 13 agosto), Fidel Castro aveva lasciato intendere che l´ora di un
avvicendamento era prossima. Granma, il giornale del partito, aveva
recentemente dedicato molto spazio alla promozione della figura di Raul,
pubblicandone un´ampia agiografia e seguendone con attenzione discorsi e
spostamenti. Non solo. Sempre Granma aveva dedicato pagine alla
presentazione di molti generali delle Forze armate. Ossia del nocciolo duro
che, in queste drammatiche ore, sta provando a consolidare il potere.
Dunque, secondo questa ipotesi, Fidel Castro non sarebbe in pericolo di vita ma
avrebbe approfittato della défaillance per osservare che cosa potrebbe accadere
nell´isola quando lui effettivamente lascerà il regno dei vivi. Una sorta di
work in progress, di lavori in corso, durante il quale lo stesso Fidel,
nell´ombra, può mettere a punto dettagli o sostituire personaggi.
In realtà, vista l´apprensione, le incertezze e i timori che la sua uscita di
scena sta creando in tutto il mondo, se fosse soltanto un gioco a questo punto
sarebbe addirittura macabro. L´ultimo scherzo di un uomo che per mezzo secolo
ha fatto tutto quello che ha voluto, ed anche di più, di un´isola dei Caraibi,
dei suoi dodici milioni di abitanti e di tre milioni abbondanti di fuggiaschi.
Sia come sia le scarne notizie che arrivano dall´Avana dicono che nella notte
di lunedì il lider maximo ha avuto una forte emorragia interna provocata dallo
stress che l´avrebbe colpito per il viaggio della settimana scorsa a Cordova in
Argentina, dove ha partecipato ad un vertice del Mercosur e, successivamente,
per il discorso in occasione dell´ennesimo anniversario dell´assalto alla
caserma Moncada, il 26 luglio 1953. Due impegni che avrebbero sottoposto a dura
prova la sua tempra di ottantenne stanco. Subito dopo la lettura del proclama
in tv, sono scattate le misure previste in caso di successione: stato
dall´allerta generale dell´esercito e passaggio dei poteri. Ora, per capire
se la transizione a Cuba è veramente iniziata e quali strade potrà percorrere
nei prossimi mesi, bisognerà aspettare. Forse giorni, forse settimane.
Bisognerà attendere che diventino chiare le reali condizioni di salute di
Castro e quanto i suoi successori, tutti privi della sua astuzia e del suo
carisma siano capaci di interpretare la scena. Nei regimi comunisti, o presunti
tali, è stato sempre così. Il corpo del leader era mostrato ai devoti solo
quando era bello freddo. Anzi, freddissimo. Già imbalsamato e pronto per
l´eternità.