Bombe su sette treni Massacro a Bombay

Paolo Salom

Attentati a catena in India,
160 morti e 500 feriti

Scene già viste. La normalità che
si trasforma in orrore in una frazione di secondo. Il sangue che scorre e si
perde, come un fiume nel mare, sui marciapiedi battuti dalle pesanti piogge
monsoniche. Sei treni pendolari e una metropolitana sono stati devastati,
ieri, da altrettanti esplosioni mentre stavano per entrare o lasciare le
stazioni urbane di Bombay (oggi Mumbay), centro finanziario dell’India che
guarda al futuro. La conta delle vittime è ancora provvisoria: 160 morti e
oltre 500 feriti, molti orrendamente mutilati
.
COINCIDENZAL’11 marzo (o l’11 settembre) del Subcontinente – la
coincidenza difficilmente casuale: ieri era l’11 luglio
– si è consumato
nel giro di mezz’ora. Se a Madrid, nel 2004, i terroristi avevano colpito la
mattina presto, Bombay è stata sconvolta dalle esplosioni tra le 18 e le 18
e 30, quando i convogli sono più affollati per la chiusura degli uffici in una
città normalmente brulicante e oppressa dal traffico.

Pochi dubbi sulla matrice.
«È stato un attacco terroristico pianificato», ha detto il ministro degli
Interni indiano Shivraj Patil aggiungendo che le autorità avevano
«indiscrezioni su un possibile attacco» ma che «il luogo e il giorno erano
sconosciuti». Un attentato che ricorda quello al mercato di New Delhi del 29
ottobre scorso (60 morti).

I possibili autori: i separatisti musulmani del Kashmir legati a
«Lashkar-i-Taiba», il gruppo terroristico islamico generalmente considerato il
braccio armato di Osama bin Laden nella regione asiatica, o «Jaish-e-Mohammed»
.

CONDANNAPatil ha spiegato che «Bombay ha già subito questo tipo di
attacchi». Immediata la presa di distanza da parte del Pakistan, Paese che in
passato è stato spesso accusato da New Delhi di complicità con i separatisti
.
«Condanniamo con vigore la serie di bombe contro i treni di pendolari – si
legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Islamabad la cui paternità
è attribuita al presidente Pervez Musharraf -. Il terrorismo è un flagello dei
nostri tempi e deve essere condannato, respinto e contrastato in modo efficace
e totale».
Il primo ministro indiano Manmohan Singh, sulla strada per Bombay, ha
cercato di contenere la tensione, mentre il Paese intero veniva dichiarato in
«stato d’allerta»
. «Invito la gente a restare calma, a non ascoltare le
voci incontrollate e a dedicarsi alle proprie attività normalmente», ha detto
Singh definendo gli attentati «atti vergognosi» e promettendo di «vincere i
piani diabolici dei terroristi». A Bombay si è recata anche la presidente del
Partito del Congresso, Sonia Maino Gandhi.
RACCONTI – Terribili i racconti degli scampati. «Oggi – come ha spiegato
alla televisione Anuradha Parthi, un pendolare coinvolto negli attentati –
sembrava di vivere in uno di quei luoghi infernali raccontati nelle sacre
scritture». «Ero sul ponte pedonale che oltrepassa la ferrovia – ha scritto al
sito Rediff.com Kishan Joshi -. Ho sentito un forte bang. Ho visto un treno
fermarsi prima della stazione mentre dalle lamiere divelte volavano corpi come
fossero senza peso. Uomini e donne, orrendamente mutilati. Sangue ovunque. Una
scena che non dimenticherò più».
Le parole di un altro testimone: «Ero alla stazione della metro di Khar. Un
treno veniva nella mia direzione. Improvvisamente, il tetto del convoglio è
saltato per aria mentre i passeggeri venivano sbalzati sui binari. Una scena
d’inferno».
I soccorsi sono stati immediati. Ma la città era stata paralizzata dalla
quasi simultaneità degli attentati che hanno colpito punti nevralgici della
rete urbana: le stazioni di Khar (sia ferroviaria sia metropolitana), Mahim,
Jogeshwari, Matunga, Borivari e Bhayandar. Molti feriti sono stati portati in
ospedale su barelle di fortuna, a braccia, su risciò
. «La polizia è
arrivata tardi», hanno protestato molti.

I conflitti e la Storia

PARTIZIONE Nel 1947 l’India ottiene
l’indipendenza dalla Gran Bretagna (foto: il premier Manmohan Singh). Il
Pakistan, a maggioranza musulmana, si stacca dal Paese. Scoppia la prima guerra
per il Kashmir
GUERRA Nel 1965 India e Pakistan si affrontano di nuovo militarmente per
il controllo del Kashmir. La tregua firmata nel 1966 impegna Islamabad e New
Delhi a risolvere «pacificamente» il contenzioso
TERRORISMO Nel corso dei decenni, India e Pakistan lanciano attacchi e
bombardamenti lungo la linea di armistizio. Nel 1989, i separatisti islamici,
basati sul versante indiano della regione, danno inizio a una stagione di
sanguinosi attentati

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