Bertone: “Fiducia nell´Onu la Chiesa è per la mediazione”

ORAZIO LA ROCCA
Il neo segretario di Stato delinea i principi della futura diplomazia vaticana

le truppe italiane
Li ho visti lavorare in Kosovo e Serbia e so quanto bene sanno fare. Sono certo
che saranno all´altezza
il Vaticano Il nostro compito è promuovere giustizia e pace, e aiutare i
popoli soprattutto i deboli


IVREA – «Piena fiducia nei soldati italiani impegnati
nelle missioni di pace in delicate aree come i confini libanesi-israeliani, ma
anche in Afghanistan, in Iraq, in Kosovo». Ed altrettanta «piena fiducia nel
ruolo dell´Onu e delle grandi organizzazioni internazionali impegnate a
risolvere conflitti, a dirimere tensioni e a spegnere focolai di incendi» in
qualsiasi parte del mondo, dal Medio Oriente – Iran in testa – all´Africa, dal
Sudamerica fino a tutte le tormentate regioni della Terra Santa
.
Simbolica benedizione alle forze armate italiane in marcia sul fronte della
pace, da parte del cardinale neo segretario di Stato della Santa Sede Tarcisio
Bertone
. Il porporato subentrerà ufficialmente il 15 settembre al cardinale
Angelo Sodano nel delicato ruolo di primo collaboratore di papa Benedetto XVI.
Un ufficio che lo porterà a misurarsi con le più delicate tematiche che gravano
sulla scena internazionale. Un primo «assaggio» del suo pensiero in materia di
politica internazionale lo ha presentato ieri nel corso della giornata di
festeggiamenti che i suoi ex diocesani gli hanno tributato tra Ivrea e il suo
paese natio, Romano Canavese, in provincia di Torino. Dove, tra l´altro, ha
ribadito il diritto della Chiesa ad intervenire in «materia dei diritti
fondamentali dell´uomo e della difesa della vita, respingendo chi parla di
interferenze politiche dei cattolici nella sfera sociale, come ha sempre
ricordato il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei»
.
Cardinale Bertone, può indicare gli obiettivi che la diplomazia vaticana si
sta dando nei confronti di un quadro internazionale così teso ed imprevedibile?
«In vista di un così alto incarico che papa Benedetto XVI mi ha voluto
benevolmente assegnare, non posso che ripetere ciò che hanno detto ed
insegnato i Papi nei confronti della comunità mondiale, esprimendo sempre
profonda stima verso l´azione dell´Onu e delle grandi organizzazioni
internazionali
, sempre in prima linea per i valori della convivenza e della
mediazione. E in questo senso, penso agli insegnamenti di papa Benedetto XVI,
di papa Giovanni Paolo II, senza dimenticare l´opera dei miei due predecessori,
i cardinali Angelo Sodano e Agostino Casaroli».
L´Italia sarà in grado di contribuire alla costruzione della pace in un´area
di grande crisi come il confine tra il Libano e Israele?
«Ho fiducia. In passato abbiamo già visto cosa sono capace di fare i
soldati italiani. Sono stato, ad esempio, in Kosovo, in Serbia, anche come
arcivescovo di Genova, e ho visto quanto bene hanno fatto i nostri connazionali
per quelle popolazioni. Sono certo che le forze armate ora saranno all´altezza
dei compiti a cui sono state chiamate»
.
Sente che il suo ruolo di segretario di Stato della Santa Sede saprà farsi
«sentire» anche in momenti di forti tensioni internazionali come quelli
attuali?
«In tutto il mondo, la Chiesa ha come compito principale la promozione
della giustizia e della pace, oltre all´annuncio del Vangelo. Però, altre volte
la Chiesa è chiamata a svolgere ruoli di mediazione internazionale come è già
avvenuto negli anni Ottanta tra Cile e Argentina, dove l´allora nunzio Sodano
svolse un ruolo di primaria importanza»
.
In Cile, però, Sodano suscitò molte reazioni negative per aver mediato la
visita di papa Giovanni Paolo II a Pinochet.
«Sì, Sodano organizzò anche la visita del papa a Pinochet, partendo dal
presupposto che i Papi incontrano tutti. Questo per la Chiesa è un grande
compito. Io, per esempio, sono andato a visitare Fidel Castro, nonostante le
critiche degli esuli cubani. La Chiesa parla con tutti e cerca di svolgere la
sua missione con tutti, anche con i dittatori. La Chiesa guarda principalmente
ai popoli, a chi soffre, cercando di aiutare sempre i più deboli»
.

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