Casseurs contro "figli della Sorbona" "A noi quella riforma fa comodo"

francia, scuola, precarietà

REPUBBLICA Sab. 1/4/2006   ANAIS GINORI
Gli stessi teppisti che devastano la città dicono che il Cpe è meglio della
disoccupazione

"Il Cpe almeno potrebbe
essere una prima esperienza di lavoro"


PARIGI – «Non mi posso permettere questo lusso».
Kader non è andato alle manifestazioni contro il Cpe. Nato nella banlieue di
Saint-Denis, è disoccupato da quando ha lasciato la scuola a 15 anni. «Senza
titolo di studio e senza esperienza professionale le aziende non mi prendono
neanche in considerazione». Sostenitore del Cpe forse no, ma neanche contrario.
«Se può servire per essere messi alla prova allora ben venga. Meglio di questo
schifo»
. Un bel ragazzo dai capelli corvini, il suo unico vanto è essere
stato ingaggiato come figurante nel film L´Esquive che racconta la vita
quotidiana dei ragazzi di periferia. «Soltanto in quell´occasione ho avuto un
vantaggio rispetto agli altri candidati» scherza. Un attimo di gloria poi più
nulla. «Da qui guardiamo le proteste alla televisione come qualcosa di
lontano, che non ci riguarda»
. Anche Vincent, 25 anni, di un quartiere
periferico di Marsiglia, ha scritto in un forum a favore del Cpe. «Avrei
voglia di dimostrare quello di cui sono capace. Il Cpe almeno potrebbe essere
una prima esperienza da mettere nel mio curriculum»
.
Altri ragazzi di banlieue sono invece andati a Parigi. Non per manifestare.
Macchine e bidoni incendiati, vetrine rotte, è stato questo il loro modo di
protestare. Per dire cosa? «Del Cpe non ci frega niente. Vogliamo solo
fottere i poliziotti» spiega Rachid
, 15 anni, di Mantes-la-Jolie in un
forum sul sito Indymedia. I casseurs sono stati accusati di rubare cellulari,
molestare le ragazze sul metro. «I manifestanti sono più ricchi di noi, se
rubiamo qualche telefonino facciamo soltanto una cosa giusta»
argomenta in
rete Jean-Baptiste.
Gioventù parallele che quasi mai si incontrano. Separate dal periphérique, la
circonvallazione che gira intorno alla capitale. «Il movimento studentesco è
estremamente egoista»
commenta Nadhéra, una ragazza di Hay-les-Roses,
quartiere popolare diventato famoso per un caso di cronaca: a settembre tre
giovani avevano appiccato il fuoco al condominio di case popolari in cui
vivevano uccidendo quindici persone. Dopo la rivolta delle banlieues in autunno,
Nadhéra è diventata la leader del gruppo «Racaille de France»
(plebaglia, il termine usato dal ministro Sarkozy durante le sommosse). «Perché
si occupano di noi soltanto quando ci sono violenze» ricorda. Di origine
algerina, 24 anni, Le Monde le ha dedicato ieri un´intera pagina in polemica
con le organizzazioni studentesche. «Forse il Cpe è ingiusto ma le ingiustizie
nelle banlieues sono molto più gravi di un licenziamento senza giusta causa»
spiega. E ancora: «Dove erano gli studenti l´autunno scorso quando chiedevamo
misure sociali per i nostri ragazzi più poveri?»
. Anche Nadhéra non ha
partecipato alle manifestazione: martedì scorso era in un McDonald a discutere
della sua associazione con altri ragazzi. «Quando il Cpe sarà finalmente
ritirato non vedremo certamente un milione di persone battersi per noi»
conclude amara.
Tutti figli della République ma con chances molto diverse. Le statistiche
hanno sancito da tempo l´esistenza di due classi di giovani
. Tutto è
diverso al di là del périphérique, la lingua (uno slang incomprensibile), le
abitudini (musica e abbigliamento), persino i titoli di studio: diplomi
professionali tutti a sigle (Cap, Bep) che si oppongono al classico
Baccalaureat. Secondo il sociologo Francois Dubet, il movimento anti-Cpe è la
replica della crisi delle banlieues applicata ai giovani delle classi medie.
«Questi ragazzi sono trattati molto meglio di quelli di periferia ma
condividono la stessa paura nel futuro» sostiene Dubet. Eppure il governo
Villepin ha approvato la legge sul Cpe dopo la rivolta delle periferie, per
rispondere al loro disagio. Ieri sera, il presidente Jacques Chirac si è detto
convinto che la misura aiuterà proprio i giovani meno qualificati. Il sindaco
di Clichy – sous-Bois, il socialista Claude Dillain, è categorico: «Non credo
che questa sia davvero una legge che permetterà nuove assunzioni. In compenso,
sono sicuro che l´effetto psicologico sui ragazzi sarà devastante: un´asta al
ribasso sul loro futuro»
.

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